(di: Ezio Morelli)
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“Gige” era il suo Nome d’ Arte… e con quel Nome lo chiamavamo tutti,
in Paese… Lui pero’ non era Villante di origine, bensi’ era Eugubino…
e in ogni caso ormai, a tutti gli effetti un “Villante” di Adozione.
Suo Padre, Giuseppe Pierini… era invece un Eugubino puro Sangue,
che pero’ alla Villa aveva trovato non solo l’ Amore… ma anche la sua
Grande Compagna di Vita… Aveva infatti sposato la Morelli Adelina,
classe 1886, che era una delle Figlie di Morelli Domenico e quindi
Sorella della Morelli Marianna che era di due anni piu’ grande di lei…
Pronipote lei stessa del celebre Morelli Pietro (i terzo e ultimo dei tre
Grandi Fratelli dei “Balducci”, dopo Ubaldo e Carlo Morelli) Adelina,
nel 1906, ebbe a sposare Giuseppe Pierini di Gubbio che cosi’ tanto si
affeziono’ al Paese di Villa, ed anche alle terre della Moglie in quel di
“Valbonosa”.
Dalla loro unione nacque Luigi, un nome Storico nella nostra Famiglia,
quella dei Morelli… dove al tempo era ancora in vita mio Nonno, che
si chiamava Luigi pure lui…
Grande Amico e Coetaneo di mio Padre, “Gige” Pierini trascorse lunghi
anni di Lavoro fuori del Paese di Villa, per poi ritornarvi stabilmente
al tempo dell’ ultima Guerra, o comunque subito dopo.
Di temperamento molto affabile e gioviale, tipico del Carattere Eugubino,
Luigi in Paese era l’ Amico di tutti… e quindi tutti, in Paese, gli volevamo
bene… Lui era un grande Pescatore e la sua passione era proprio la
Pesca con le Mani… che adesso e’ Vietatissima… ma che al tempo era
ancora abbastanza tollerata, almeno in ambito nostro locale!...
A dire il vero, la pesca con le Mani e’ sempre stata vietata… ma al tempo
Per lo meno da noi, nessuno ci faceva caso… e quando poi capitava che si
Incontrava qualche Guardia campestre… noi Pescatori eravamo
svelti svelti a nascondere il secchio del pesce nel gorgo assieme alla
rete e ai retini… e a dire quindi alle Guardie che noi facevamo il Bagno…
“Gige” Pierini e’ stato il nostro Grande Maestro nell’ Arte della Pesca…
E lui era l’ autentico specialista nella pesca con le mani. Non aveva
paura assolutamente di niente, neanche quando gli capitava qualche
Grosso “Onorevole” -- qualche grosso Gamberone -- che se ne stava
bello intanato nel suo Buco sotto la Grotta, e che in piu’ di una occasione
gli ha fettato materialmente la punta di qualche dito, con le sue possenti
Chele.
Con lui noi pescavamo solitamente giu’ da Chillo, in localita’ Chiascio
Grande, oppure giu’ al Corno, sotto la Scheggia, e appena prima di
Isola Fossara. Erano due generi di pesca molto diversi tra di loro…
Al Chiascio Grande, infatti, dove l’ acqua era piuttosto calda e limacciosa,
noi pescavamo solitamente le Lasche (che in italiano si chiamano
i Cavedani) i Barzi (in Italiano i Barbi) e anche qualche Gambero,
qualche Anguilla, e pure qualche Gogio.
Giu’ al Corno, invece, l’ acqua era sempre molto fresca e di Roccia,
proprio per la presenza di numerose piccole sorgenti proprio li’ ai
piedi della parete rocciosa, alle falde della montagna. Il Fiume era il
Sentino, che li’ al Corno e’ sempre in ombra. Il posto e’ quasi sempre
piuttosto stretto e di difficile accesso, anche per la presenza di numerosi
rami e di rovi… che ti urtano e ti graffiano ad ogni pie’ sospinto.
Ma noi ormai ben conoscevamo la tecnica… sempre un paio di vecchie
Scarpe ai piedi… una vecchia maglietta e una vecchia camicia sopra…
Vecchia camicia che in genere ci durava una stagione o in genere una
decina di battute di pesca, ma che poi bisognava buttarla, perche’ in genere
la si riduceva a brandelli.
Quel giorno, pero’, giu’ proprio al Corno… io me la sono fatta veramente
sotto… ho avuto una Paura veramente boia… anche se poi, a dire il vero,
il finale e’ stato veramente piacevole e divertente, e in ogni caso… del
tutto inaspettato...
“Ezio ven qua… Col Retino, corre… Corre che ci ho ‘nna grossa Trota
Che ho paura che me scappa via… Non gne la fo a chiappalla…”
-- mi grida Gige, sdraiato com’ era tutto sott’acqua nel Gorgo… e
con solo la testa e la bocca che lui teneva appena fuori dall’ acqua
per respirare…
Io mi faccio largo tra i rami, e non senza una certa fatica gli porgo
il retino… quando appena pochi metri dietro alle nostre spalle… una
Voce bella piena, potente e minacciosa ci fa…
“Ah… Ve c’ ho chiappato, Delinguenti….
Ade’… ce penso io a cucinavve proprio pe le Feste!...”
Intento pero’ a pescare… “Gige” non fa una piega… ma soddisfatto
mi mostra quella bella Trota che lui, dopo tanta fatica, era riuscito a
Stringere nelle Branchie e quindi a tirar fuori dalla Grotta con le mani…
Al che quella voce, sempre imperiosa e roboante soggiunge…
“’M be’… ade’… diteme ‘n po’ Vo’…
Chi e piu’ Birbo… Quelli che chiappeno ‘l Pesce…
O… Quello che chiappa…
Da quelli… che chiappeno ‘l Pesce?...”
A queste parole, proprio mentre io me la stavo facendo letteralmente sotto
dalla Paura… “Gige” Pierini, bello robusto, un Pezzo d’ Uomo com’ era…
si tira fuori a fatica dal Gorgo, si mette seduto proprio sul ciglio e con i piedi
ancora in acqua… si volta verso quell’ uomo che lui ben conosceva… e
con un gran bel sorriso beffardo gli fa…
“Oh… arsai qua, Vagabondo?...”
“Pussa via… Pussa via… Pussa via, Vagabondo!...”
Per quanti di Voi non sono delle nostre Parti… e non sono avvezzi alla
Nostra Parlata locale… io debbo dire che la locuzione “pussa via…”
e’ una locuzione molto dispregiativa… e la si usa solo ed esclusivamente
con i cani randagi, o comunque con quelli di cui non si sa chi ne sia il
Proprietario…
Molto, molto familiarmente, e scherzosamente… la si usa anche con
le Persone con le quali si e’ in Grande Familiarita’ e Confidenza…
Intanto quell’ Uomo, in uniforme verde paglierino di Guardia Campestre,
e con il relativo Berretto in testa, con tanto di Stemma, si avvicina lentamente
verso di noi, facendosi strada a fatica con le mani… tra i rami e la vegetazione…
Dopo essersi un po’ piu’ avvicinato, sempre con un forte accento autoritario,
e per nulla facendo caso alle parole di “Gige” Pierini ci chiese:
“Che state a fa, Lazzaroni?...”
E Pierini: “’Mbe’… Pe’… comme vedi… stamo a chiappa’ du’ Pesci pe
la Cena… “
“Ecco qua… -- gli fa Gige, mostrandogli il Secchio del Pesce , e quindi,
dopo una breve Pausa soggiunge: -- “Comme vedi, ce n’ e’ anchi per Te…
E ade’, si te va bene… famo du’ pesci per uno… e cossi’ stassera ce
cenamo tutti…”
“No, Grazie, Gige… -- gli fece la Guardia -- Te ‘ppo’… ‘l sai bene
che io non posso!...”
Segui’ un attimo di Pausa… ma intanto io alle parole di quei Due…
che mi pareva proprio che fossero non solo Amici, bensi’ due Vecchi
Compari… io mi sentii subito molto rinfrancato e rassicurato…
Si’ che il Cacone… mi era ormai passato!...
“Ade’, pero’… lassiate perde e argiteve -- riprese la Guardia, rivolto a
Pierini… --
“Pperche’ ade’ si passa quel Cojione de lagiu’ -- in cio’ puntando
il dito della sua mano destra verso le Marche -- M’ arfa’ Storie
n’ antra volta… e ‘ppo’ va proprio a feni’… che da me me tocca menajie…
Alora ade’, fateme tanto sto piacere, lassate perde e argiteve!...”
“D’ acordio, Pe’…Grazie…
Ade’ c’ arvestimo subbito e c’ argimo… ”
-- gli fece Pierini, che quindi prosegui’ -- “…T’ aspettamo pero’ su
la Scheggia… che io c’ avria ‘n piccolo Piacere da chiedette…”
“Va bene… “ gli fece la Guardia… che quindi prosegui’: “…io pero’
so ‘n Bicigletta… e da me me ce vole ‘n po’ de piu’…
“Va Bene, d’ Acordo… -- gli fece Pierini -- c’ arvedemo lassu’…”
I due cosi’ si salutarono… La Guardia, che poi appresi che si chiamava
Peppe… appena tornato sulla Strada, raccolse la sua Bicicletta in Terra e
quindi la inforco’ dirigendosi verso Isola Fossare, evidentemente per
terminare il suo giro di perlustrazione…
Noi, tornati verso la mia Macchina, ci rivestimmo in tutta fretta… allegri
e contenti sia per la bella Pescata di Trote e di Gamberi… ma soprattutto
per lo scampato pericolo…
Perche’ se a coglierci fosse stato qualcun altro… le cose sarebbero potute
anche andare… molto diversamente!...
Mi disse Pierini che Peppe era la Guardia della Scheggia… e che lui
ormai lo conosceva da una Vita… Mi aggiunse che lui, a Peppe lo
incontrava assai spesso anche sul Monte della Villa… e dato che a
Peppe gli piacevano i Funghi, e cosi’ Pierini gli insegnava i posti…
Della qual cosa i Fungaroli tutti… sono gelosissimi…
Mi disse poi che Peppe sui monti della Scheggia, quanto a Funghi… non
Ha mai avuto fortuna… Perche’ quelli de Campetella e quelli de La Pezza
facevano razzia dei Torini… anche prima che essi nascessero… perche’
li individuavano con le mani, gia’ al tatto…
Mi aggiunse, poi, che Peppe era un gran Brav’ Uomo, mentre quel
Suo Collega delle Marche… era invece un’ autentica Carogna…
“Carogna a tal punto -- mi prosegui’ Pierini -- che da lu’ piu’ d’ uno…
je l’ eva gia’ ‘mbotita!...”
Piu’ d’ uno, quindi… gli aveva promesso che gli avrebbe fatto la pelle…
o come si diceva a quei tempi alla Villa…
“…che j’ avrebbe fatto… ‘nna bella ‘Mbotitella de proprio de Lana!...”
Arrivammo cosi’ alla Scheggia, e io parcheggiai l’ Auto proprio
davanti alla Banca, in modo che Peppe, quando arrivava, la potesse
vedere subito bene…
Dopo poco ecco che arriva Peppe, in bicicletta… che quindi doveva aver
tagliato corto… sul suo successivo giro di Perlustrazione…
Come arrivo’, con Gige si salutarono, e quindi noi tutti e tre ci
avviammo verso il Bar di “Marietto” . Questi, ormai da alcuni anni…
aveva rilevato (e anche con assai miglior fortuna…) il vecchio
Circolo Ricreativo del nostro Caro Compaesano, e a me anche Parente…
il Carissimo Morelli Torquato…
Ci sedemmo ad un tavolo, proprio li’ all’ angolo,,, e passammo un’ oretta
in Compagnia, anche di “Marietto”… Il Proprietario del Bar… e che pero’
noi assai ben conoscevamo… gia’ da quando, da Giovane… lui faceva il
Macchinista… e veniva a trebbiare alla Villa con quelli di Pontericcioli…
Ci trovammo, cosi’… tra vecchi Amici, come se fosse… parlando del
piu’ e del meno… e senza toccare altri argomenti!…
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