giovedì 31 marzo 2016

I OVI… DEL ZI’ FRATE

(Oggi, il primo Giovedì dopo la Pasqua......
ecco a Voi un Bel Racconto Villante....Proprio sul tema della Pasqua !)

di EZIO MORELLI


Correva l' Anno di Grazia 1943, e per l' esattezza... quello della mia nascita...
Anzi, all' epoca dei fatti, io ero gia' nato... ancorche' solo da tre o forse quattro mesi, non di piu'.
E per giunta, il Buon Padre Luigi ***** ,  l’ anziano Frate Minore Francescano, Parroco di Costacciaro, che e’ il Protagonista di questo Racconto…  mi aveva anche gia’ amministrato
– lui personalmente – il Sacramento del Battesimo, e mi aveva -- con cio’--  fatto Cristiano…

Naturalmente,  a modo suo…
Del che, comunque… io sono stato sempre… molto, ma molto orgoglioso!...
                                                             
* * * * *
  
Orbene, al nostro splendido Paese di Villa Col dei Canali – un paesotto tipicamente agricolo,
proprio sullaVia Flaminia, appena prima del Passo di Scheggia… e che al tempo poteva contare circa 200 anime -- c' era l' usanza della Benedizione delle Case, nel Periodo Pasquale... 
Per l' esattezza, nelle due settimane precedenti la Pasqua... il Prete era solito passare a benedire
le case del Paese... in cio’ ovviamente comprendendo anche quelle di Costacciaro, il Capoluogo.
Nel periodo subito dopo la Pasqua – invece -- egli passava a benedire... le Case  e i Casolari di Campagna, che dalle nostre parti sono pure molto numerosi... sparsi e disseminati come sono su un territorio piuttosto vasto, quale e' appunto quello della Parrocchia di Costacciaro.
Questa, oltre al Capoluogo, si sviluppava pure... in una mezza dozzina di frazioni e di contrade minori, come  la Villa, la Costa, e Rancana…  tanto per citare solo le piu’ importanti…
Piu’ – come gia’ detto --  tutte le Contrade minori… e poi… le Case e i Casolari di Campagna…
Ma quelle povere ed umili Case, soprattutto quelle di Campagna... neanche a dirlo... erano per i Preti, i Frati... i Fattucchieri… e i Questuanti vari... anche piuttosto “redditizie” stante la indiscussa e proverbiale Generosita' delle nostre brave, oneste e laboriosissime Genti di Campagna...
                                                                 *****

Un bel giorno, subito dopo la Pasqua... un anziano ometto del Paese... di cui non ho mai
conosciuto esattamente il nome di battesimo, ma affettuosamente chiamato Mocarino...
lavorava nel suo campo nei pressi del fiume Chiascio (anzi per meglio dire del Piccolo Chiascio), intento com' era a piantare le patate... proprio nei pressi della confluenza tra questo Fiume e
il cosidetto “Fosso delle Fontanelle”.
Giovera' a questo punto riferire che per poter attraversare il Chiascio, appena a monte della confluenza, c' era di norma una trave, che per la verita' era costituita da due bei tronchi di pioppo, abbinati parallelamente l' uno accanto all altro... si' che la punta dell’ uno... andava a combaciare
esattamente con la base dell' altro (alias con il culaccio, tanto per poter recuperare un' altra bella parola del nostro splendido Vernacolo locale… una parola che – con tutta probabilita’ -- sarebbe stata altrimenti destinata alla dimenticanza, e quindi – prima o poi - anche all’ oblio...).
Orbene, questi due tronchi erano legati tra loro con dei robusti “venchi”, ovvero con dei vimini... come ora diremmo... molto piu' in-civilmente noi...
Su un lato della trave, e per l' esattezza quello verso il monte... c' era una rudimentale protezione,
in funzione di corrimano, che era costituita da dei semplici pali di legno, legati l' uno all' altro,
in orizzontale.. sempre con dei robusti venchi...   
Questi pali erano poi sostenuti da degli altri, un po' piu' grandi, ma ovviamente molto piu’ corti – che fungevano da alzata... -- e che erano posti a una distanza di circa un paio di metri l’ uno
dall’ altro.    Essi, a loro volta, erano legati perpendicolarmente, e nello stesso identico modo...
da una parte alla trave – cioe’ nella loro parte bassa -  e in alto, invece… a quelli del corrimano...
Per le umili Genti di Campagna che dovevano attraversare a piedi il Fiume... era quello un passaggio obbligato... perche' dai Poderi del Palazzo, di Col-de-picchio, di Rubbiano e di quant' altri ancora... consentiva un' agevole scorciatoia per giungere al paese di Villa...  E cio' non solo per i Bambini dei Contadini che dovevano pur sempre andare a scuola in Paese... per imparare a leggere, a scrivere… e a far di conto…  ma anche per le stesse massaie di quei luoghi… che dovevano pur sempre andarvi… anche per fare la spesa... 
Ma vieppiu' obbligato esso lo era… per i Contadini della zona… che si dovevano spostare per andare a lavorare nei Campi e negli Orti lungo il Fiume...   Orti che per l' abbondanza d' acqua…
vi erano allora numerosi nelle campette, che pure erano disseminate tutte  lungo il Fiume...
Erano, queste campette, nient' altro che le parti pianeggianti dei terreni… proprio in prossimita'
del Fiume, e stante la loro conformazione… ed anche il loro humus che era  abbondantemente limaccioso e umido... esse erano anche particolarmente fertili ed anche molto ben curate...
Assai spesso, nel Fiume… gia’ nella tarda primavera… quando l’ acqua cominciava a scemare…
venivano creati dei piccoli sbarramenti… ed anche dei canali che, dal fiume, convogliavano
un po’ di acqua verso le campette, a scopo irriguo… e non c’ era quindi bisogno di scavarvi
dei pozzi… come invece avveniva in altre parti pianeggianti, ma piu lontane dal Fiume ed
anche  dai Torrenti e Torrentelli, affettuosamente chiamati “i Fossetti”…che pure numerosi
vi sono nella zona.
Vi cresceva... in questi Orti… proprio ogni ben di Dio...   Ortaggi di ogni genere...  tra cui anche
le Angurie, i Meloni e i Cetrioli... che a volte – d' estate – erano davvero l' oggetto... di vere e proprie scorribande da parte di noi Giovani... ed anche  Giovinastri del Paese...
Si coglieva pero' normalmente... solo lo stretto necessario... in genere un Cetriolo a testa...
 lo si sbucciava ben bene con i denti... sputando poi via accuratamente tutte le bucce (che peraltro… erano anche di un sapore molto amaoe…) e quindi lo si divideva anche con le nostre Amiche ed Amichette, tanto per stare insieme… e per fare insieme… magari un po' di casino… o, alle volte, solo un po’  di baldoria... quando la Compagnia… era – magari - un po’ sotto tono… o comunque non era proprio al massimo…
Che altrimenti – Feste da Ballo a parte -- sarebbe stata assai grama… anche per noi Giovani…
la piuttosto monotona Vita di Paese!... 
Ma poi, d’ Estate… ci pensavano i Figli dei Villeggianti… ad unirsi alla nostra Combriccola…
ed a portare nella nostra bella Campagna… talune apprezzatissime ed anche originali Idee…
della Citta’…
Per il resto… e' ben vero... che quelle nostre paesane Compagne… si accontentavano
-- poverine -- proprio di gran poco... e a volte anche di niente...
Come del resto e' pur vero... che a parte quache occasionale pomiciata... o pomiciatina apostolica (sempre molto ben gradita e anche ben accetta, stanti i tempi di magra…) non si riusciva mai o quasi mai a scroccar via da loro... molto di piu'...
Che la Generazione stessa della “Pillola”… era ancora…molto assai lungi dal divenire…
Molto… assai… lungi…   
Si noti – qui -- il preziosismo linguistico…
                                                                   *****
Orbene, tornando ora in argomento... sara' bene riferire che all' epoca dei fatti... si era in pieno tempo di guerra... quella trave – pero’ -- era stata rimossa... per cui il Fiume, ancorche' fosse ancora piuttosto vicino alle sue Sorgenti... con i suoi Gorghi… e con le sue Correnti...
ma soprattutto con le temutissime sue “Pinare
costituiva pur sempre un  serio pericolo... specie nelle stagioni di Autunno, Inverno ed anche in Primavera... quando ben maggiore era la sua portata... 
D' Estate – invece -- il Fiume andava per cosi' dire in secca... con solo dell' acqua nei gorghi...
ma per il resto era praticamente asciutto... e quindi lo si attraversava agevolmente a piedi...
senza quindi il bisogno di ricorrere alla “trave”.
D’ Estate – infatti – a volte vi era un semplice rigagnolo d' acqua... e a volte neanche quello...
con la sua poca acqua che poteva comunque scorrere… anche sotto i sassi
                                                                   *****
Ebbene in quel fatidico giorno dell' Evento... al suono del Mezzogiorno... il vecchio Mocarino, ormai piuttosto stanco per il suo dar di zappa... alzo' lo sguardo verso Occidente, cioe' verso il Podere del Palazzo... per meglio potersi sincerare dell' orario... e cio’ alla vecchia ed affidabile maniera dei Contadini... regolandosi cioe' con le ombre degli alberi...
Di alcuni particolari alberi, naturalmente… che Mocarino – per giunta - conosceva molto bene…
In cio', alzando lo sguardo... il buon Mocarino… vide Padre Luigi*****   - il vecchio e malandato Parroco… anziano si', ma ancora pieno di grinta ancorche' piuttosto malferma – che dal Podere
del Palazzo se ne scendeva giu'... pian piano… lungo lo stradello che costeggia la macchietta
(detta allora del Marcheciano)... e che quindi si immette nella piu' grande macchia sottostante... detta – questa -- “de Fortunato” per poi arrivare fino al Fiume...
Una volta attraversato il Chiascio, una piuttosto impervia e fangosa Strada comunale... ti consentiva
di risalire il declivio… che li' in quel punto era pure in forte pendenza... e quindi, passando proprio in cima al campo di Mocarino... si poteva guadagnare la ben piu' agevole Strada detta “dei Saleni”,
in terra battura... per quindi immettersi nella ben piu’ agevole (e asfaltata) Via Flaminia, e giungere cosi'… all' abitato di Villa, distante ancora piu’ di un chilometro...
Da li', il vecchio Parroco poteva poi agevolmente proseguire…sempre lungo la Flaminia.. alla volta di Costacciaro, dove aveva sede la Parrocchia... e quindi anche la sua Casa...
Il suo mezzo di locomozione?

Ebbene... era il Cavallo di San Francesco... un po' lento e faticoso si' certamente...
pero' era anche molto valido – non si rompeva mai – e quindi anche assolutamente affidabile...
Si andava cioe' a piedi…
 per quanti moderni ed augusti Signori, magari di Citta’...
non l' avessero ancora proprio capito!...
                                                                      *****

E cosi'... nel suo impervio e faticoso scendere verso il Fiume... aveva, questo vecchio e povero Frate... ancora su la sua Cotta, in quel bel bianco... che il gagliardo Sole del Mezziogiorno la faceva apparire ancor piu' bella e lucente, come se fosse di madre-perla... e peraltro anche ben in risalto…
tra il verde dei prati, ed anche  quello degli alberi.
     
Aveva inoltre – il buon Padre Luigi ***** -- al suo braccio sinistro... ‘l canestro dei ovi... con dentro anche la Stola, emblema e strumento del Ministero Divino... e che a Benedizione terminata... – come del resto prescrive il Regolamento Canonico –  egli aveva accuratamente ripiegata in piu' parti... e per meglio proteggerla durante il suo viaggio di ritorno, l' aveva poi diligentemente riposta nel canestro stesso, propio sopre i ovi...
    
Proprio – cioe’ – sopra le uova…

Aveva inoltre, sempre nella mano sinistra... l' Acquasantiera... con dentro l' acqua benedetta
ancora residua dalle abluzioni delle Benedizioni... e quindi il relativo Aspersore o Aspersorio...
Nella destra, poi... egli aveva il suo nocchieruto bastone di corniale... bello e consunto...
nobilitato cioe' dall' uso,,, e dal quale il vecchio Frate... ormai da qualche anno... non si separava mai… E cio’, per la verita’… neanche in Paese, e nelle strade comunque molto piu' agevoli...
                                                                       *****

“Ma guardelo la'... 'sto Frataccio vagabondo...   penso' affettuosamente il vecchio Mocarino
che se'l potesse... porta' via... la Pinara...”
                                                                       *****
        
Era... quella dello sfotto'... tra i vecchi Contadini... ed  i loro coetanei... Uomini di Chiesa...
un’ usanza  molto ben radicata… nelle Menti e nello Spirito…dei nostri Paesi... ma soprattutto delle nelle nostre Campagne... e il motivo... era fin anche troppo evidente e semplice...
       
Gli Uomini di Chiesa, infatti, erano soliti rimproverare molto aspramente i Poveri Contadini...
per via delle loro belle e robuste… quotidiane Bestemmie... ovvero per i loro “moccoli”...
tanto che c' era fin anche – in Paese -  chi si vantava... che ad ogni mezza parola... faceva regolarmente seguire...  il proprio”moccolo”...
“Perche’ ce sta bene…
 - commentava a volte maliziosamente qualcuno –
     
 propio comme ‘l cacio sui maccaroni…”
                                  
“…e si ‘ppo’ ce ne metti
     
…‘nna bella manciatella…
           
 lu’ ce sta anchi mejio!...”
                                                                       *****

In questo, pero', noi Umbri... – come peraltro ho gia' avuto modo di riferire anche altrove –
abbiamo sempre avuto... un complesso per cosi' dire di vera e propria sudditanza linguistico-culturale... nei confronti dei nostri cari e simpaticissimi… vicini Toscani...

Ma cio',,, non gia' perche' loro fossero piu' bravi o magari solo piu' ricchi... ovvero semplicemente piu' fortunati di noi... bensi' per il solo ed unico fatto... che loro sapevano bestemmiare... molto,
ma molto meglio di noi...

La loro bella smoccolata, insomma...

…Che tanto… e proprio tanto…

- specie agli occhi di noi Giovinastri - sapeva di Poesia!...

… Speva di Poesia… o anche…di Pia Orazione…

… E quindi di Preghiera!....

Assurta quindi – per le nostre Brave Genti di Campagna, e degli Uomini in modo particolare –
 
ad una sorta di… vera e propria Arte, ancorche’ paesana… o meglio ancora rurale…
era la smoccolata… un’ Arte

– per cosi’ dire –  di tutto… e proprio tutto rispetto...

E qui… io non sto… affatto scherzando...
                                                                        *****

Orbene, le nostre brave ed oneste Genti di Campagna – e qui mi riferisco sempre… soprattutto agli Uomini – che andavano regolarmente in Chiesa la Domenica... quando potevano, naturalmente...

Che facevano abitualmente le loro belle e pie Carita'... a Preti, Frati, Fattucchieri e Questuanti vari...

Che aiutavano generosamente il Prossimo... ed anche i Mendicanti di altri Paesi...

… e le stesse Persone sconosciute... che vagavano di casa in casa...

… a mendicare anche… magari solo un misero pezzo di Pane...

Ebbene... le nostre brave ed oneste Genti di Campagna... che sostenevano senza eccezioni tutto
il Clero locale... sia secolare che regolare...

quando c' era qualcosa che a loro andava storto...

allora... scavalcando a pie' pari… tutte le loro belle Gerarchie… Ecclesiastiche e non...

(perche’ del Patrio Governo… nessuno mai sapeva che esistesse… se non – magari -- come…
di  un’ entita’ … molto, molto  remota, astratta…  e anche qui… a volte…  solo per sentito dire!…)

E cosi’… loro se ne andavano a protestare direttamente dal Capo… dal loro Capo, insomma…

Se la prendevano quindi direttamente con l' Onnipotente...
Proprio per rimproverare a Qualcuno... che non stava piu' rispettando i patti...

…che stava quindi barando...

e che quindi andava energicamente… redarguito e punito...

e all' occorrenza... pestato anche ben bene!...
                                                                         *****

Orbene… per poter meglio comprendere l’ origine ed anche il significato intrinseco della Bestemmia… (e non gia’ per giustificarla o magari per condannarla “tout court”… che gia’ di sedicenti intellettuali o intellettualoidi… che parlano cioe’ senza sapere… magari solo perche’ hanno la bocca, la lingua… e con esse anche il dono della parola)… sara’ quanto mai utile…
aprire qui un piccolo e doveroso inciso… e richiamare brevemente il sostrato linguistico-culturale della Civilta’ Contadina… della intera Italia Centrale, ma con particolare riguardo alle Genti della Toscana… ed anche a quelle dell’ Umbria…

Per cui alle Persone che ti facevano un grosso Sgarbo… o che non rispettavano piu’ l’ Amicizia…
o la Stretta di Mano… o piu’ semplicemente la Parola data… per disonorarle – soprattutto in Pubblico – secondo una vecchia usanza… che pare risalga ormai… proprio alla notte dei Tempi… quando le si incontravano… si lanciava loro contro il Cappello – avendo pero’ cura di non colpirle… se non nel caso di un Torto particolarmente grave.  Cio’ avveniva soprattutto durante le Fiere… con particolare riguardo a quelle del Bestiame… e dove maggiore era l’ afflusso di Gente…
E quello – il lancio cioe’ del Cappello -- era segno… di grande disonore

Ovvero addirittura d’ Infamia…

Per cui certe occasioni… ivi comprese le Feste di Paese… venivano sempre il piu’ possibilmente evitate… da parte di chi -- magari – vi aveva qualcosa da nascondere o da temere…

Ma con la Divinita’… era poi tutto un altro paio di maniche…

Non la si poteva incontrare oer la Strada…

e neanche alla Fiera…

E se e’ per questo… non la si poteva incontrare -- almeno visivamente -- neanche in Chiesa… nascosta  Lei, com’ era -- o comunque come allora… ti facevano spesso ben volentieri credere –  dietro il Tabernacolo!...

E cosi… la Bestemmia – anche ben volentieri in Pubblico – era per le Nostre Brave e
Laboriosissime Genti di Campagna… la loro unica… povera e misera Arma…
non tanto gia’ per farsi ascoltare… bensi’ solo per vendicarsi… del torto o magari…
anche dello sgarbo da loro subito…
                                                                  *****
Senonche’, pero’…sia i Preti che i Frati... non perdevano mai occasione per rimproverare...
anche molto aspramente... i nostri bravi ed onesti Uomini di Campagna... perche' questi, con
le loro robuste e convinte Bestemmie... gli andavano a vanificare – a loro dire – proprio le loro
Preghiere... i loro Digiuni... I loro bei
“mea culpa… mea culpa…”
ed anche le loro Privazioni...
Gli andavano quindi per cosi’ dire… in concorrenza, insomma… tutto qui…
E per questo, spesso e volentieri, si arrabbiavano anche molto animosamente con questi
poveri Malcapitati… I poveri Contadini, per l’ appunto!...
E vieppiu’ essi vi si arrabbiavano…per poter magnificare al massimo… le loro spirituali “prestazioni” di veri e propri intermediari con l’ Altissimo…  e cio’ al fine soprattutto…
di poter poi lucrare… un ben piu’ robusto… e generoso Obolo…
in Sede di Questua… di Santa Romana Chiesa…
Tutto qui…
                                                                        *****

Per contro, questi bravi ed onesti Uomini di Campagna... rimproveravano sempre... ed anche molto volentieri... a Preti, Frati, e Questuanti vari... di essere essi stessi  degli autentici Vagabondi...

Che non si vedevano sistematicamente mai, in Campagna...
quando c' erano da fare i duri Lavori nei Campi...
quando per la verita’ anche un piccolo, piccolissimo aiuto…
… magari solo careggiando due o tre gregne de grano
Sarebbe stata una vera manna, ed anche una vera provvidenza…
E invece… niente proprio niente in assoluto di tutto cio…
Che quegli Emeriti Vagabondi… erano invece sempre regolarmente e puntualmente presenti...
anzi, io qui direi… proprio omnipresenti… ogni qual volta c' era da raccogliere...
Grano, Granturco, Mosto, Lana, Uova e quant' altro... erano le regolari Questue... 
Ad esse poi se ne aggiugevano anche altre due o tre, in genere a Natale... a Pasqua...
 
e in occasione della Festa del Santo Patrono...
Una di queste Questue – se non erro quella del Grano – era detta la Questua per il Composto...
e doveva essere particolarmente generosa e abbondante, perche' doveva servire principalmente
per il sostentamento del Clero locale e per le stesse necessita' della Chiesa.
Ma io ero ancora bambino... e non ho mai saputo... che cosa volesse poi dire... qui... la parola
“Composto”...   E una volta diventato grande... io – purtroppo – con tutto il MIO MONDO
che nel frattempo era tutto praticamente cambiato… proprio intorno a me…io non ho poi piu' trovato nessuno… che me lo potesse poi… adeguatamente spiegare... 
Per cui… come se fossi stato io stesso LETTERALMENTE TRAVOLTO DAGLI EVENTI…
io  lascio qui… ben volentieri ad altri... questa bella e gravosa Gatta da pelare... 
Neanche a dirlo, il mio pensiero... qui… va al mio caro Amico Euro Puletti, da sempre appassionato Cultore della nostra Storia Locale... al quale questo modesto Scritto - dopo la sua preventiva e sportivissima Approvazione, necessariamente e doverosamente “a la ceca”…ma che pur c’ e’ stata  -- viene, con cio’, affettuosamente dedicato...
                                                                     *****
Il vecchio Mocarino, intanto... seguiva con una certa trepidazione... il lento e difficoltoso incedere di quel povero Frate... lungo il ripido e fangoso sentiero del pendio...
Egli aveva altresi' calcolato... che gli ci sarebbero voluti almeno una decina di minuti buoni... perche' il vecchio Frate... potesse guadagnare il Chiascio... e quindi, attraversato il Fiume... risalire poi su… per la ripida e in quel tratto impervia Strada comunale – e… tutta scarrocciata com’ era dalla abbondantissima acqua piovana – e giungere cosi’ fino al campo suo...
Aveva in cio’… il buon Mocarino... fin anche deciso di smettere un po' prima di lavorare...
Ed aveva anche deciso… di andare a recuperare la Somara che brucava l' erba nel greppo del suo campo... attaccarvi poi il Carretto... e di dare cosi' un bello strappo... a quel povero e malandato Frate, almeno …fino a la Villa...
Dieci minuti di tempo, dicevamo... rigorosamente calcolati “a  occhio...” ma comunque in modo
pur sempre molto affidabile... secondo le beneamate (ed anche ben  rimpiante)... gran belle Usanze delle nostre splendide ed amate Campagne…
Passarono cosi' non solo i dieci minuti... ma anche il quarto d' ora...

Ma del Frate... – pero’ --  non v’ era piu’… traccia alcuna... 
Quasi che lui stesso... per un qualche strano Miracolo… si fosse in qualche modo volatilizzato...
“Se sara' forse fermato... a fa’ qualche bisogno...”
– penso' il bravo Mocarino – in cio' magari  approfittando... della vegetazione piuttosto fitta e rigogliosa che sorge lungo il Fiume e che quindi puo' ben assicurare tutta la necessaria riservatezza...  anche ad un vecchio e pudico Frate… di morigerati Costumi…
Ben altro, quindi… delle Pubbliche Latrine della ben piu’ famosa  Ostia Antica…
… dove tutto avveniva non solo all’ aperto… ma anche in grande promiscuita’…
… proprio sul Decummanum Maximum – il Corso Principale della Citta’—
Si’ che le stesse Pubbliche Autorita’… potevano cosi’… assai ben vederli…
E neanche senza tanti sotterfugi o fronzoli…  bisogni del Popolo!...
E poi, neanche a dirlo...  nei pressi del Fiume Chiascio – come anche degli altri corsi d’ acqua,
li’ nella zona - vi cresce in abbondanza anche il falaschio... cioe' il surrogato della attuale nostra carta igienica... ad uso e consumo delle nostre pur sempre  umili e laboriose… oneste Genti di Campagna...
Ma il falaschio e' pur sempre da usare con molta cautela... perche' le sue foglie sono piuttosto taglienti, proprio come quelle del grano, del granturco, e delle piante graminacee in genere...
Ma l' alternativa sarebbe stata solo quella delle foglie... verdi o secche… asciutte o bagnate che fossero…  Ma quelle giuste, pero'... non erano sempre agevoli da trovare… e men che meno…
erano esse sempre… a portata di mano…
                                                                     *****
Se non che... dopo i dieci e i quindici... come passarono anche i venti minuti...
senza che si vedesse spuntar su per la Strada… il vecchio e povero Frate...
un forte senso di angoscia, anzi direi... di vera e propria colpa e di paura...
pervase il povero Mocarino...
Gli pesava ormai… proprio come un Macigno… quel suo scherzoso… ed innocente auspicio…
“… che se’l potesse… porta’ via… la Pinara!...”

E cosi’… a quel povero Mocarino… come piu’ tardi lui stesso racconto’… gli vennero addirittura… proprio gli incubi!...
                                                                  *****

Vuoi che Qualcuno, magari... in ben piu' alto loco... –  penso’ lui  
 lo avesse magari per davvero ascoltato il buon Mocarino...
nella sua pur sempre arguta e spiritosa… ma al tempo stesso… anche molto innocente battuta...
“… che se’l potesse… porta’ via… la Pinara!...”
…e che quindi… con un autentico Scherzo… non solo da Frate…

ma fin anche… addirittura… da Vescovo o da Cartinale...

lo avesse fatto per davvero finire…

proprio col culo a mollo

– tanto per dirla proprio alla Paesana  

…a quel vecchio e povero Frate?...
                                                                        *****
Ebbene, preso da un profondo Rimorso...e tormentato da un forte, anzi fortissimo Senso di Colpa… il vecchio Mocarino non ci penso' su due volte... ma d' impeto lui stesso getto' via la Zappa...
e quindi  si diresse, a grandi e frettolosi passi… giu' verso il Fiume... 
                       
Nell' ultimo tratto... pero'... egli rallento' di molto l' andatura... si fece molto piu’ cauto e guardingo
nell' incedere...  Magari per non disturbare il vecchio e povero Frate... nel suo pur sempre possibile... Bisogno corporale!...
 
Macche' bisogno corporale!!!....


Giunto furtivamente a solo pochi passi dal Fiume... il vecchio Mocarino scorse quel povero
Frate... che non solo era finito in acqua... con tutto il suo povero bottino,  l canestro dei ovi...
ed anche con i suoi stessi Paramenti Sacri... la Cotta… la Stola…  e fin anche l' Acqua Benedetta...
Quest’ ultima, cosi'… ando' a ricongiungersi ed anche a mescolarsi... ancora una volta…
con quella stessa…
“Sora Acua”... (alias: Sorella Acqua)… di Francescana memoria…

Che per l’ occasione… era proprio quella… ancor piuttosto fredda e torbida… del Fiume Chiascio… ancora molto vicino… alle limacciose sue sorgenti, nei pressi dei Prati della Ferba…

E cosi’… quella poca acqua benedetta dell’ Acquasantiera… mescolandosi a quella del
Chiascio… e poi a quella del Tevere… e quindi a quella del Mare ed anche dell’ Oceano…
Aveva con cio’ finito col benedire… tutto intero il Creato!...
                                                               ******
Orbene… diligentemente frugando… un po' qua e la'… nel gorgo e nella corrente... aveva cosi' racccolto, quel povero Frate...  quanti piu' ovi possibili... molti dei quali erano anche incrinati...
e poi...c' era pur sempre tutto un giallume in giro... specie sul greppo del Fiume..
per via dei ovi che nel cadere vi si erano rotti... e dei ventelli che vi si erano disfatti, tutti in giro...
Delle chiare… invece… nessuno ha mai riferito…
E quindi di esse – al momento – nulla ancora… mi e’ dato di sapere…
“…Ma… do’  c’ enno i ventelli… c’ hon da esse per forza…anchi le chiare!...”

Cosi’, ancora una volta… recita la nostra brava e proverbiale… Saggezza Contadina!...
                                                                 *****

Orbene’… chinato verso il Fiume... e quindi dando le spalle all' accorrente Mocarino...

il vecchio Frate si era tolto, nel frattempo… sia la Cotta che la Tonnica...

Che egli ora torceva entrambe... piu' con la forza della disperazione...  

che con quella poca forza fisica… che – nonostante la sua disavventura -  

ancora pur sempre… gli restava in corpo...
                                                               *****

Non visto da nessuno... – o almeno cosi’ pensava… --

ed anche ben protetto… sia dalla rigogliosa Vegetazione che sorge lungo il Fiume…

ma protetto vieppiu’ dal Sano… dal Fidato… ed anche  dall’ Amico… Ambiente Contadino…

e quindi sentendosi lui stesso ben bene al sicuro…

proprio come se fosse nel suo Regno…

Se la bestemmiava a gran voce… il vecchio e povero Frate...

“Porco qui...   Porco la'...

“Cane qui,,, e Cane la',,,

Era tutta… - anche qui -- una litania continua...

Una smoccolata, insomma, che – con il dovuto rispetto – poteva ben apparire, agli occhi dei curiosi e dei maligni… fin anche piuttosto divertente...

Sentire un pio Uomo di Chiesa…  e per giunta un Frate...

che se la smoccola su… proprio alla grande...

e fin anche assai peggio… di un Carrettiere... 

…Non e' certo – questa -- una cosa... che capiti poi tutti i giorni... 

Un bocconcino veramente ghiotto, insomma!...

E cosi’… per il buon Mocarino... ormai ben alleviato e sollevato nello Spirito…
per lo scampato Pericolo…
fu quella… un’ occasione veramente unica…
Come se fosse, per Lui… una vera e propria forma di Liberazione…

Di Redenzione… da tutti i suoi Peccati…

E non solo da quelli passati… ma vieppiu’ anche da quelli futuri…

Si’ che lui – il buon Morarino - poteva ormai togliersi via… qualche bel sassolino dalle scarpe...

avendo ormai lui stesso… colto in bella flagranza il Frate...
nella sua tutt' altro che edificante…

Lettania… a la Paesana!...
                                                               *****

E cosi' Mocarino... ormai ben ritemprato nel Corpo e nello Spirito per lo scampato pericolo...
e per quel suo sinistro, ancorche’ scherzoso auspicio…

“… Che se ‘l potesse porta’ via… la Pinara…”

prese cosi' a gustarsi ora ben bene… tutta la scena...

Dopo di che... per farsi notare dal Frate... ando' per schiarire la voce...
come se fosse dalla raucedine…
-- da la raganella,  paesanamente parlando --
E    non sentito -- simulo' poi… anche qualche colpo di tosse...
Si volto' d' improvviso, il vecchio Frate...

Continuando pur sempre a bestemmiare... come se nulla fosse...

E comunque… potendo pur sempre contare e fare affidamento...
sull' amico Ambiente Contadino… che di certo non l’ avrebbe mai tradito…

e a fare affidamento altresi’ sulla piena e leale comprensione…

delle Gran Brave ed Oneste… Genti dei nostri Luoghi…
                                                                   *****

Nel vedere cosi’ quel vecchio e povero Frate…
non piu’ minacciare dal Pulpito i suoi Fedeli…
con la paura del  Giorno del Giudizio…
“Dies  irae, dies illa….”

e… con il fuoco… e le fiamme dell’ Inferno…
Ma con la salutare sua caduta in acqua…
e con le uova stesse… in buona parte andate…
 -- anch’ esse  -- a farsi benedire…
Ora il vecchio Frate… aveva assunto una Veste molto piu’ umana…
anch’ egli – ormai’ -- di Peccatore…
Proprio come uno di loro…
Si era fatto, insomma… Uomo lui stesso… tra gli Uomini…
ed anch’ egli alle prese – come pur sempre era -- con i loro stessi problemi…
di fatica… di stenti… e – perche’ no… -- anche di sopravvivenza!...
Ed ovviamente… reagendo anche lui… nel loro stesso e identico modo…
Cioe’ con la Bestemmia…
Con la sua bella… Sfilza de Bastigne

-- la Litania al contrario --

Che e’ pur sempre – cecche’ se ne voglia o se ne dica --…

Anch’ essa… - tutto sommato – e pur sempre… una forma di Preghiera!
                                                             *****

E cosi’, al vecchio Frate… non gliene frego' proprio un bel niente…
non solo della presenza fisica dell’ accorrente Mocarino...

Ma… se ci fosse stato anche il Suo Vescovo...
…o magari anche il Papa, con tutta la sua Curia…

o magari anche al completo…la stessa sua Chiesa universale...

 “…atque Militiae Celestis Exercitum…”

Tanta e poi tanta era la rabbia e la bile... che quel povero Frate aveva  in corpo...

che se ne sarebbe fregato e strafregato, proprio alla grande... anche di loro…

Anzi, proprio direi… di tutti quanti loro…

…messi insieme!...
                                                 ******
“Oh Zi' Fra?... – esclamo a quel punto… e a gran voce Mocarino –
                   
“Que  c' e' Mocari'?...  – ribatte' il Frate –


“Ma come sarebbe a di’….  – incalzo' curioso e arguto Mocarino, che quindi prosegui – 

“... ma Vo' 'mpreddicate... che ìn s' ha da bastigna'?

Al che il vecchio Frate...  colto proprio nel vivo… ma ancora lui stesso furibondo…
e in preda all' ira.. con gli occhi che fin quasi… gli uscivan dalle orbite…
cosi' gli rispose...
 
“’Mbeh, Mocari'... vede de non me li rompe anchi te…
 … i Cojoni santissimi...

“Perche' 'l sai que te dico... Mocari?....
“’Mbeh?.... Que me dicete Zi Fra?”  - soggiunse a quel punto… provocante Mocarino...
Al che il Frate, sempre gonfio di rabbia…
con  compassato orgoglio... e stavolta beffardo pure lui…
gli  rivolse poi quella sua storica espressione… 
 
che – in quei Luoghi – e’ poi divenuta davvero proverbiale (*):

                                                    
                                                     “QUANNO  CE  VOLE…
                                                     
                                                                CE  VOLE!...”
                                                                 *****
          
(*)  ‘l diceva anchi Patre Luige… /  lo diceva pure Padre Luigi…
 
EXPLICIT
 
 
Lo Zio Marco Morelli – Fratello di mio Padre – era solito raccontare questo fatto VERO...
che gli era stato a suo tempo riferito  direttamente dal  Compar Mocarino...
Il rapporto di Compare (dal latino “cum Patre”, cioe' letteralmente “con il Padre” e per
estensione, quindi di “Padre aggiuntivo”) e di Comare (Cum Matre, cioe' “con la Madre”
e per estensione quindi di “Madre aggiuntiva”) era molto vivo e sentito tra le nostre umili e laboriose, oneste Genti di Campagna...
Cosi' come particolarmente vivo e sentito… era anche il rapporto di Vicinato...
                                                            
                                                         “Anchi la Regina...
                                                        
                                                           Ha bisogno de la Vicina...”

Recita un altro detto… nostr saggio Proverbio paesano!...,
Lo Zio Marco, quindi mi riferi'... che il vecchio Mocarino... aiuto' poi il Frate a raccogliere
le sue poche, povere cose... lo prese per il braccio e quindi lo accompagno' su, fino al suo campo...
E qui… dopo aver sciolto la Somara... lui la attacco' al Carretto... e vi fece salire su il vecchio
Zi’ Frate con le sue poche, misere cose... mentre Mocarino stesso – per non affaticare troppo la Somara – preferi' farsi… tutta quella strada fino al Paese... con il beneamato ed affidabile

Cavallo di San Francesco…

A piedi...
                                                                      *****

Da spirito particolarmente arguto e gioviale qual era Mocarino... lui stesso  si rese ben presto conto...   che -- alla fin fine --  anche quel vecchio e povero Zi’ Frate... qunado lui stesso non parlava dal Pulpito... era pur sempre, anche lui… un pover' Uomo...

Ed alle prese, anche lui… con i suoi stessi quotidiani problemi… di lavoro e di sopravvivenza…
                                                                       ******

E vi viede lui stesso – il buon Mocarino --… li’ impressa e ben scolpita…
la figura stessa del suo Signore… e  Redentore…

del Gesu’ Cristo stesso… sulla Strada di Gerico…
La figura del suo Prossimo… insomma…

E vi vide altresi’… la sua stessa Figura…
come  se le Parti… per un crudele e macabro scherzo del Destino…

Vi si fossero – d’ improvviso -- invertite!
                                                                  ******

E cosi’ Mocarino… recuperato il Frate… lo accompagno' – sempre sul Carretto –
fino alla sua Casa di Villa...

Chiese poi alla Nuora di accendergli un bel fuoco...  Presto' lui stesso al Frate… dei panni
piu’… e piu’ volte rammendati si’… ma al contempo… puliti e ben asciutti...  

Poi lo rifocillo' ben bene.. ed anche in abbondanza… facendolo pranzare li’ con loro…
-- secondo le gran Belle e Sane Abitudini della Ospitalita’di quei Luoghi – e dove non manco’
di certo… un buon Bicchiere di Vino...
Che quello di Mocarino... era forse il migliore in assoluto... o comunque uno dei migliori Vini…
di tutto il Paese... – come doverosamente ci tenne a precisare ‘l Zi’ Marco…
Dopo il Pranzo, e con gli abiti del Frate ormai asciutti, caldi… e a lui nuovamente indosso...
Mocarino chiese alla Nuora di andargli a prendere la loro  marmitta dei ovi
Tolse via dal canestro del Frate… quelli che erano sporchi o incrinati… che quindi mise via
in un piatto… e li sostitui’  con quelli della sua marmitta… aggiugendovene poi diversi altri… 
Quindi Mocarino riattacco' nuovamente la Somara... e con il suo modesto mezzo di locomozione… il Carretto, appunto...  accompagno' poi ben volentieri il Zi’ Frate

… nel restante tratto del suo piuttosto avventuroso Viaggio…

… fin la’ in Parrocchia…

… fino a Costacciaro...
                                                  

                                                           FINE

Nessun commento:

Posta un commento