mercoledì 27 aprile 2016

IO, DA BAMBINO, DORMIVO... "A CUL PUZZONE!..."




Memorie e Storie  Villanti…      
(da:   “Io Bambino… Con  Orgoglio, Ricordo…”  di:  Ezio Morelli)
 
 
 
 Se c' e' una cosa che tuttora  io veramente  rimpiango della mia infanzia e' quella mia piccola cuccia… quando noi tutti, della grande Famiglia dei Morelli…  eravamo sfollati, in tempo di guerra…  su a Coldepicchio...
Si’ che nella Camera da letto dei miei Genitori… ma dove poi, data l’ emergenza, di fatto vi dormivamo in almeno cinque o sei persone…  E cosi’ io, proprio in un angolo della stanza… io li’… proprio in quell’ angolo… vi avevo pero’  tutto il mio Regno…
Avevo,  per materasso,  una vecchia "mbotita" piegata in quattro e pertanto bella comoda… con su un asciugamano bianco, piuttosto ruvido di tela, che mi faceva da lenzolo.
Un muro da un lato, e  un secondo muro ad angolo… ad esso adiacente…  Piu’ due belle valigie dagli altri due lati… che mi facevano quindi da sponde...  Erano belle piene e pesanti le due valigie, di modo che io non le potessi spostare. 
C’ era solo un piccolo passaggio nell’ angolo tra le due valigie, appena  appena sufficiente per il passaggio di me Bambino, che al tempo avevo appena un anno e mezzo e gattonavo…  Mi pareva pero’ di essere un Grande Principe… perche’ ad accudirmi e a farmi giocare       c’ erano ben quattro o cinque mie Cugine, tutte Ragazzette molto piu’ grandi di me… che proprio mi si litigavano…
La Benita, la Vincenza, la Vittoria e la Bruna…  queste erano le mie Cugine piu’ giovani… le altre invece erano gia’ ragazze, e alcune ormai anche da marito!...
La nostra Casa Colonica, che negli anni addietro era stata ampiamente ristrutturata e ingrandita per la crescente Famiglia… era proprio sul cucuzzolo del Poggio…
Al giorno, sul lato di ponente   quello cioe’ verso Feliziano --  noi giocavamo con una vecchia e piccola scala da pajiaro… a scivolare sulla paglia…
Qui  una delle Ragazze che con una vecchia corda (una morsa di vacca, tanto per capirci) legata al primo piolo della  scala… ci tirava giu’ per il pendio… mentre le altre tre  e io… eravamo invece tutti precariamente seduti sulla scala… che scivolava agevolmente su quella paglia asciutta, del vecchio Pajiaro che era stato appena disfatto.
Il Poggio, pero’ era piuttosto acclive, e quindi in pendenza… e non solo verso il Chiascio… ma anche verso un naturale avvallamento del terreno… per cui la scala, prima che potesse prendere troppa velocita’… vi si rovesciava sempre  e immancabilmente… con noi che finivamo sempre e regolarmente a fare il nostro      bell’ “atterraggio”  morbido sulla abbondante  paglia…
Un giorno, subito dopo pranzo… le mie Cugine andarono con le loro Mamme a lava’ la Bocata giu’ ‘l Chiascio… e visto che i panni erano tanti, mia Madre ando’ pure con loro ad aiutarle.   Io pero’  rimasi in casa con la mia anziana Nonna paterna, la Nonna  Otilde… che seduta su di una piccola sedia in Cucina,  era proprio vicino alla finestra… e intenta  a fare   il calzetto…
Quando le Donne tornarono, diedero una bella occhiata in giro... pero’ non mi trovarono…  e cosi’ presero a cercarmi  attentamente proprio dappertutto in casa,  ma non riuscirono a trovarmi…
Anche mia nonna, poveretta era disperatissima… Mi cercarono poi fuori, anche dietro casa, verso la pozza che era sul lato nord e dove si raccoglieva, grazie ad una pendenza opportunamente modificata… tutta l’ acqua piovana sia della casa che del terreno circostante… e che serviva da abbeveratoio per gli Animali …
Ma anche li’… tutto inutilmente, si’ che preva proprio che io fossi letteralmente sparito dalla circolazione… e che mi fossi proprio volatilizzato…
Intanto, mia Madre, le Zie e le mie Cugine cercavano e cercavano sull’ aia, nelle stalle, nelle cantine e fin anche nelle siepi … tutte attorno a casa…  
A un certo punto, pero’, la mia Carissima Nonna Otilde si trova a dover andare in camera    a prendere qualcosa…  le capita di avvicinarci alla mia bella Cuccia… e con sua grande, grande sorpresa… vede me bambino…  che beatamente e gustosamente…
IO ME LA DORMIVO… PROPRIO  “ A CUL PUZZONE…”
Mi diede allora… proprio una bella sculacciata sul Culo… al che io mi svegliai di soprassalto… e mi misi a piangere a dirotto proprio dalla Paura!...
Lei corse quindi subito alla finestra per dare il cessato allarme… si’ che da allora in poi… io diventai un po’ la Favola della Famiglia…
… del Bambino cioe’…
CHE DORMIVA GUSTOSAMENTE… 
…“A CUL PUZZONE!...”

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