domenica 3 aprile 2016

COMMOVENTE STORIA DI PAOLO GIUSEPPE MORELLI


Allo scopo di rendere il dovuto Onore a PAOLO GIUSEPPE MORELLI
un Grande Villante ed anche all' intero Paese di VILLA COL DE' CANALI
che ebbe a dargli i Natali ormai quasi un secolo e mezzo fa...
Vi riproponiamo questo interessantissimo Saggio del Prof.  EURO PULETTI 
dal Titolo: "BREVE VITA DI PAOLO MORELLI DI VILLA COL DE' CANALI:
EMIGRANTE, NAUFRAGO, FANTE".
A nome di Noi Tutti, Amiche e Amici de:  "LA GALASSIA DEI MORELLI..."
desideriamo rinnovare il nostro Ringraziamento piu' vivo e sentito al Prof. Puletti,
per aver messo a suo tempo a disposizione di tutti Noi, il frutto del suo Lavoro...
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CITIAMO DIRETTAMENTE DAL PROF. PULETTI:
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""Alla memoria di Ugo Morelli, detto “Ughetto del Romano”, figlio di Paolo, uomo di grande intelligenza e laboriosità

BREVE VITA DI PAOLO MORELLI DI VILLA COL DE’ CANALI: EMIGRANTE, NAUFRAGO, FANTE Paolo Giuseppe Morelli di Giovanni (“Giovannino”), detto, alternativamente, “Paolino”, o “Il Romano”, perché, da ragazzo, era stato a falciare nelle campagne romane, ebbe una vita tanto breve, quanto lungamente segnata dai più tragici eventi del fato.
Nacque, Paolo Morelli, il 16 novembre 1883, alle ore cinque del mattino, presso il numero civico 49 di Villa Col de’ Canali di Costacciaro, distretto militare di Perugia, dal 31enne agricoltore Giovanni, e da Annunziata Pace, contadina e massaia. Il giorno 16 aprile 1910, Paolo sposò, in Costacciaro, Assunta Morelli, dalla quale ebbe due figli maschi: Ugo e Renato, rispettivamente nati nel 1911 e 1915. Paolino Morelli, dopo una vita travagliatissima, morì, a 35 anni d’età, il 10 dicembre 1918, alle ore due, presso il numero civico 41, sempre a Villa, per malattia, contratta in séguito alle ferite riportate durante la Grande Guerra 1915-1918, cui partecipò in qualità di soldato dell’88° reggimento fanteria.
L’emigrazione transoceanica
Emigrato, per necessità, negli Stati Uniti d’America, Paolino sbarcò nel porto di Ellis Island (New York), nel 1912, all’età di 29 anni, e lavorò duramente, per due lunghi anni, “nelle lontane Americhe”, come “minatore del ferro”.
Di Paolo Morelli, emigrato negli “States”, si conserva, tuttora, una foto, formato cartolina postale, spedita da Hibbing, o da Eveleth, nello Stato americano del Minnesota e realizzata dal noto fotografo locale Turnquist.
La tragedia del mare
Dal Minnesota, Paolo Morelli, come sicuramente altri minatori italiani, raggiunse il vicino Stato del Québec, in Canada, dove, per ritornare forse temporaneamente a riabbracciare i propri cari, il 28 maggio 1914, s’imbarcò sul maestoso transatlantico inglese Empress of Ireland (Imperatrice d’Irlanda), diretto a Liverpool, in Inghilterra. Alle prime ore dell’alba del 29 maggio, tuttavia, il vapore sul quale Paolo viaggiava, in terza classe, assieme ad altri lavoratori, fu speronato ad un fianco dalla pesante nave da carico norvegese Storstad e colò a picco in pochi minuti, trascinandosi per sempre dietro le vite di più di mille persone.
Paolo Morelli ebbe, però, la ventura si salvarsi e fu riportato, in Italia, dall’imbarcazione Corsican, assieme ad altri quattro connazionali sopravvissuti all’affondamento, fra cui uno, Nazzareno Lupini, di Ràncana di Costacciaro. Questo Comune, purtroppo, ebbe ad annoverare anche cinque vittime della stessa tragedia del mare, nelle persone di Giovanni Bucciarelli, di anni 52, Davide Fabbri (?), Giuseppe Marini (33), Cesare Pompei (28) ed Aurelio Sagrafena (30).
La moglie di Paolo Morelli, Assunta, doveva essere già incinta, allorché suo marito fece naufragio. Si racconta, infatti, che, quando, nei primi mesi del 1915, agli sposi nacque il secondo maschio, il padre volle chiamarlo Renato, e, ciò, probabilmente, a causa del fatto che la “Imperatrice d’Irlanda” s’era “arenata”, vale a dire che era miseramente colata a picco. A me piace, invece, pensare che il nome Renato, corrispondendo, appieno, al suo significato etimologico di ‘restituito a nuova vita’, volesse, nelle intenzioni del padre, alludere alla sua propria odissea di uomo, da poco “rinato” alla vita, cioè miracolosamente scampato ad un sicuro destino di morte.
La beffa dei mancati risarcimenti
Paolo Morelli aveva trentaquattro anni, quando fu chiamato a comparire di fronte all’allora sindaco di Costacciaro, Celso Bartoletti, il 22 giugno 1917, assieme all’altro scampato Nazzareno Lupini, dichiarando d’aver ricevuto danni, morali e materiali, dal naufragio dell’“Imperatrice d’Irlanda”, e, chiedendo, col firmare la richiesta di risarcimento, indennizzi e rifusioni, alla presenza dei testimoni Generotti Benedetto (detto “Bettino de Generotti”), di Clito, di anni trentatré, e Alimenti Antonio, di Luigi, di anni sessantanove. Nonostante il lungo e snervante iter burocratico delle richieste e delle domande, cui entrambi furono sottoposti, né a Nazzareno Lupini, né a Paolo Morelli fu, tuttavia, mai riconosciuto alcun beneficio o risarcimento.
L’agonia nella Grande Guerra e la conseguente morte
Nonostante le conseguenze fisiche e psichiche patite dal naufragio, Paolo Morelli, dopo aver lottato strenuamente per il lavoro, fu chiamato a combattere duramente per una Patria (da cui nulla aveva, in verità, mai ricevuto) nella Grande Guerra 1915-1918. Il suo fisico, tuttavia, già sfruttato dagli sforzi della miniera e dagli strapazzi del naufragio, non resistette molto di più alle fatiche ed alle ferite infertegli dalla guerra. Ritornò, infatti, da povero reduce, a Villa Col de’ Canali, che era, oramai, ridotto l’ombra di se stesso. Perì, lo sfortunato Paolo, come accennato, facendo appena in tempo ad assistere alla “mutilata” vittoria italiana, il 10 dicembre 1918, a Villa Col de’ Canali, dove il suo nome è inciso sul locale, artistico monumento ai caduti, realizzato dal valente scultore gualdese Giuseppe Pericoli, per eternare il nome delle ventuno vittime villanti nella Grande Guerra. Quando Paolo Morelli si spense, in conseguenza dei mali contratti in guerra, i suoi due figli, Ugo e Renato, avevano, rispettivamente, appena sette e tre anni circa. Una volta morto il padre, i due figlioli, ancora bambini, iniziarono a percepire la pensione quali orfani di guerra del genitore. Di Paolo Morelli conserviamo, oltre che una preziosa istantanea, scattata poco tempo dopo il naufragio, anche una bella foto da militare, in divisa da fante della Prima Guerra Mondiale, con la caratteristica mantellina grigio-verde sulle spalle. Nell’immediata periferia del paese di Villa Col de’ Canali, vicino all’ingresso principale della proprietà del defunto Dottor Ivo Puletti, esiste, tuttora, un nome di luogo che ricorda Paolo Morelli: “Il Passo del Romano”.

Paolo Morelli: l’emigrante, il naufrago, il fante
Euro Puletti ""

 

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