martedì 14 febbraio 2017

QUEI CETRIOLI … DEL PORO ZI’ BASTIANO…





di : Ezio Morelli




Il “Vencaro” e’ una zona di Campagna che si trova nei pressi delle
ultime Case dell’ Abitato di Villa Col de’ Canali, verso Scheggia…
e a circa duecento metri sotto la Via Flaminia…
 
Il suo nome deriva dal termine Villante “Venco” che vuol dire “Vimine”,
che veniva larghissimamente usato dai nostri Contadini sia nella Potatura
delle Viti per legare i tralci appena tagliati, e proteggerli cosi’ soprattutto
dal vento, ma anche per consentire un adeguato sostegno ai Grappoli
dell’ Uva durante la crescita e la maturazione…
 
Ma il “Venco” veniva largamente usato anche per fare le Crinelle e
i Crini, che erano dei grossi recipienti dove si metteva il fieno o la paglia
per il loro trasporto dall’ Aia (dove c’ erano i Pagliari) fin sulla Stalla
dove venivano utilizzati per il il mangiare dei Bovini e degli Ovini,
oppure per la formazione del “Letto” degli Animali, e per proteggerli
cosi’ dal freddo e dall’ Umidita’ del Pavimento…
 
Ma con il “Venco” ci si facevano anche i Canestri e le Canestre… che
pure venivano largamente usati dai Contadini… nel caso dei Canestri
come utili contenitori per l’ Uva durante la Vendemmia… ma anche per
la raccolta di altri prodotti agricoli… come Pomodori, Patate, Melanzane,
Zucchine, e quanto altro.
Le Canestre, invece, venivano largamente usate dalle Massaie per portare
il da mangiare nei Campi durante le Operazioni sia di Mietitura che di
Vendemmia… ma anche in faccnde agricole per cosi’ dire “minori”, quando
i Contadini non tornavano a Casa per il Pranzo…
 
I Canestri, poi, erano largamente usati anche dalle Massaie, non solo per
raccogliere i Prodotti del Campo o dell’ Orto… ma anche per mettervi
il Pane o le Bottiglie dell’ Acqua o del Vino… sempre quando si andava
a portare il da mangiare nei Campi…
 
Il “Venco” e’ un ramo per cosi’ dire piuttosto filiforme, molto flessibile…
 

che si usava anche per delle legature piu’ impegnative, come ad esempio

per legare le Fascine, quando del “Venco” ve ne era in abbondanza.
 
Nel caso contrario, per legare le fascine si usavano i rami di altre piante,
come ad esempio l’ Olmo, il Pioppo, o addirittura le Vitalbe… dove pero’
questi ultimi rami occorreva ritorcerli piu’ volte, prima di procedere alla
legatura, onde indebolire l’ inerte legnoso e favorire cosi’ la flessibilita’
della fibra.
 
Non e’ quindi mistero che il “Venco” fosse un prodotto agricolo molto
utile e di largo anzi proprio direi di larghissimo impiego.
 
Il “Venco” si taglia direttamente dai rami del suo Albero, che nel nostro
Splendido Idioma Villante si chiama “la Vencara”. Lo si raccoglie in
Inverno, quando la pianta e’ a riposo, e quando sono gia’ cadute le foglie.
 
Le Vencare crescono di preferenza sulle rive dei fiumi o dei torrenti, ma
anche in prossimita’ delle “chiochene” che poi sarebbero dei Canali di
scolo delle acque dei Campi… ed anche dove l’ acqua in genere ristagna…
per cui in genere nella nostra Carissima e Atavica Civilta’ dei Campi… si
dice che “…’l Campo tene de mollo…”
 
Orbene, vicino al Paese di Villa, dalla parte verso Scheggia… ed appena
sotto la Curva di Puletti… c’ e’ una leggera depressione del terreno dove
un tempo affiorava una modesta falda acquifera, che si distribuiva pero’
su circa un ettaro di superficie… e dove vi erano diversi piccoli canali di
scolo, che noi chiamavamo “fossetti…” che poi defluivano in un Canale
piu’ grande che convogliava le acque di falda nel “Fosso de la Villa”.
 
Quella zona si chiamava al tempo, come pure si chiama tuttora “Il Vencaro”
proprio perche’ vi crescono diverse “Vencare” cioe’ diversi alberi di
“Venco”.
 
Per favorire il drenaggio del terreno, ma anche e soprattutto per procurarsi
Abbondanza di acqua per uso irriguo, diversi proprietari vi avevano scavato
dei Pozzi che non erano molto profondi… circa un metro e mezzo, e di un
Metro e mezzo circa era anche il loro diametro…
 
Questi Pozzi erano poi protetti, lungo la loro circonferenza, da delle
Barriere formate da fascine, dove ogni tanto a distanza di circa un metro
l’ uno dall’ altro… vi erano conficcati dei lunghi pali nel terreno, che
pendevano tutti verso l’ interno, che avevano la funzione di tenere
ferme le fascine sull’ orlo, e impedire quindi che potessero cadere o
magari anche essere sospinte nell’ acqua. Ma questi Pali, piuttosto
alti e ben visibili anche da lontano… servivano anche per segnalare
la presenza del Pozzo e quindi anche il Pericolo per l’ incauto Pedone
o per il Cacciatore che si trovavano a passare da li’.
 
Un vecchio secchio, con il manico legato ad una corda… veniva usato
per tirar su l’ acqua che poi veniva riversata o in una tinozza li’ vicino,
da dove la si prendeva poi per annaffiare… oppure la si usava direttamente
dal Secchio, dopo aver debitamente raccolto e messo in sicurezza la corda
che altrimenti costituiva intralcio negli spostamenti.
 
Dato il terreno molto ricco e friabile li’ nella zona, anche perche’ veniva
abbondantemente concimato a letame… e data anche l’ abbondanza di
acqua… quella intera Zona era adibita da ogni singolo proprietario ad Orto…
 
La vicinanza al Paese era poi un elemento determinante… anche se gli
unici Proprietari di quei piccoli appezzamenti appartenevano alle famiglie
di Noi Morelli, dei Bucciarelli e dei Rughi… cioe’ erano di Gente tutta che
era o di Famiglia, oppure di Parenti o Vicini di Casa… o comunque di
Gente assolutamente tranquilla… e di cui ci si poteva assolutamente fidare.
 
Ai tempi della mia Giovinezza… vi cresceva, in quegli Orti… proprio
ogni ben di Dio… Le Cicorie, le Insalate, le Lattughe, i Cavoli,
i Cabolfiori, le Melanzane, le Zucchine, i Pomodori… le Rape, i Sedani,
le Carote, i Cetrioli, il Cece, le Cicerchie, le Patate, i Piselli, i Fagioli
il Granturco, l’Aglio, le Cipolle… e via dicendo…
 
Per noi Ragazzi del Paese… era assai spesso una autentica goduria poter
Fare delle Visite Notturne a quei Campi… ora dell’ uno ed ora dell’ altro
Proprietario, cogliendo pero’ solo quelle cose che noi avremmo poi
mangiato, in assoluto senza sprecare niente… e soprattutto senza fare
alcun danno…
 
Gli Adulti ovviamente, avevano il loro Codice d’ Onore in Paese… per
cui se c’ era qualcuno che si lamentava vivacemente per un piccolo furto,
o per un danno subito… la Famiglia (o il piu’ delle volte un Parente)
interveniva prontamente offrendosi di indennizzare il danno…
 
Ma in Paese era considerato un Atto di Grave Disonore…
 

lo ripeto… UN ATTO DI GRAVE DISONORE… andare a Denunciare
ai Carabinieri un Ragazzo o dei Ragazzi…
 
Perche’ il Paese aveva le sue Regole… e anche il Proprio Codice d’ Onore…
Codice d’ Onore che pero’ avevamo anche noi Ragazzi… e che
consisteva Intanto nel Non Fare Danni, o comunque dei Danni rilevanti…
e nel raccogliere solo Roba matura e comunque mangiabile… e in ogni
caso assolutamente senza sprechi…
 
E quando capitava che si doveva Indennizzare qualcuno… eravamo
noi stessi il piu’ delle volte ad accusarci, dicendolo non tanto e non gia’
ai nostri Genitori… bensi’ a qualche benevolo Parente… che poi
avrebbe indennizzato la persona lui o lei direttamente, e senza neanche
dirlo ai nostri Genitori.
 
Perche’ altrimenti sarebbero state Botte… o addirittura Botte da Orbi…
da parte soprattutto delle nostre Mamme… che in Paese avevano la Fama,
in genere… di essere piuttosto manesche!...
 
 
…..
 
 
Quella sera… era d’ estate… e c’ era anche un gran bel Chiar di Luna…
Eravamo tutti noi della solita Banda… qualche sette, otto o dieci Ragazzi,
tutti del nstro Paese….
 
Lungo la Via Flaminia, noi ci divertivamo ogni tanto a fare degli Scherzi o
dei Dispetti agli Automobilisti… aprendo i “Casotti”… cioe’ i Depositi
dell’ ANAS e prendendo dei materiali segnaletici… con i quali sbarravamo
una delle due carreggiate della Via Flaminia, mettendo poi delle insegne
di Direzione Obbligatoria in corrispondenza di qualche Strada di campagna…
 
E cosi’ noi deviavamo quelle poche, povere auto che passavano… verso
le Strade dei Campi… che il piu’ delle volte conducevano fin giu’ al
Fiume Chiascio… dove la strada poi finiva… o per proseguire, al di la’
del Chiascio, in genere come mulattiera… o strada poderale a volte
piuttosto impervia…
 
Ci divertivamo cosi’ a vedere quelle povere auto che giravano e giravano,
imbottigliate in quelle strette Strade di Campagna… a volte sollevando
anche della bella polvere, dato che si era d’ estate ed il tempo era caldo
e asciutto.
 
Quando poi ci stufavamo, noi toglievamo quelle insegne… e la Via
Flaminia, come per incanto… ecco che tornava ad essere di nuovo
Agibile… anche per quei Poveri Allocchi di Automobilisti Forestieri…
che si trovavano a transitare… nella Nostra Cara e Amatissima…
 
Libera Repubblica di Villa Col de’ Canali… che un tempo era addirittura
Una Zona Franca…
 
Si’, dico proprio Allocchi di Forestieri… perche’ la nostra Nobile Gente
del Posto in quelle nostre trappole… state pur certi che non ci cadeva!
 
Scavalcava, se mai la Barriera… appena appena contromano… e poi
Proseguiva normalmente lungo la propria via… come se niente fosse…
I nostri luoghi prescelti erano praticamente due, sempre lungo la Via
Flaminia… proprio in prossimita’ dei due Casotti dell’ ANAS…
 
Il primo, e quello in genere preferito… era quello di fronte al Cimitero
di Costacciaro, dove noi potevamo deviare il traffico o verso Pascolo
oppure verso la Badia oppure verso Termine e il Chiascio Grande.
 
L altra alternativa era costituita dal Casotto dei Colli… dove chiudevamo
la carreggiata verso la Villa, deviando cosi’ il traffico verso Sant’ Andrea
e Venara… o verso le altre Strade di Campagna… Finche’ un bel giorno
l’ ANAS fece mettere dei Bei Lucchetti a quei due Depositi… per cui
noi Ragazzi dovemmo poi orientarci verso altri Scherzi… di ben altro
genere!....
 
Ad esempio, impiccare sugli Alberi i Perticari dalle Ruote che venivano
lasciati nei campi… per terminare all’ indomani il lavoro di aratura…
nascondere Erpici e Aratri nei fossetti o nelle Fratte… (che italianamente
si chiamerebbero “Siepi”…) ma che nella nostra Nobile Parlata Villante…
il Termine “Fratta…” (da cui il verbo “’nfratta’…” o anche “’mpiatta’…”)
assai meglio rendevano l’ idea… del nascondiglio intelligente e sicuro…
e magari anche impenetrabile…
 
Facevamo, insomma… -- tanto per passare il tempo -- queste o comunque
altre ragazzate di questo genere…
 
 
..................
 
 
Quell’ altra sera, era ancora d’ estate… e c’ era pure un bel Chiaro di
Luna…
 
Dopo aver girovagato e cazzeggiato lungo la Via Flaminia, soffermandoci
in genere sul Ponte delle Fontanelle… verso le undici decidiamo di andare
per Cetrioli… giu’ “ ‘l Vencaro” del Zi’ Bastiano…
 
Imbocchiamo alla Spicciolata la Strada dei Pozzi, e dopo circa duecento
Metri, prendiamo a troncone per i Campi, verso il Paese di Villa…
seguendo la direzione delle tre Querce che delimitavano il Confine del
“Vencaro” dello Zio Nenetto…
 
Poco piu’ in la’ c’ era il Campo dello Zio Bastiano, dove ci cresceva
proprio di tutto e di piu’… grazie anche alla cura quasi maniacale che
lui, come anche sua Moglie, la Zia Silvia… ci mettevano nella cura del
loro Orto del “Vencaro”… che era in assoluto il piu’ bello, il piu’ ricco…
e il piu’ florido di tutti…
 
Cogliemmo una decina di Cetrioli, uno per ciascuno… di cui uno
particolarmente bello… tanto che noi tutti ci stupimmo… che quell’
astuto dello Zio Bastiano… “Occhio di Lince…” e formidabile
Cacciatore… non lo avesse ancora visto… e non lo avesse ancora
raccolto…
 
Dopo la nostra bella incetta di Cetrioli, noi ci dirigiamo – sempre
attraversando i Campi… -- verso “ ‘l Poggio de Galli”… dove al
tempo c’ era uno “Stradello” che era poi una sorta di scorciatoia per
i “Vencari”… e che portava verso ‘l Fosso de la Villa… dove c’ era
un Passaggio piuttosto agevole, dove poter attraversare il Fosso…
per poi proseguire verso la Vecchia Strada de “Le Brecce” appena
sotto a Fornibocca… per poi innestarsi nella Strada Comunale di
Valbonosa…
 
Si era fatta ormai la Mezzanotte… e tutto intorno si sentiva soltanto
il cri-cri-cri dei Grilli… e si vedeva solo qualche sparuta auto che
transitava lungo la Via Flaminia, che non era poi neanche tanto distante…
 
Arrivati in Paese, avevamo pero’ bisogno di qualche coltello per poter
sbucciare i nostri bei Cetrioli… e mangiarli, li’ da qualche parte…
 
Nessun posto pero’ ci parve sicuro… dove poter recuperare qualche
Coltello… Alla spicciolata, noi arriviamo in “Piazza Padella..” Li’
c’ era un silenzio di tomba… e la Veglia che di solito vi si tiene almeno
fin verso le Undici di Sera… doveva ormai essere finita da un pezzo,
perche’ erano spente… anche tutte le luci delle Case li attorno…
Ma ci mancavano pur sempre i Coltelli…
 
Nessun Problema… perche’ nell’ Ambiente Agricolo e Contadino…
quando non c’ e’ di meglio… ci si arrangia sempre… e magari si ricorre
all’ auto sufficienza…
 
Decidemmo cosi’ di sbucciare quei Cetrioli… con i nostri stessi denti,
senza far tanto caso all’ amaro della Buccia… e mettendo le bucce
tutte diligentemente da una parte…
 
Seduti sulle Scale delle Case li’sulla Piazzetta…… ci mangiammo cosi’
quei nostri bei Cetrioli, dopo averli diligentemente sbucciati con i denti…
 
Ma quando si tratto’ di dover poi buttar via le bucce da qualche parte…
a qualcuno venne la brillante idea… di mettergliele proprio li’ al nostro
Caro Bastiano… proprio sulle sue Scale di Casa…
 
Detto fatto…
 
E cosi’ a quel Por Bastiano… gli mettemmo tutte le bucce dei suoi
Cetrioli… tutte ordinatamente sulle sue Scale di Casa!...
 
E cosi’, dato che io abitavo allora nella mia Casa Natale, proprio li’ in
“Piazza Padella”… e proprio di lato alla Casa dello Zio Bastiano…
a me fu dato il Compito di Controllare all’ indomani mattina le mosse
dello Zio Bastiano… gia’ verso le Sei o anche prima… come lui stesso
si alzava e usciva… per andare a guernare le Bestie…
 
Conscio del grave e importante Compito che mi avevano affidato i
Miei Compagni… io letteralmente trascorsi tutta la notte senza chiudere
occhio…
 
Verso l’ Alba, pero’… fui sopraffatto dal Sonno… e senza affatto
Accorgermene… Io mi addormentai, come stecchito!
 
Fui svegliato da una Voce Forte e Possente… di uno che cosi’ tanto mi
Pareva che piangesse…
 
Urlava e si disperava, Poveretto!...
 
… e esclamava…
 
“”Curre… Silvia!....
 
Curre… Silvia mia!...
 
Guardeli la’… ‘sti’ Dilinguenti…
 
Che c’ honno fatto!…
 
Curre… Curre… Silvia Mia…
 
Anchi ‘l Cetriolo dal Seme…
 
S’ enno giti a magna’…
 
‘sti Dilinguenti…

Che’sse podessero strozzasse…
Sti… Dilinguenti… tutti Quanti…””
 
...............
 
 
Dalla grande Disperazione dello Zio Bastiano… sento che gli avevamo
portato via… anche il Cetriolo piu’ bello… quello che lui aveva tenuto
indietro per farlo maturare… per poi raccoglierne i Semi per la Semina
della Stagione successiva…
 
Sento poi accorrere la Zia Silvia, Poveretta…
 
Lei, una Donna di Grande Esperienza…
 
E un’ Autentica Madre di Famiglia…
 
E peraltro anche una Prima Cugina di mio Padre…
 
Lei subito intuisce che, in quella Combriccola…
 
C’ era sicuramente qualcuno dei Figli di suoi Parenti…
 
E di Parenti anche piuttosto stretti…
 
Lei accorre… e cerca di dare man forte al Marito…
Ma poi cerca di calmarlo… e di rabbonirlo…
 
Lo Zio Bastiano, nei modi… era esteriormente piuttosto Burbero…
Pero’ alla Moglie lui le voleva bene…
 
E soprattutto… lui l’ ascoltava!...
 
Preso dalla paura… Io poi mi sono tenuto ben lontano da loro per
qualche giorno…
 
Ma in cio’… io -- nei fatti -- mi sono tradito…
 
E cosi’ lei, la Zia Silvia… intuisce subito…
 
Dopo qualche giorno, pero’… mentre da Casa dello Zio Peppetto io vado
su, verso “Piazza Padella…” io vedo la Zia Silvia che stava finendo di
spazzare le sue Scale di casa…
 
Come mi vede, io cerco di ritirarmi e di nascondermi… dietro la Casa
di Scandajia… ma era ormai troppo tardi… La Zia mi vede e se ne
accorge… e cosi’ – come se ve ne fosse bisogno -- Lei ha la sua
conferma…
 
Pero’ non dice niente… almeno di quello che lei pensava…
 
Mi chiama, proprio come se nulla fosse… e mi chiede se potevo farle il
piacere… di andarle a prendere un Fiasco d’ Acqua… “Giu’ la Fonte lagiu’…”
Contento di potermi rendere utile, io ci vado… e torno su subito, con il
Fiasco dell’ Acqua…
 
La Zia, amorevole e affabile come sempre, prende quel Fiasco e mi
ringrazia… in un certo qual modo…
 
Lei non mi dice nient’ altro… ma io tutto capisco…
 
Che anche gli Zii… avevano tutto Capito…
e… Che quella Ragazzata dei Cetrioli…
loro l’ avevano di gia’… anche perdonata!...

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