(di: Ezio Morelli)
Come “LA GALASSIA DE I MORELLI…” noi cercheremo di
farlo riconoscere dall’ UNESCO come “Patrimonio Universale
dell’ Umanita’” e come un Bene che appartiene quindi a tutti noi,
CITTADINI DEL MONDO…
…e non solo a noi Villanti…
.
Parliamo di quel Nostro Caro… Storico “FORNO” della Villa, che
In Occasione del nostro prossimo RADUNO DE “LA GALASSIA
DE I MORELLI” di quest’ Estate… noi faremo gentilmente aprire…
come del resto la Chiesa… affinche’ Voi tutti possiate dare almeno
uno sguardo… e renderVi quindi conto… di Cotanta Nostra Civilta’…
Va detto al riguardo, che attorno a questo Storico FORNO…
gravitava praticamente TUTTA LA VITA DEL PAESE…
FIN ANCHE PIU’ DELLA CHIESA…
Perche’ se della Chiesa, almeno, qualcuno avrebbe benissimo potuto
farne a meno… DEL FORNO, INVECE -- VOLERE O VOLARE --
NE AVEVAMO BISOGNO NOI TUTTI, SENZA ECCEZIONE…
Almeno fino ai primi anni ’60… quando i vicini Forni di Scheggia e
di Costacciaro… hanno cominciato a vendere il loro Pane nelle locali
Botteghe anche del nostro Paese.
IL FORNO, COME LA CHIESA… e' tuttora di proprieta' esclusiva
degli Abitanti di Villa, e sorge su un’ Area che era al tempo di proprieta’
dei Morelli… i quali di fatto vi hanno costituito un “COMODATO
D’ USO GRATUITO” a favore di Tutta indistintamente la Popolazione
di Villa.
Che questa, Signore e Signori miei Carissimi… e’ la Civilta’ di Noi
MORELLI… che pur si tace… furbescamente in giro!
Le Famiglie del Paese avevano di fatto costituito una sorta di
“Condominio” dove esse si erano accordate circa il Suo Utilizzo e
la Sua Regolamentazione.
Il Pane veniva cotto a TURNO… settimanalmente, dal Lunedi’ al
Sabato… mentre la Domenica era riservata agli usi per cosi’ dire
“Straordinari”.
Questi usi cosidetti “Straordinari”, in genere, comprendevano…
le cotture degli Arrosti, delle Patate al forno, Zucchine, Melanzane…
e anche dei Dolci. Parliamo qui soprattutto dei Ciambelloni, Biscotti,
le Paste, le Crostate e i Saporitissimi e gustosissimi “Denti”.
Oltre, ovviamente… alle Torte di Pasqua, quand’ era di stagione…
dolci e al Formaggio…
I “Denti…” pero’ NON erano autoctoni dei Lughi, ma la loro
Ricetta era di importazione dalla Campania e in Particolare dalla
zona di Napoli-Salerno. E come mai da cosi’ lontano?
Per rispondere a questa domanda, noi interrogheremo la Storia dei
nostri Luoghi, e in particolare la Storia di Vincenzo Filippini,
originario del vicino Paese di Costa San Savino… che era l’ ultimo
dei Fratelli della mia Nonna Paterna, la Ottilia Filippini…
Ebbene, Vincenzo Filippini (Senior) fu assunto in Ferrovia a Foligno
e gia’ con i suoi primi Soldi… volle costruirsi una bella Casa alla
Villa… per poter stare cosi’ vicino alla sua Sorella, mia Nonna.
Lui ha avuto due Figli Maschi: Ugo e Americo, piu’ una figlia
Femmina, Maria… che in Paese era meglio conosciuta come
“la Marietta de Vincenzo”. Loro abitavano tutti a Foligno, dove
la Zia Marietta, che non si era mai sposata… ha accudito i suoi
anziani Genitori fino alla loro morte.
Sia Ugo che Americo sono poi entrati in Ferrovia, Ugo alla Officina
Grandi Lavori di Foligno e Americo invece al Compartimento di
Napoli e destinato a Salerno… Qui lui ha conosciuto una Ragazza
del posto, la Zia Avallone Aida… e l’ ha sposata.
E’ stata Lei, ancor Giovane Sposa, ad aver fatto conoscere i “Denti”
alla Villa… e per l’ esattezza alla Morelli Angela, la mitica “Udovina”
la cui Figlia, Olanda, si era appena fidanzata con Vincenzo Filippini
(Junior), Figlio di Ugo… e quindi Primo Cugino con Americo.
E la fortuna dei “Denti” alla Villa… e’ dovuta soprattutto alla
Grande “Lelletta” che li faceva praticamente tutte le Domeniche,
e non solo per loro in Famiglia, per Amici e Parenti… ma lei li
vendeva anche nella sua Bottega, oltre che regalarli ai Bambini,
quando accompagnavano le loro Nonne o le Mamme a fare la Spesa!...
Orbene, tornando adesso al nostro Caro FORNO della Villa, dovremo
dire che ogni giorno si facevano TRE TURNI, e in ogni turno si
cuoceva il Pane di qualche Quattro o Cinque Famiglie… la Capienza
di una “ ‘nfornata” essendo di circa 40 file (oggi si dice “Filoni” )
di Pane…
Salvo disponibilita’… nel forno, assieme al pane si cuocevano
anche i “TORTI” i quali erano delle specie di “Focacce” schiacciate
e bucherellate… condite con Olio e Sale… oppure con Olio e
Zucchero, a seconda dei gusti.
Il PANE, da noi era “SCIAPO” cioe’ senza sale… perche’ con il Pane
da noi si faceva largo uso della “Carne di Maiale” (Salcicce, Salcicioni,
Cotichini, Lonze, Capicolli, Presciutti e Spalle…) che per poter essere
conservati avevano bisogno di abbondante sale…
I turni, indicativamente, erano alle 08,30 - 10,00 - 11,30.
Ma poiche’la mattina occorreva“riscalda’ ‘l forno”, si cominciava
con il “da foco dal forno”… per cui ci voleva un po’ piu’ di tempo
per portare il forno in temperatura, per cui le operazioni preliminari
cominciavano una mezz’ oretta prima, cioe’ verso le otto.
Tra una “cotta” o tra una “’nfornata” e l’ altra… essendo il forno gia’
piuttosto caldo, ma non a sufficienza per poter cuocere l’ infornata
dopo, si diceva che “s’ ardeva su’ da ‘l Forno…” nel senso che si
“ravvivava” il Forno.
Per il Forno NON si usava la legna nel senso proprio del termine,
ma si usavano principalmente le fascine di spine, residui del Taglio
delle Siepi lungo le Strade , ivi comprese quelle di Campagna, come
anche lungo i Fiumi o i Torrenti (da noi detti “fossi”).
Si usavano anche i Sarmenti (detti “Ciormenti” nell’ idioma nostro
Locale) e le “Pendazze…”, cioe’ i Tralci residui della Vendemmia
nonche’ le “Fascine de Frasca”.
Queste erano i residui della Potatura degli Alberi di Pioppo, di
Olmo e qualche altro… una volta che le loro Foglie -- proprio
come le gia’ citate “Pendazze” -- erano state “speluccate” dalle
Pecore… del quale fogliame loro erano particolarmente ghiotte.
I TURNI SETTIMANALI ERANO A ROTAZIONE al loro interno.
Il che vuol dire che… chi in una settimana si e’ trovato a beneficiare
del TERZO TURNO (e che quindi aveva dovuto utilizzare meno
fascine per “arda’ su’ da ‘l Forno”)… la settimana successiva passava
al PRIMO TURNO, il che richiedeva un maggior consumo di fascine.
Lo Scambio occasionale del Turno ovvero del Giorno… era sempre
consentito, previo accordo tra le parti interessate, e ovviamente nei
Limiti di capienza o di compatibilita’ del Forno.
Al Pomeriggio non c’ era quasi mai Cottura del Pane, salvo in casi
eccezionali, come ad esempio in occasione di Matrimoni, con i
Pranzi fatti in Casa… ovvero per la Cottura dei Dolci o delle Paste
O delle Ciambelle… e dove agli Sposi venivano date sempre
TUTTE LE PRECEDENZE… e con l’ intero forno che veniva
messo a loro completa Disposizione, per tutti il tempo necessario…
Le Famiglie nell’ ambito soprattutto dello stesso Turno dovevano
essere molto ben affiatate e rispettare i Tempi di Lievitazione del
Pane… si’ da poter poi tutte infornare al loro turno…
UN MIRABILE ESEMPIO di Paesana Funzionalita’… ma anche
un raro anzi – se mai – rarissimo Esempio di Civilta’ … E PER I
CREDENTI ANCHE… DI CARITA’ CRISTIANA… era il fatto che
al momento di Sfornare i Torti… e a volte anche il Pane…
… se c’ erano Ragazzini in giro… oppure se c’ erano dei Poveri, del
Paese E NON… un Bel Pezzo di Torto… bello Caldo e ancora
Fumante… NON lo si faceva mai mancare a nessuno… e spesso e
volentieri… ai Poveri non gli si faceva mancare.. Neanche la Pagnotta
del Pane!...
Che Questa e’ la Gloriosa Storia del Forno de la Villa…
E… Questa e’ anche la Cara Civilta’… di Noi Villanti!...
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