giovedì 5 maggio 2016

NENETTO… E ROMEO: QUEI DUE GRANDI VILLANTI…. E IL LORO “SPIRITO CARDUCCIANO”…



… e ora, ecco a Voi la Seconda e Ultima  Parte del  nostra Racconto di ieri…

di EZIO MORELLI





Un bel giorno, pero’… un paio di vivide e disinvolte Dame della Compagnia… vollero fargli, al buon Giosue’ Carducci…  un bello scherzo,  per provocarne cosi’… anche la sua proverbiale irascibilita’.  

E’ proprio vero… Si incazzava molto facilmente, il buon Carducci…  Specie con i suoi Allievi…anche quando questi gli sbagliavano un semplice accento ritmico… magari nella lettura di una delle Elegie… ancorche’ minori di Albio Tibullo… ovvero nel Proemio… alle “Argonautica” di Valerio Flacco

                                      “Prima deum magnis animus freta, pervia natis
                                         fatidicamque ratem…”

Una vera e propria opera d’ arte… il Proemio.alle Argonautica… ma poi per tutto il resto, e’ robetta invero piuttosto spicciola e trita… e quindi di nesun significativo interesse…  Per questo – le Argonautica – oggi non le conosce piu’… quasi nessuno… tranne ovviamente gli studiosi…  Ma il Proemio, come gia’ detto… e’ proprio un tutt’ altro…

Una gran bella e splendida - di per se’ stessa - Opera d’ Arte… per cui anche sbagliarvi un semplice accento ritmico… era proprio come assestargli un grosso e formidabile pugno in un occhio… al buon Carducci… E  cosi’ lui… prendeva fuoco subito, subito…  e si incazzava alla grande…   anche per delle cose da nulla…

Figuriamoci poi… tutto il gran casino che lui stesso ti metteva in piedi… se appena appena… gli si dava – magari  -- un po’ di corda al grande e buon… incazzosissimo Giosue’ Carducci…

Senonche’ un bel girono… due argute e ben distinte Dame della Compagnia… vollero fargli proprioun bello scherzo…  Per problemi – verosimilmente - di femminile o di femminea noia, s’ intende…

Tanto per saggiare e magari anche per gustarsi… le sue reazioni… E per riderci quindi solo un po su…
anche con le loro amiche…

In barba al mitico… Giosue’Carducci…

Cosi’ – almeno – loro pensavano!
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C’ era sulla finestra di una sala attigua al Salone delle Conversazioni… un povero Canarino, che se ne stava rinchiuso li’, in una gabbia… a passare, piuttosto miseramente le sue giornate… -- tutte per Lui miseramente uguali -- e cio’ senza neanche pensare a che, magari… un bel giorno,
lui stesso – per uno strano scherzo del destino -- sarebbe comunque diventato piuttosto famoso…

E cosi’ le due Dame, toltolo a mani dalla gabbia… vollero poi liberare il povero uccellino… proprio nel bagno, dove peraltro  il buon Carducci… avrebbe poi riversato…   lo squallido sotto-prodotto delle sue spirituali esigenze…

Per dirla proprio in breve… -- alias --  le sue urine…

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Ma come egli si mise in bella posa… e prese a riversarvi il fragoroso liquido…a mo’ di rumorosa cascata… il povero Canarino molto si spavento’… e quindi prese a svolazzare a destra e a manca, in su e in giu’ in quell’ angusto locale…  – proprio come se fosse impazzito – e a svolazzare ancora in lungo e in largo… in quel luogo  -- invero -- assai misero e angusto…  Privo – com’ era - di altra via d’ uscita… se non la porta d’ accesso e che pero’… per l’ occasione… -- e neanche a dirlo -- era ben anche chiusa pure lei…

“Ma guardatu si’ che roba…
Qquelle gran brutte… bruttissime  Troie…’… 
e figlie di Buona Donna…” – penso’ il buon Carducci -- proprio incazzato…
anzi proprio direi incazzatissimo nero… come non mai!…,

“ Ma qui… adesso… bisogna giocare d’ astuzia… -- prosegui’ poi il Carducci, nel suo pensiero –
Perche’ altrimenti… quelle gran Troie la’…mi  fottono proprio in pieno… 

E una cotal fottuta… -- poi – uno se la  ricorda per sempre
e…  per me… -- cosi’ ancora Carducci –
per me  sarebbe proprio una rovina… E per giunta anche molto cocente…

Una grossa e grossissima fottuta…e anche  senza la vaselina…

Di quelle, cioe’… che ti fanno proprio gran male… 

Che – in ogni caso --  non ti lasciano scampo!...

Io debbo – quindi – in assoluto… e ad ogni costo evitare!…

Fin qui – ancora – Carducci…

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Decise, cosi’… di ricomporsi immantinente… e di far finta… proprio di niente…
Come se – alla fin fine -- nulla, di tutto cio’… fosse mai avvenuto…




E cosi’ lui se ne usci’ dal bagno… Nell’ anti-bagno…si lavo’ poi ben bene e si profumo’ le mani… e quindi si riordino’ i capelli…che egli aveva invero folti e ricciuti… e anche ben acceppati…
come se proprio fossero a guisa di cespuglio…
 
Assunse poi, una ben altra cera e sussieguo… si aggiusto’ ben bene ancora una volta i capelli…i baffi… e quindi anche la barba, che egli pure aveva …ben folta e riccioluta…
 
E cosi’…ben carezzandosi con la mano destra la barba… lui stesso -  con un incedere aulico, lento e al tempo stesso solenne – si diresse a  passi misurati… verso la Sala delle Conversazioni, dove peraltroc’ erano – neanche a dirlo -- le sue belle e ben curiose Dame ad attenderlo…
 
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Com’ egli apparve… sornione e a dir poco raggiante, come non mai… gia’ sulla porta del salone… le Dame, che per la verita’ ormai si aspettavano da lui una ben altra reazione… presero a scambiarsi l’ un l altra… delle vistose e micidiali… maliziosissime occhiate… proprio come se fossero dei virulenti dardi… lanciati da una possente balestra…
 
Non solo incredule… ma anzi, quasi direi esterrefatte… come se esse stesse non credessero proprio ai loro occhi…
 
Finche’ una di loro esclamo’: 
 
“Ma guarda un po’…  guarda come se la ride di gusto… il nostro caro Poeta…
la sua beneamata Eccellenza…L’ Illustre, anzi proprio direi…
l’ Illustrissimo Signore… Giosue’ Carducci…“
 
Al che Carducci  - del tutto imperturbato – e in assoluto senza in alcunche’ scomporsi…
flemmatico e sornione, com’ era in sua inveterata abitudine, ed anche nel suo stile…
dopo un’ attimo di pausa… e quasi di esitazione… che ancor di piu’ vi aggiunse alla suspense…
che pur v’ era.… tutta pervasa nell’ aria…
 
Con voce dotta e compunta… cosi’ loro ribatte’…
 
…con questo sapido e gustoso…
 
Suo proverbiale epigramma…
 
                                                           “Beh…
 
                                                            Ridereste ben Voi,
 
                                                             -- Dame garbate –
 
                                                            Se vi mettesser
 
                                                            l’ Uccel…
 
                                                             Dove pisciate!...”
                                                           

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