domenica 20 marzo 2016

PARTE PRIMA

 di EZIO MORELLI
                Di Villa Col de’ Canali --- Capitoli da 1 a 10 ----   Le Lontane Origini: Da Pastori nomadi, ad Agricoltori stanziali E’ una storia molto lunga, e per certi versi anche molto avvincente, quella della nostra Famiglia… le cui lontane origini affondano nella notte dei tempi… Da quando quel robusto scimmione ha cominciato ad alzarsi sempre piu’ di frequente sulle gambe posteriori… perche’ aveva scoperto che la frutta e i germogli degli alberi che erano piu’ in alto… erano anche piu’ buoni e piu’ abbondanti… ecco quindi che quello scimmione ben presto e’ diventato dapprima l’ Homo erectus… e quindi l’ Homo sapiens… Homo sapiens perche’ lui, con il tempo… aveva anche scoperto che certi frutti degli alberi, cadendo poi in terra una volta che erano maturi… marcivano e quindi producevano nuovi germogli e nuove piante, e quindi nuovi frutti… Nasce cosi’, da questa elementare costatazione, una primordiale attivita’ agricola, circa 10.000 anni fa… nella fertile pianura della Mesopotamia… che viene comunemente chiamata la Culla della Civilta’… e dove si sviluppa una interessante attivita’ di addomesticamento di certi animali… e quindi anche una altrettanto interessante attivita’ agricola e pastorale… Come un grosso cuore che pompa il sangue nelle arterie… dalla Mesopotamia pulsera’ la vita, dapprima al suo interno e quindi nelle zone viciniore… vita che poi si irradiera’ per fascie piu’ o meno concentriche dal centro verso la periferia. Noi non sappiamo quand’ e’ che gli uomini primitivi giunsero per la prima volta sulle nostre coste o su certe nostre vallate o montagne… Saranno certamente centinaia e centinaia di migliaia di anni, se e’ vero che pare che l’ uomo sia comparso sulla terra qualche due milioni e mezzo di anni fa… Alcune interessantissime tracce della sua presenza sono pero’ molto piu’ tarde e risalgono all’ Eta’ della Pietra fin verso a seimila o cinquemila anni fa. Si tratta di numerosi insediamenti, reperti e incisioni rupestri che abbondanti si trovano lungo la fascia alpina e appenninica specie della Liguria occidentale… da cacciatori e quindi da Comunita’ di Pastori, vista la propensione a insediarsi dove abbondanti erano gli alpeggi… e anche in prossimita’ di sorgenti. Cose invero interessanti che ci vengono riferite da alcuni altrettanto interessanti reperti lasciateci gia’ dagli Uomini dell’ Eta’ della Pietra, e quindi dalle successive Eta’ del Ferro e del Rame… come il mitico Otzi… la mummia del Similaun che ci ha lasciato il suo stesso corpo… e che la si fa risalire a circa 3.300 anni fa, appunto all’ Eta’ del Rame… per poi noi cosi’ affacciarci in epoca storica, con tutto quel che segue… Fin qui, ad ogni modo, l’ antefatto… Venendo ora a noi, debbo dire che secondo una mia ricostruzione, che ho sempre giudicato attendibile perche’ a cio’concordemente mi portavano i miei studi filologici, anche per quanto riguarda l’ origine del Cognome Morelli… pare che la Famiglia che porta questo nome fosse in origine una tribu’ di Pastori nomadi, originari dalla Maremma Toscana, che si spostava da un posto all’ altro, per lo piu’ risalendo le vallate dei fiumi e dei torrenti… al seguito delle proprie greggi. Lo stesso avveniva anche per altre Famiglie, anch’ esse di Pastori nomadi -- quali ragionevolmente penso che fossero i Guidarelli, i Rughi, i Bucciarelli, ecc… -- le quali, avendo poi trovato dalle nostre parti abbondanza di terre e di pascoli…vi si sono poi insediate in modo per cosi’ dire “stanziale” e quindi definitivo, dando cosi’ origine anche all’ attivita’ agricola ed alla coltivazione dei campi.. Una autorevole conferma delle origini Toscane della Famiglia Morelli ci viene dalla carissima Congiunta e storica nostra vicina di casa, la Elide Morelli, nepote di mio Zio Giovan Battista (alias: Gianbattista) Morelli (alias ancora ‘ l Zi’ Batisto) il quale a suo tempo si era a lungo occupato delle lontane origini della Famiglia Morelli, la cui presenza alla Villa datava, anche per lui, a ben prima dell’ Anno 1000. Al riguardo, riferiva lo Zio Batisto che la Famiglia dei Morelli di Villa abitava, in origine, nella parte alta della Collina del paese, piu’ o meno nel sito dove adesso si trova la nuova Chiesa del Paese. La circostanza non e’ affatto di poco conto, se si considera che tutte le altre Famiglie piu’ antiche del Paese abitavano tutte in quella zona, perche’ era la piu’ asciutta, la piu’ soleggiata, la piu’ salubre… e anche la piu’ agevolmente difendibile, anche se -- a quanto ne so -- non mi risultano particolari atti o episodi di ruberie o di saccheggi… La Scrittrice Luciana Puletti, Vedova del compianto Dr. Ivo Puletti e Mamma del Professor Euro Puletti… pur non avendo mai conosciuto ‘l Zi’ Batisto (morto nei primissimi anni ’50)… per quanto possa sembrare incredibile… giunse anche lei – grazie alle sue ricerche negli Archivi dello Stato del Vaticano -- alle stesse identiche conclusioni in ordine alle Famiglie Puletti e Morelli… che nell’ anno 1.000 erano entrambi considerate gia’ vecchie dei luoghi. Tutto cio’ debitamente premesso, ritengo che l’ appellativo di “Morelli” potesse riguardare Pastori di carnagione marcatamente mora e olivastra (e meno probabilmente – invece - pecore con una buona percentuale di pecore nere nel loro gregge)… mentre invece i “Guidarelli” dovevano essere dei Pastori con una forte personalita’ ed attitudine al comando… e quindi particolarmente idonei a far da “guida” alle varie greggi, anche degli altri Pastori… durante i loro spostamenti. Dovevano vivere – almeno inizialmente -- in misere o miserrime capanne, poi diventate casupole, abbastanza regolarmente sparse su tutto il territorio, ma con una struttura sociale rigorosamente gerarchica, e dove piu’ famiglie vivevano cosi’ insieme, innanzitutto per le comprensibili necessita’ difensive… ma poi anche per aiutarsi dapprima nella cura delle loro greggi… e quindi nelle faccende agricole e nella coltivazione delle terre, e nell’ espletamento dell’ attivita’ boschiva. Nascevano e morivano, le Persone… proprio come dei semplici Frutti della Terra… ed alla stessa identica stregua degli Animali, cosidetti domestici, che loro pure allevavano per il sostentamento loro e delle loro Famiglie. Piccoli gruppi di capanne e casupole, quindi, non dissimili da quelle che i latini chiamavano poi “Pagi” dove una piccola Casa comune, ben guardata e custodita… fungeva per lo piu’ da granaio e da dispensa per i raccolti di quelle povere e laboriose genti. Tutte rigorosamente senza l’ ufficialita’ di un nome, con dei semplici “appellativi” o nomignoli con i quali veniva poi ad identificarsi l’ intera Famiglia… e che poi finiranno tutti per dare origine agli attuali “Nomi di Famiglia”… ovvero ai nostri Cognomi. Tutte ovviamente senza “anima”, almeno nel senso che la intendiamo noi… il cui concetto deve essersi venuto sviluppando e poi consolidando solo in epoca abbastanza recente e per lo piu’ a seguito del diffondersi, anche dalle nostre parti, del Cristianesimo. Un vago culto del Mistero… che si consolidava in un vero e proprio reverenziale timore, non tanto verso un mondo dell’ al di la’ che neppure si sapeva o si pensava che esistesse…o comunque che potesse esistere… bensi’ verso delle vaghe Entita’ sovrannaturali che poi finirono con l’ identificarsi nelle varie Divinita’ Pagane… dei fiumi, dei boschi, e di figure mitiche e fantasiose… e che da noi – se proprio vogliamo - non sono ancora assolutamente sopite, e che quindi tuttora permangono… simpatiche o simpaticissime Creature… nel nostro Immaginario… Mi riferisco, qui, al nostro caro e beneamato “Diantene”… sul quale il gia’ ricordato Professor Euro Puletti tanto e poi tanto si e’ dedicato… in scritti di vario genere. E qui, tra i nostri lontani, atavici Antenati… l’ emergere e il consolidarsi della figura del “Sacerdote” che ben presto, dalla iniziale figura di Persona di comprovata fiducia e di saggio Custode e di Amministratore della “Casa Comune” – ovvero sia del comune “granaio” , tanto per intenderci -- venne con il tempo assumendo un potere sociale sempre crescente, e con esso, di pari passo, anche un indiscusso prestigio e un potere anche politico. Alla Categoria dei “Sacerdoti” venne quindi ben presto demandato anche il potere di dirimere le controversie su questioni che potevano insorgere tra le genti, per lo piu’ legate alla territorialita’ o al bestiame… con i vari Capi-Famiglia che, riuniti in una sorta di “Comitati di Saggi” dirigevano la normale amministrazione… che a suo tempo faceva capo – sempre e comunque – alla Casta dei Sacerdoti… con a Capo il Sommo Sacerdote… quale locale Autorita’ Massima Suprema.. Attorno a queste “Case Comuni” si svilupparono poi ben presto i luoghi di culto… e quindi quelle che, nel tempo, diventeranno dapprima i tempi pagani… e quindi – successivamente – le nostre Chiese. – sempre e comunque intese, per queste povere e laboriosissime Genti – come la “Casa Comune” e quindi il punto di riferimento primario della intera Comunita’. A questi originali centri di aggregazione anche sociale che al tempo erano i comuni “granai” e quindi gli originali “Templi” (o Tempi) dove il Sacerdote svolgeva la sua attivita’ giuridico-sacrale e che quindi poi diventeranno le nostre Chiese… vennero con il tempo annessi, o ad esse poco distanti i luoghi di sepoltura dei loro poveri Morti… che pero’ sempre e comunque continuavano a vivere nel ricordo e nell’ affetto dei loro Figli e dei loro Nepoti e dei Posteri, quando non gia’ in una specie di vera e propria simbiosi con loro…. E’ questo appunto il caso soprattutto di molte Vedove… quando perdevano i loro Mariti… o delle Mamme quando perdevano i loro Figli… Momenti di dolore, questi, molto intensi, struggenti… e a volte anche disperati o disperatissimi… E’ noto, infatti, che le Societa’ agricole e contadine, non hanno mai accettato l’ idea della Morte… come il naturale compimento della propria vicenda esistenziale di un individuo… ma l’ han sempre considerata come una vera e propria calamita’… e come un terribile ed odiosissimo male… da combattere e da sconfiggere… E cosi’ ogni Figlio che nasceva in una Comunita’… era proprio un grosso Pugno in faccia alla odiosissima ed odiatissima Morte… che anche e soprattutto cosi’ la si ricacciava via, il piu’ indietro e lontano possibile. Va con cio’ detto che grande, grande, grandissima Festa era, in tutta la Comunita’… la nascita di un Figlio… che in pratica veniva adottato – assieme alla sua Mamma – da Tutta Intera la Comunita’… Si che alla puerpera venivano portati – e cio’ ancor fino a tempi assai vicini a noi -- uova e soprattutto polli… per farci il brodo… perche’ questo favoriva e stimolava la discesa del latte… e con cio’ la crescita e la salute stessa del suo Bambino. E quando capitava… che una donna non aveva latte o non ne aveva a sufficienza… il suo Bambino veniva dato a Balia ad un’ altra Mamma che aveva da poco partorito, la quale poi lo allevava assieme ai Figli suoi… E cosi’ la Balia, poi diventava, a tutti gli effetti… una vera e propria seconda Mamma, la cui Famiglia poi godeva di accresciuta Stima e Rispetto nell’ ambito della Comunita’. E i Figli stessi della Balia e quelli dati in allattamento… diventavano di fatto tutti dei Fratelli… perche’ avevano mangiato – e quindi si erano nutriti -- tutti dello stesso latte. E avevano vissuto praticamente insieme un intenso segmento della loro prima infanzia, ovvero sia l’ inizio della loro vicenda esistenziale. Fu cosi’ … in questa titanica e perenne lotta delle Genti tutte contro la Morte… che si venne sviluppando e consolidando, nelle Societa’ agricole e contadine, l’ usanza o meglio la consuetudine d’ “arquista’” le Persone Care…– cioe’ di “riacquistare” queste Persone… -- mettendo ai Figli, man mano che nascevano… i nomi dei propri Genitori… o di Parenti comunque prossimi… in modo da poter saldare in una sorta di ideale catena… Generazioni in alternanza, che quindi costituivano una vera e propria Catena Umana, in un forte vincolo parentale d’ Amore e di Pensiero… e in cio’ quindi realizzando, in una sorta di ideale e robusta barriera… anche un’ autentica, perenne Vittoria della Vita… sulla odiatissima Morte!… E cosi’ il Nome ricorrente nella Famiglia diventava esso stesso Storia… e ad essa Storia si associavano i fatti e le gesta della Famiglia medesima, divenendone nel tempo un forte segno distintivo che si veniva consolidando sempre piu’ nel tempo, e che contribuiva in modo determinante al crescere e al consolidarsi del potere e del prestigio stesso della Famiglia.. Crescendo cosi’ anche le Famiglie, sorse ben presto la necessita’ di concentrare un po’ meglio le forze e le energie delle Persone, per gruppi affini sul Territorio… e cioe’ per “Famiglie…” e gruppi di “Famiglie”. Siamo cosi’ ai primi modesti agglomerati dove piu’ Famiglie crescono e si sviluppano congiuntamente nell’ ambito di un territorio relativamente piccolo… Siamo in buona sostanza ai primi agglomerati… per cosi’ dire “urbani…” Nasce cosi’ anche il nostro carissimo ed amato Paese di Villa Col de’ Canali… in piena e perfetta sintonia con quella che era la generale regola… 2. L’ Eta’ di Mezzo: L’ Alba del Nuovo Giorno… Nel capitolo precedente, noi abbiamo gia’ riferito dello Zio Batisto e delle ricerche della Scrittrice Luciana Puletti sulle prime notizie relative alla Famiglia Morelli e, nel caso della Luciana Puletti, anche sulla Famiglia del Marito di quest’ ultima, il gia’ ricordato Dr. Ivo Puletti... Orbene, se noi ora consideriamo il lento, lentissimo evolversi della Civilta’ di allora e in cio’ lo stesso emergere delle Famiglie da quel mondo pateticamente ed eternamente immobile che in pratica le relegava ad una specie di vero e proprio Limbo esistenziale… dove il non-essere era la sorte dei piu’… e invece l’ essere era il retaggio di pochi… dobbiamo ragionevolmente presumere la presenza nei luoghi… da parte – almeno – di queste due Famiglie… gia’ nei primi o primissimi secoli dell’ Era Cristiana. E cosi’, nell’ anno 1.200 circa, quando venne costituita l’ Universita’ degli Uomini Originari di Costacciaro, ben due ceppi di Famiglie Morelli… figurano nei primi elenchi dei Membri dell’ Universita’, a come ebbe a riferirmi – nei mesi scorsi - il mio Carissimo Cugino Adelmo Morelli, che per diversi anni e in piu’ mandati e’ stato Consigliere e poi anche Amministratore dell’ Universita’ medesima. Sulla base di queste sommarie indicazioni, e’ ragionevole supporre che questi due ceppi siamo l’uno quello dei Morelli di Villa e l’ altro, invece, quello dei Morelli di Costacciaro, entrambi famiglie molto, molto vecchie dei luoghi. Da quello che io so, comunque, per quanto riguarda i Membri dell’ Universita’, esistono diversi elenchi e aggiornamenti non sempre di agevole consultazione, mentre una vera e propria ricerca su basi scientifiche e filologiche , con una esatta classificazione e cronologia dei Codici e degli Eventi non mi risulta che sia mai stata ancora eseguita, e nemmeno tentata da nessuno. E cosi’ nella pratica impossibilita’ di poterlo fare io personalmente – stante l’ eta’ non piu’ giovane, e la presenza ormai piuttosto saltuaria nei Luoghi -- lascio ben volentieri ad altre e ben piu’ giovani leve… il prestigio e l’ onere di cimentarsi in questo importante campo di ricerca.. E’ ben vero che l’ acquisto della Montagna, da parte degli Uomini Originari di Costacciaro, e’ stato fatto in piu’ riprese, e con esse quindi anche gli esborsi, da parte anche di nuove Famiglie; man mano che le stesse – pur originarie dei luoghi – venivano emergendo quanto a disponibilita’ contributiva verso i voracissimi, anzi proprio direi famelici Duchi di Montefeltro… e con cio’ queste nuove Famiglie venivano acquisendo dapprima una certa visibilita’, e quindi anche lustro e prestigio. E cosi’, a quelle prime Famiglie se ne sono poi aggiunte delle altre e quindi delle altre ancora... piu’ tardi o anche molto piu’ tardi… man mano che queste stesse Famiglie… uscendo anche loro da quell’ anonimo torpore silvo-pastorale che in pratica le aveva relegate, pressoche’ da sempre… ad un livello assai prossimo a quello dei loro animali di piu’ modesta specie… acquisivano dapprima una sufficiente “visibilita’” a livello di Famiglie… e quindi, con il tempo, -- se avevano fortuna – anche prestigio sociale. Di conseguenza, grazie al loro lavoro, duro e costante, di piu’ e piu’ generazioni… quelle umili Genti venivano dapprima emergendo dal generale anonimato e torpore… in pratica acquisendo la dignita’ di esseri umani… e quindi, una volta consolidata la propria posizione economica, e quindi anche sociale, potevano iniziare la lenta, e faticosa scalata verso le piu’ alte vette del benessere e del prestigio sociale… Sintomatico di questo progresso, innanzi tutto economico, ma di riflesso anche sociale… era soprattutto l’ acquisto di proprieta’ terriera, il potersi permettere non solo un bel cane da guardia, ma anche un bel paio di bovi, un bel carro istoriato, il mulo per smacchiare la legna… oppure la Cavalla, con la relativa Cacciatora… si’ da poter utilizzare per i propri spostamenti piu’ significativi… come ad esempio per andare alle fiere nei Paesi vicini… o anche – e ancor meglio – per andare alle feste soprattutto di Matrimonio… e anche alle immancabili “impaiate…” quando nelle Famiglie di Amici e di Parenti… nasceva qualche Bambino. E sulla Cacciatora piu’ bella, al traino di una, due, ovvero quattro o sei leggiadre e bellissime Cavalle… accompagnarvi all’ Altare anche la Sposetta bella… E’ un’ usanza, questa, che almeno in alcuni paesi dell’ Alta Umbria vige ancor oggi… dove delle nostrane Aziende Agricole, stanti i tempi ormai abbondantemente cambiati… noleggiano, per l’ occasione, Cavalle… Cacciatore, con i relativi Cocchieri… debitamente vestiti in livrea e cappelli a cilindro, come lo si usava in altri tempi… Ovviamente, poi, anche una bella e confortevole Casa voleva dire tanto, anzi tantissimo… specie se nel magazzino vi erano appesi in abbondanza, Presciutti, Salcicce, Salcicioni, Lonze, Capicolli e anche delle belle pacche di lardo per condire… ma ancor di piu’ contava avere una gran bella aia, (o, come la si chiamava allora… una bella “ara”) e anche dei bei pagliari… di paglia soprattutto; perche’ da questi… i parenti della futura Sposa… potevano agevolmente determinare… quanto grano quella famiglia aveva raccolto… ed avere cosi’ una ulteriore conferma sulla solidita’ della Famiglia dello Sposo, e quindi sul suo grado di benessere… Era quello, in buona sostanza, il momento del riscatto per cosi’ dire sociale… dove le Persone… una volta emerse da quell’ anonimo grigiume… e da quella vita incolore, insapore e inodore…con i loro giorni sempre immancabilmente uguali, ed una vita di duro quotidiano lavoro, di stenti e di fatiche… assurgevano dapprima alla basilare dignita’ di esseri umani… e quindi, elevandosi sempre piu’ nella scala sociale, conseguivano dapprima, come gia’ detto, la dignita’ di Famiglie e quindi - sempre se avevano fortuna - anche quella di Casati… E cosi’, allora e solo allora… si poteva aspirare ad essere ammessi nella cerchia di quelli che piu’ contavano… e quindi – per quanto attiene alla nostra realta’ locale – si poteva aspirare ad essere ammessi anche tra i Membri dell’ Universita’, una volta ovviamente comprovata la propria originalita’ nei luoghi. Anche qui, beninteso, c’ erano delle gerarchie da rispettare… con un primo livello che era quello del Consiglio Generale. Questo poi eleggeva al suo interno un Comitato ristretto di pochi Membri, che costituiva il Consiglio cosidetto “Segreto”… ovvero sia il Comitato Esecutivo, o se proprio vogliamo, il Governo vero e proprio dell’ Universita’. In questa pur importante, anzi importantissima Eta’ di Mezzo… in assenza di documenti che fossero, per lo meno a noi accessibili… dobbiamo proprio presumere che i nostri Antenati si sono innanzi tutto guadagnati, nei fatti … il diritto ad avere dapprima un’ Anima, ovvero sia un’ esistenza appena appena dignitosa… dato che, per nascita, almeno… essi erano da considerarsi null’ altro che dei semplici animali… che nascevano e che morivano senza lasciare traccia alcuna, se non magari negli affetti dei propri Cari… e nei registri – laddove possibile -- di qualche solerte Curato… che ne registrava non gia’ la nascita… bensi’ – lo si badi bene -- il Battesimo… ovvero sia l’ ingresso nella Comunita’ dei Cristiani… e sul quale registro, il Curato medesimo poi vi annotava, per quanto possibile, anche il Matrimonio e magari, poi, anche la Morte. L’ istituzione dell’ Anagrafe, e del potere laico in genere… sono conquiste solo recenti… intervenute solo molto piu’ tardi, con la Rivoluzione Francese, tanto per intenderci… e cioe’ sul finire del diciottesimo secolo… E cosi’ il conquistato Diritto ad avere un’ Anima – per quanto possa dispiacere ai cari Amici, Uomini di Chiesa – era un Diritto che i loro progenitori di secoli e secoli prima… certamente non avevano… se e’ vero che, studiando molto e molto a ritroso le linee evolutive della Civilta’… e di quegli stessi Riti Religiosi che ci vengono ampiamente documentati – tra l’ altro - nelle importanti, anzi proprio direi importantissime “Tavole Eugubine” anche dalle nostre parti… ancora qualche centinaio di anni prima di Cristo… vi si dovevano praticare … quei per noi odiosissimi e odiatissimi Sacrifici Umani… che poi, solo con il tempo… sono stati sostituiti con degli altri Riti Sacrificali… questa volta sugli Animali… Non gia’ che fosse certamente l’ optimum… ma era comunque pur sempre un qualcosa… sulla faticosa via della Civilizzazione Umana… della conquista cioe’ della Liberta’ di Spirito… e della liberazione dalla Paura… Che la liberazione dalla Paura e’ stata una delle Conquiste piu’ significative e piu’ importanti della nostra stessa Civilta’. Come i Druidi della Britannia celtica… come gli Aztechi del Messico… ed anche come gli Incas delle civilta’ andine… anche da noi , nell’ Alta Umbria e non solo… si sono seguite le stesse esatte linee evolutive… come autorevolmente ci confermano gli abbondanti elementi storici di cui noi disponiamo… per cui sarebbe proprio da insensati sciocchi voler recriminare… come se noi, guardando ad un solo lato della medaglia… fossimo stati proprio… tanto diversi dagli altri… Seguendo questa importante linea evolutiva… noi entriamo cosi’ nell’ Era Cristiana, dove la cultura era retaggio dei soli Uomini di Chiesa, regolarmente divisi in Clero Regolare (che quindi viveva all’ interno dei Monasteri)… e Clero Secolare che invece viveva tra la gente; dove il latino “Saeculum” stava ad indicare il Mondo.. E cosi’ noi entriamo in pieno medio-evo, dove i nostri Progenitori erano alle prese con lo sviluppo anche del loro idioma… dal loro tardo latino dove ragionevolmente erano da tempo saltati tutti gli schemi declinazionali… ed alle prime, anzi proprio direi primissime espressioni di quello che sara’ poi… il loro ed il nostro vernacolo locale, cioe’ l’ italiano delle origini. E’ molto importante, questo passaggio, anche per noi Morelli… perche’ noi le primissime espressioni in lingua volgare le troviamo codificate in alcune “cartulae” (atti di vario genere) che riportavano testimonianze in vernacolo rese da abitanti di luoghi dell’ Italia centrale sui confini di determinate proprieta’… “Sao ko kelle terre… per kelle fini ke ki contene… trente anni le possette Parte Sancti Benedicti…” (So che quelle terre, per quei confini che sono stati qui indicati, per trent’ anni le ha possedute la Parte di San Benedetto). Come ben lo si vede qui, il latino ancorche’ tardo-scolastico (cioe’ quello dei Monasteri, dove venivano ad acculturarsi anche i futuri notai) e’ ormai abbondantemente andato a farsi benedire; mentre invece comincia a spuntare – potente e prepotente – la lingua delle genti piu’ umili, cioe’ le genti di campagna… il cui modo di parlare finira’ ben presto con il diventare il vernacolo locale… ovvero sia l’ italiano delle origini… E cosi’ anche quel povero Notaro del Monte Amiata – siamo quindi in piena Maremma Toscana -- dopo aver redatto, ovviamente in latino, magari quello che per lui era l’ ennesimo atto di donazione in favore di un monastero locale, preso dallo sconforto… volle lasciare ai posteri quella sua palese avversione morale verso quella misera “cartula” -- per noi pero’ importantissima -- con quella sua celebre nota marginale, meglio conosciuta come “Postilla Amiatina” dove lui – poveretto – esprime tutto il suo rammarico… per quell’ atto di donazione che lui aveva appena redatto… e dove il donante era stato palesemente raggirato, imbrogliato e in pratica truffato…. Oggi, un atto di quel genere, un nostro Notaio non lo avrebbe mai stilato… perche’ ad impedirglielo ci sono tanto di leggi… ma allora l’ unica legge era sempre e solo quella del piu’ forte… o, se vogliamo, quella del piu’ furbo!... E cosi’, per testimoniare nei secoli il proprio disappunto, in quella che per noi ormai e’ la famosa “Postilla Amiatina” (anno 800 c.a.) il Notaio, a margine di quell’ atto di donazione… cosi’ si lamenta: “Ista cartula est de caput coctu, ille adiuvet de illu rebottu qui mal consiliu li mise in corpu”… (Questo misero atto e’ di una testa cotta. Avrebbe dovuto aiutarlo da una tal rovinosa caduta proprio colui che gli ha messo in testa quel perverso consiglio) Il donante era quindi un povero abitante dei luoghi che aveva appena donato delle terre ad un qualche Convento li’ della zona… come chiaramente si evince dal testo sopra riportato… E se quel poveretto fosse stato anche lui un Morelli… magari uno di quelli che erano certamente rimasti li’ nella zona?... Questo – invero - io non lo sapro’ mai. So invece per certo che, Morelli o non… dal punto di vista filologico e della storia della lingua italiana… gli anni che vanno dal nono fino al dodicesimo secolo (cioe’ dall’ 800 e fino al 1100 circa) sono gli anni cruciali per il nostro locale vernacolo; dove il vecchio latino tardo scolastico ha ormai persa quasi tutta la sua latinita’, almeno declinazionale, mentre potente e prepotente si fa strada, anche nei Monasteri, almeno per i normali colloqui dei Monaci… l’ uso del Vernacolo… Al riguardo, una bella miniatura su di un antico Codice, verosimilmente risalente agli anni 1100 – 1200 riporta l’ immagine di un Monaco amanuense che aveva appena finito di chiosare il Codice stesso che egli aveva raffigurato proprio davanti a se… e che lui, dopo averlo chiosato… ora guardava visibilmente soddisfatto il frutto del suo lavoro… e dove lui stesso vi aveva appena riportato queste testuali parole, ben bene intrise di “Pietas” o, se vogliamo, di Spiritualita’ religiosa: “E BELLO DOPPO IL MORIRE VIVERE ANCHORA” Siamo quindi alla promessa della VITA ETERNA, che e’ alla base stessa del Cristianesimo… e che tanta, tanta, tantissima parte ha poi avuto nella diffusione e nel successo, anche dalle nostre Parti… di questa nuova religione… dove gia’ forte anzi fortissimo era il sostrato della religiosita’ di base… L’ entusiasmo popolare con il quale e’ stata accolta la nuova religione e’ la chiave stessa del suo successo che ha poi portato la nostra terra – l’ Umbria - a produrre non solo i nostri piu’ importanti Santi, quali ad esempio San Francesco, San Benedetto… e almeno una dozzina di altri Santi e Beati, figure per lo piu’ locali… ma ha anche prodotto epigoni di vero e proprio fanatismo religioso, quale appunto e’ il caso di Fra Iacopone da Todi… con tutta la sua bella schiera… di seguaci e di fanatici… Era quindi innegabile che in una Societa’ Agricola e Contadina, che solo si basava sulle certezze della Vita… e che tanto e tanto in odio aveva… la terribile e odiatissima Morte… l’ idea di una Vita futura, anzi la stessa certezza della Vita Eterna… che quindi supera e d’ un solo balzo travalica la odiatissima Morte… dapprima suggestiona e seduce… dopo di che infiamma gli animi tutti di quelle Povere Genti… che con la promessa della Vita Eterna… pensavano di aver cosi’ raggiunto proprio il massimo… di quanto le Persone stesse potessero aspirare… Da qui, come e’ ovvio, il grande, grande, grandissimo successo che ebbe il Cristianesimo anche e soprattutto dalle nostre parti… e che e’ innegabilmente stato un forte stimolo verso la Civilta’… e verso Valori piu’ prettamente umani che fossero al contempo anche largamente condivisi… E cosi’, i nostri beneamati Avi di progenie Morelli… di tante e tante passate generazioni, devono quindi aver seguito in tutto e per tutto la corrente e questa stessa linea evolutiva, certamente lavorando molto sodo ancora per tutto il Medio Evo… e ancora all’ inizio dell’ Eta’ Moderna, che storicamente viene fatta coincidere con il 1492… l’ anno della Scoperta dell’ America. Si ritiene che, ancora nel Medio Evo, i nostri Antenati nelle campagne dell’ Alta Umbria vivessero in misere casupole… di una sola stanza, in una specie di sostanziale promiscuita’ con i propri animali… con le persone che dormivano su dei soppalchi di legno, che verosimilmente avevano su dei modesti pagliericci fatti con paglia di grano, e solo successivamente, dopo la scoperta delle Americhe, con le piu’ agevoli e salubri foglie di granturco… mentre gli animali, di notte, dormivano in terra, magari su un povero giaciglio di paglia… detto “paiccio”… Con il tempo, queste casupole, fatte per lo piu’ di pietrame e fango… diventarono delle vere e proprie casette a due piani, relativamente alte e strette… con dei tronchi d’ albero a fare da travi… e tronchi di alberelli piu’ piccoli, posti l’ uno accanto all’ altro… a fare da rudimentale pavimento… mentre il tetto doveva essere realizzato prevalentemente in paglia e pelli di animali, su di una sottostante struttura o intelaiatura in legno. Gia’ ai primi del ‘500, in quello che poi sara’ il nostro paese di Villa… si ritiene che alcune Famiglie tendessero sempre piu’ a riunirsi sulle alture della collina di Villa dove piu’ agevole era difendersi… in luoghi cioe’ anche piu’ asciutti e salubri, per meglio proteggersi dalle piogge e dalle intemperie… Ma al tempo stesso, anche per poter utilizzare al meglio dei terreni che altrimenti sarebbero stati non solo poveri… ma anche quanto mai inadatti per le coltivazioni e i foraggi… Una notevole ottimalizzazione, insomma… una gran bella e primaria conquista… Persone che ora potevano vivere sotto lo stesso tetto si’… pero’ ormai separate dagli Animali… Le persone, cioe’, al piano superiore… e gli Animali, invece, al piano terra… dove venivano ubicate sia le stalle che le cantine… mentre i granai venivano progressivamente ubicati nei soffitti o sottotetti, ed essere cosi’ anche meglio protetti. Mia Cara, anzi proprio direi… Carissima… Villa Col dei Canali (o Collis Canalis Villa…) vedi che la tua umile, eppur gloriosa, gloriosissima “historia”… checche’ se ne dica… comincia proprio da qui!… 3. Il Colle della Villa e l’ “Oppiello”: il Primo nucleo di Case, nell’ Abitato di Villa Il Professor Euro Puletti, valido e stimato Studioso della nostra Storia locale, parlando delle lontane origini dell’ abitanto di Villa… ha tempo fa sostenuto che il nucleo originario del paese si deve essere sviluppato attorno alla nostra cara e amatissima “Piazza Padella”. L’ ipotesi non era solo interessante, ma era anche assolutamente lusinghiera e fascinevole, si’ che per qualche tempo anch’ io – che in quel di “Piazza Padella” sono nato, ormai un po’ di annetti fa -- l’ ho da subito e pienamente condivisa. E cio’ fino a quando questa per me gran bella e suggestiva teoria… non mi si e’ venuta a trovare… su di una rotta di collisione… con la realta’ storica dei tempi e degli eventi. Infatti, i miei recenti studi sulla Storia della Famiglia Morelli, che negli ultimi tre secoli ha avuto uno sviluppo veramente, veramente esponenziale… mi hanno portato a dover riconsiderare certe posizioni, e a ripercorrere cosi’ delle altre vie, alla luce di nuove testimonianze e di nuovi documenti nel frattempo emersi, che mi hanno portato a delle nuove e piu’ approfondite indagini, ed alle conseguenti scoperte. E cosi’, studiando proprio la storia delle Persone… mi e’ stato piuttosto facile seguire anche lo sviluppo temporale delle loro famiglie e delle loro abitazioni, per cui… man mano che le Famiglie crescevano… di pari passo crescevano, un po’ come se fossero funghi… anche le loro Case… Durante l’ estate dell’ anno 2014, ho avuto modo di rivedere una mia cara parente, la Elide Morelli, che da tanto tempo non vedevo… perche’ lei, da quando si e’ sposata, vive nei pressi di Roma. La Elide, figlia di Guido Morelli, e’ la nepote piu’ grande, in termini di eta’, di Giambattista Morelli (alias “’l Zi’ Batisto”) il cui nome nella presente ricerca ricorrera’ piu’ e piu’ volte nei capitoli che seguono. Orbene, ‘l Zi Batisto era un Cugino di terzo grado di mio Padre… e peraltro era anche il suo Compare di Battesimo, oltre che essere nostro vicino di Casa. Era, ‘l Zi Batisto, un grande appassionato della Storia della Famiglia Morelli, ed alla sua prima e per tanto tempo anche unica Nepote, la Elide, era solito raccontare fatti, storie e vicende della Famiglia Morelli, che anche lui diceva essere originaria della Maremma Toscana, che si era poi insediata nella zona di Villa Col de’ Canali ben oltre un migliaio di anni fa. Diceva poi, ‘l Zi Batisto, che la Casa originaria dei Morelli, era proprio sul Colle della Villa, dove poi e’ stata eretta la nuova Chiesa del Paese, nella seconda meta’ del settecento. Rimasta piuttosto piccola per la crescente Famiglia, i Morelli – essendo i proprietari esclusivi della intera area ad est, a sud, e ad ovest del Colle di Villa, gia’ nel corso del XVII Secolo costruirono la loro nuova Casa piu’ a valle, verso sud, della casa originaria; dando cosi’ origine al primo insediamento in quel territorio per cosi’ dire “di espansione” il cui centro sara’ poi costituito dalla mitica e fascinevole “Piazza Padella”. Ma se la “Piazza Padella” e’ sorta in un territorio “di espansione”… dov’ e’ allora sorto il primo insediamento, ovvero il primo nucleo dell’ abitato di Villa? Orbene, la risposta e’: sul Colle della Villa, ovvero sia sull’ Oppiello. Nel prossimo capitolo dal titolo: “La mitica “Piazza Padella”… L’ Abitato di Villa cresce e si espande” verranno fornite le prove di “Piazza Padella” come la prima direttrice di espansione del Paese in ordine di tempo. Ma noi per intanto esporremo qui gli elementi che ci portano a considerare l’ “Oppiello” come il primo aggregato di case del Paese che, a quanto io stesso ho potuto ricostruire, coincide proprio con l’ isolato dove ora si trova la Chiesa, ed anche con quello sul suo lato Ovest, cioe’ verso i Pambianco, tanto per intenderci. Infatti, sul sito della nuova Chiesa c’ era non solo la Casa originaria dei Morelli, ma c’ era – molto verosimilmente - anche quella dei Coldagelli. Queste case furono poi entrambi abbattute per far posto alla costruzione della Chiesa. La pertinenza di terreno che e’ stata poi assegnata alla attuale Chiesa, dovette al tempo essere realizzata sugli Orti delle Famiglie Guidarelli e Angeli, che poi vennero tutti debitamente indennizzati con apposite permute da parte dei Morelli, come meglio si vedra’ nei capitoli successivi. Se noi ora prendiamo come riferimento la Casa dei Guidarelli, che si trova appena dietro alla Chiesa, (la Casa cioe’ che fu della mia Nonna Materna), noi vediamo che gia’ nel raggio di appena 30 metri… vi troviamo le Case originarie delle seguenti Famiglie: I Morelli, i Guidarelli, i Puletti, i Bucciarelli, i Pambianco, i Cianfichi, i Rughi, i Cherubini, i Lisandrelli, i Cinti, salvo altri… e se poi noi allarghiamo il raggio di altri 20 metri, portandolo cosi’ a soli 50 metri… noi vi troviamo anche le Famiglie dei Bonfatti, dei Castellani, dei Casagrande, dei Bellucci, dei Brizzi, dei Pace, dei Fiorucci, sempre salvo altri… e con tutta probabilita’ pure sull’ Oppiello… ci sara’ anche stata la casa originaria dei Pellegrini… Questo, Signori miei carissimi… vi dice gia’ tutto sul nucleo originario dell’ abitato di Villa… Vi dice gia’ tutto… sul Colle della Villa e sull’ “Oppiello”… Vi dice gia’ tutto, cioe’, anche sullo sguardo del Paese di allora verso la Montagna… dove un tempo si svolgeva tanta, tanta, tantissima parte della nostra vivida e laboriosissima vita di Paese… e dalla quale Montagna dipendeva tanta e tanta parte della stessa nostra esistenza e sussistenza. Basti solo pensare alla legna da ardere, anche per i Poveri… al “fascio” per il focolare… che gia’ prestissimo alla mattina, ancora con il buio, si andava a fare sulla Foce, su quella parte del monte che e’ poi divenuta la attuale Pineta, sui Buschetti, sui Cotozzi, sui Rocconi e sulle Schiappelle… per poi tornare giu’ in Paese… ed in tutta fretta… non molto dopo il levar del Sole… prima cioe’ che il locale guardaboschi, il buon “Patazzi” (al secolo Guglielmo Costanzi) cominciasse il suo turno di servizio… E vi dice poi tutto del pasci-pascolo, del branco delle Pecore che – al rituale suono del “campano” in giro per il Paese -- si lasciava la mattina e che accompagnato a turno da due persone, risaliva la Montagna percorrendo dapprima la vecchia via della treggia, almeno fin “su’ n Serra”… dove poi cominciava, per le nostre care Pecorelle… la loro libera uscita, dopo la abbeverata di rito nei due fontanili, quello dei “Trocchetti”… e poi quell’ altro li’ vicino, di cui al momento non mi ricordo il nome… E vi dice poi tutto dei Prati, dove si falciava l’ erba e si produceva il profumatissimo fieno di Montagna… che poi si portava giu’ in Paese con la treggia… e che io bambino ricordo che ti inebriava veramente l’ anima… E vi dice poi tutto, ancora, di Serra e della Foce… da dove abbondante discendeva l’ acqua stessa delle nostre Fonti… E vi dice poi tutto, infine, della Cacciagione… dei Funghi, delle Fragole, delle More e delle Carline.. che tutti costituivano degli importanti complementi della nostra alimentazione… che pur tutti assieme contribuivano alla nostra stessa sussistenza… Con il tempo, crescendo le famiglie in numero e dimensione, e’ proprio dall’ “Oppiello” che a piu’ riprese ed in piu’ mandate… si dipartono soprattutto le famiglie dei figli cadetti… e cosi’ se da li’ si dipartono dapprima i Morelli, verso la loro nuova Casa della futura “Piazza Padella”…ben presto la seguiranno a ruota anche le Famiglie cadette dei Rughi e dei Bucciarelli… mentre quelle dei figli Primogeniti resteranno sempre fedelmente ancorate al loro beneamato “Oppiello”. E qui, dopo aver esaminato da attento filologo la tipologia dei luoghi… ho potuto notare che se da una parte la strada originaria del Paese andava verso il Monte… dalla parte opposta dove adesso si trova la Chiesa… la strada discendeva poi giu’ verso il Piano… o se vogliamo, verso i Campi… dopo aver fatto, la strada, una leggera curva sulla destra… e quindi una piccola controcurva a sinistra. Prima della curva a destra, pero’, una piccola scorciatoia o mulattiera detta “la Viarella” conduceva ai campi cosidetti vicini, appena sotto la Villa denominati “Campodonnico” e il “Vignale”… I Morelli, al tempo padroni unici dell’ intera zona a sud della Collina, per costruire la loro nuova Casa… scelsero la posizione strategica del bivio tra le due mulattiere o strade di campagna dove ai vecchi tempi la treggia doveva essere l’ unico mezzo di trasporto… data la precarieta’ e la fangosita’ delle strade, specie in inverno… Orbene, se noi ora guardiamo la Casa originaria dei Morelli, con accanto quella dei Rughi… vediamo che entrambi sono orientate ad Est, cioe’ verso il sole… e che entrambi paiono essere coinvolte in un ideale abbraccio quasi che fosse d’ Amore, di Solidarieta’, d’ Affetto e di Passione… Cio’ ci conduce ad una prima, quanto mai probabile anzi proprio direi probabilissima ipotesi, che pero’ per me… nativo come sono dei luoghi… ha proprio tutto il sapore della certezza… di essere cioe’ non tanto una Verita’… bensi’ la Verita’… E cioe’ che il Capostipite a noi noto della Famiglia, Luigi Morelli (“A” – Senior, Senior)… o magari il Padre o il Nonno di lui… deve aver avuto una Figlia, andata in Sposa a un Rughi dell’ Oppiello per cui la Casa della Sposa (che qui noi chiameremo Sposetta Bella nr. 1 – Morelli) venne realizzata attaccata alla Casa del Fratello, o magari a quella dei suoi Genitori… Notizie storiche recenti, provenienti da Gubbio, e a me riferite dal mio Caro Amico, il Professor Euro Puletti… mi riferiscono di un tal Morelli Giuseppe di Costacciaro, con cio’ evidentemente intendendosi il Capoluogo di riferimento, ma in effetti di Villa, che era nato il 24 marzo 1764 che poi, verosimilmente verso la fine del ‘700, ebbe a trasferirsi a Gubbio, piu’ o meno contestualmente al suo Matrimonio, e dove poi crebbe la sua numerosa Famiglia. Orbene, un attento esame di questo personaggio e della relativa Famiglia, mi porta a ritenere con certezza pressoche’ assoluta… che questa persona doveva essere il fratello (o magari uno dei fratelli) del Morelli Luigi (“A” – Senior, Senior) cioe’ del Capostipite, almeno a noi noto, della nostra Famiglia. Non solo… ma avendo entrambi i fratelli avuto dei figli maschi… entrambi i fratelli ne hanno uno al quale hanno poi dato il nome di Paolo… Debbono quindi entrambi aver riacquistato, con questo nome di Paolo il comune Padre… per cui il Capostipite della Famiglia potrebbe non solo essere retrodatato di una generazione… ma ritenere anche filologicamente possibile che il Padre e il Nonno di Paolo avessero i nomi di Luigi e Giuseppe o viceversa… Ad ogni modo, per non interferire con la trattazione, gia’ di per se notevolmente complessa della Famiglia dei Morelli di Villa, con le relative successive ramificazioni che si sono succedute nel corso di ben tre secoli e passa… noi dovremo adesso accantonare questo ramo per cosi’ dire “eugubino” della famiglia, ramo che verra’ poi ripreso e sviluppato in un capitolo a parte, verso la fine di questo lavoro e per l’ esattezza al successivo Capitolo 18. L’ esistenza di questa seconda famiglia Morelli e’ comunque sintomatica della robusta solidita’ di questa Famiglia dei Morelli di Villa, per cui se un primo esame filologico dell’ albero genealogico del mio trisavolo Luigi Morelli (“A” – Senior, Senior) mi consentiva di poter teorizzare il nome del di lui Padre… adesso l’ esame congiunto degli alberi genealogici sia di Luigi che del fratello Giuseppe Morelli… mi consente di poter ragionevolmente risalire non solo al loro comune Padre, Paolo… ma come gia’ detto ma anche al loro comune Nonno e Bisnonno. Le riflessioni che qui seguiranno al successivo Cap.18 e quindi al Cap. 20 mi portano a ritenere con assoluta certezza che gia’ in anni e secoli pregressi, nel corso della sua lunga e gloriosissima Storia… c’ erano gia’ stati degli altri trasferimenti di Morelli, rami Cadetti della nostra Famiglia… verso il Buranese e l’ Eugubino in genere… come ci attestano non solo i Cognomi di altri Morelli che noi poi abbiamo ritrovato in quei luoghi… ma anche e soprattutto i nomi di battesimo di Ubaldo, Antonio, Giuseppe, Paolo, Francesco, Maria, Antonia, ecc… ecc… che sono dei nomi storici della nostra Famiglia, dai quali quei nomi stessi… sono da ritenersi di diretta discendenza. E qui, scorrendo il tempo, ecco che quei nomi vengono a trovarsi assai spesso ad essere intercalati ad altri nomi, di altra provenienza, ma questo e’ dovuto al naturale apporto delle Donne che, provenendo da altre Famiglie… vi apportano -- com’ e’ naturale -- i nomi di altri loro “arquisti” delle loro stesse Famiglie… Orbene, tornando alla nostra cara e beneamata “Piazza Padella”… se noi ora esaminiamo la vicina “Casa Rotonda” e la esaminiamo molto attentamente, soprattutto in rapporto alla vicina, anzi vicinissima Casa dei Morelli… Noi vi cogliamo anche li’ un vero e proprio “Amplesso d’ Amore…” con le due Case che quasi si toccano, o per dir meglio si baciano… li’ vicinissime come sono… con i Balconi proprio vicinissimi e quasi dirimpettai… si’ da favorire un diretto colloquio tra le persone delle due Famiglie… che quindi si potevano vedere anche dalle finestre. E cosi’ noi vi scopriamo anche… una seconda bella verita’… che magari a distanza di una o forse due generazioni dalla prima… una seconda Donna di Casa Morelli -- che noi qui chiameremo “Sposetta Bella nr. 2 – Morelli” – che sposera’ questa volta un Rampollo di Casa Bucciarelli, pure dell’ Oppiello… ragion per cui la premurosa Famiglia della nuova Sposa… realizzera questa nuova Casa per la propria Figliola, dandole anche un bel pezzo di terra ad uso aia, orto e quant’ altro sul retro… e dove poi i Bucciarelli di seconda e magari anche di terza e quarta generazione, essendo nel frattempo cresciuta pure la loro Famiglia… vi realizzeranno le case per gli altri tre giovani Bucciarelli, che saranno Giuseppe, Calistro e Genesio.. con i loro discendenti… In Generazioni successive, ancora un ramo dei Rughi dell’ Oppiello, si stacchera’ per andare a costituire il primo nucleo abitativo del “Castello”…che quindi viene a costituire, per logica, la seconda direttrice “di espansione”. I Rughi, poi… vengono seguiti dai Puletti… e quindi, nell’ ordine, dai Pace… e dai Pambianco… che tutti sono pure originari dell’ Oppiello… mentre nulla invero ci e’ dato di sapere dell’ ultima casa del “Castello”… quella che negli anni ’30 e’ stata la Casa del Maresciallo Vivani… e di sua Moglie, la leggendaria Maestra Evarista Brunamonti -Vivani e della loro splendida Famiglia… con una bella schiera di qualche undici Figli, tra Maschi e Femmine… Tra essi, c’ e’ il celebre eroe locale Ettore Vivani… al quale e’ stata poi dedicata la cosidetta “Strada Nova”… cioe’ il nuovo Asse Urbano del Paese che ora porta quindi il suo nome… Sempre dall’ “Oppiello”, anzi per meglio dire dal Colle della Villa, i figli maschi dei Cherubini – una Famiglia, questa, originaria dal gualdese e trasferitasi alla Villa quasi certamente per Matrimonio -- delocalizzeranno invece verso il “Ponte del Fosso” dove si trasferiranno, per evidenti questioni di spazio, i Figli maschi: cioe’ i genitori di Alfredo, di Mario e di Don Noe’ Cherubini che quindi, i primi due si trasferiscono in due diverse zone, in area “Ponte del Fosso” con Alfredo che poi andra’ da una parte… e Mario invece dall’ altra… mentre Don Noe’ si trasferira’ alla Branca, di cui diventera’ lo storico Parroco… A loro volta, i Cherubini verranno seguiti da uno dei rami cadetti dei Castellani… anch’ essi originari dell’ Oppiello che quindi costituira’ – il Ponte del Fosso -- la terza direttrice di espansione… Sempre verso il Ponte del Fosso si trasferira’ poi un altro ramo dei Cherubini, pure provenienti dall’ Oppiello…. Originarie del Ponte del Fosso, invece, dovevano essere le Famiglie dei Righi, come anche quelle dei Bianconi, dei Brizzi e dei Barbacci che sono pure molto antiche ed anche molto ben radicate sul territorio. Per questo e’ ragionevole presumere che i loro fossero gli insediamenti piu’ antichi, almeno li’ in quella zona. Pure delocalizzate li’ nella zona, pero’ dall’ altra parte del Fosso… troviamo ancora… le case del gia’ ricordato Mario Cherubini – il Padre del Maestro Nicola -- anche lui strettamente imparentato con gli altri Cherubini del Ponte del Fosso e soprattutto con la Famiglia del Fratello Alfredo Cherubini, come pure vi troviamo le Famiglie dei Crotta e dei Cavalieri… dei quali ultimi pero’ non ho certezza che venissero anch’ essi dall’ Oppiello… dove un tempo, pero’, mi pare che abitasse pure il Cavalieri Odocaro… lo storico Mugnaio… o per dirla alla paesana, il vecchio “Molinaro” del Paese… Celebre, comunque, al riguardo… e’ il nostro detto locale… scherzosamente riferito alla sua categoria… e non certo e non gia’ a lui personalmente… “”Oh Molinaro… da la Bianca Farina… Co’ i Occhi guarda… e co’ le Mane rampina!...”” Sempre dall’ Oppiello, infine, si dipartira’ poi il Terzo Ramo dei Puletti… quello del Maresciallo dei Carabinieri Antonio Puletti… che invece costruira’ “giu’ la svoltata”… quella che e’ poi divenuta la Villa del Dr. Ivo Puletti… e che tuttora appartiene alla sua Famiglia.. E’ l’ “Oppiello”, quindi, come qui ben si vede, il nucleo originario del Paese… ovvero la culla… dalla quale si sono poi dipartite… tante illustri Famiglie del Paese… In buona sostanza, e’ l’ “Oppiello”, invero… la Culla primordiale di noi tutti Villanti… Morelli e non!... 4. La mitica “Piazza Padella” Gia’ nel corso del XVII secolo, cioe’ del ‘600, la Famiglia dei Morelli, notevolmente cresciuta in numero e consistenza, avendo bisogno di nuovo spazio, non essendo piu’ sufficiente la Casa originaria della Famiglia sul Colle del Paese, dovette porre mano alla costruzione di quella che poi sara’ la nuova Casa Atavica… al centro di una vasta area, tutta di sua proprieta’, nel lato sud-ovest della Collina di Villa. E’ stata cosi’ prescelta, per comodita’, la posizione in prossimita’ del bivio tra la vecchia strada di Fornibocca e quindi dei Campi per cosi’ dire “lontani”… e la scorciatoia denominata “La Viarella” che invece conduceva ai campi “vicini”, cioe’ sotto la Villa. In anni successivi, o forse anche molto successivi… e’ assai probabile che la Casa originaria subisse una prima ristrutturazione, allorquando un Membro della Famiglia dei Rughi dell’ Oppiello, avendo -- con certezza quasi matematica -- sposato una Donna di Casa Morelli, dovette ricevere in dote una Casa li’ proprio affianco alla Casa dei Morelli, ed a questa attaccata sul lato nord, che quindi venne fatta costruire per l’ occasione, con annessa, ad ovest, quasi certamente una stalla ed antistante orto, verso le “Piagge”. Questo costitui’ il primo insediamento dei Rughi nell’ ambito della Famiglia e della proprieta’ Morelli, in quella che poi diventera’ la cara e amatissima “Piazza Padella”. Oltre alla Casa, questa Donna di Casa Morelli portera’ in dote alla Famiglia Rughi anche un grosso campo di circa mezzo ettaro in fondo a “Fornibocca”, campo che per l’ occasione era stato scorporato dalla restante proprieta’ Morelli, e che poi verra’ diviso in due parti che andranno ai di lei Figli Pietro e Mariano. La parte di Mariano passera’ poi al di lui figlio Saverio e da questi alla figlia Rughi Lucia -- la moglie di mio Zio Marco -- mentre l’ altra parte da Pietro passeraì al figlio Silvio Rughi, e da questi al figlio Pietro, e quindi al di lui figlio Ildebrando. Quest’ ultimo, poi, ebbe a riacquistare da mia Cugina Bruna Morelli, anche il campo che era della Madre, la Rughi Lucia… e quindi il campo stesso torno’ ad essere tutto di un unico proprietario, e ancora della Famiglia Rughi. Non si spiega altrimenti, l’ ingresso dei Rughi in quell’ area; che fu quindi – con tutta certezza -- una acquisizione per dote, appunto… e non certo per “acquisto” a titolo venale, visto che i Morelli – seguendo l’ esempio dei Buoni Padri di Famiglia di atavica memoria -- sono sempre stati assai piu’ propensi ad acquistare la proprieta’, e non certo a venderla…. L’ idea della ristrutturazione della Casa atavica, magari costruita almeno mezzo secolo prima, si spiega con la delocalizzazione delle originali stalle e dell’ aia che, a rigore di logica, avrebbero dovuto trovarsi sul lato Ovest della Casa e che poi devono essere state delocalizzate ad Est – e per l’ esattezza dall’ altra parte della strada – per far posto , a Nord-Ovest alla costruzione della Casa dei Rughi. Questi, quindi, avranno ritenuto – con tutta probabilita’ -- l’ aia originaria dei Morelli, su una parte della quale verra’ poi realizzata la casa che sara’ poi di Filippo, con relativa aia… ed anche una parte delle stalle. A seguito di questa ristrutturazione ed annesse nuove costruzioni, le Case dei Morelli e quelle dei Rughi devono aver assunto un aspetto gia’ molto simile a quello attuale. In simil guisa, alcuni decenni dopo – come gia’ visto - (siamo verosimilmente verso gli inizi del IX secolo, agli inizi cioe’ dell’ ‘800) un Membro della Famiglia questa volta dei Bucciarelli, sempre dell’ Oppiello, dovette aver condotto in Sposa un’ altra Fanciulla di Casa Morelli, ricevendone in dote, anche lui… un’ altra Casa, fatta costruire per l’ occasione, appena a sud della Casa dei Morelli. Si tratta della Casa dalla caratteristica facciata arrotondata, con annessa pure li’, stalla, aia, e magari anche l’ orto. Crescendo poi anche la famiglia Bucciarelli… essa si suddivise ben presto in due e quindi in tre rami, che definiremo il primo quello del Bucciarelli Jr, “A” (che poi sara’ il nonno, se non gia’ il bis-nonno, dello Zio Sebastiano Bucciarelli). Da un secondo ramo, che sara’ quello del Bucciarelli Jr. “B” si genereranno due sotto-rami che definiremo il primo B1, che sara’ costituito dai discendenti del Padre di Bucciarelli Genesio (detto Genezzio) e di Bucciarelli Calistro, (detto Calistrello), questi due – quindi - Fratelli tra di loro. L’ altro sotto-ramo, che definiremo dei Bucciarelli B2, e’ quello di Antonio Bucciarelli, che sposera’la Morelli Santina, una Donna della progenie certamente del Morelli Carlo e relativa figliolanza… verosimilmente nata nella Casa che sara’ poi del Morelli Apollinare, e che si trova praticamente dirimpetto a quella dei Bucciarelli. Da Antonio e Santina nasceranno i figli: Bucciarelli Giuseppe (detto Peppe de Bomba) e quindi le due femmine che sono la Bucciarelli Irene (che sposera’ Mario Cherubini, e sara’ quindi la Mamma del Maestro Nicola Cherubini) e la Bucciarelli Sabina, che invece sposera’ uno dei Righi, e che quindi sara’ la Mamma del Domenico Righi, detto anche Menchino de la Sabina. Apriamo a questo punto un inciso, a proposito di questo quanto mai strano e insolito appellativo di “Peppe de Bomba”… Me lo ha riferito, nei mesi addietro, la Elide Morelli, che l’ aveva appreso dalla Angeli Francesca, moglie di Peppe de Bomba… e lei stessa assai meglio nota in Paese con i suoi bei nomi d’ arte di: La Checcona o La Checca de Bomba. Ebbene, ci riferisce la Elide Morelli… che un suo zio, di nome Morelli Paolo aveva sposato una Bucciarelli, Sorella di Antonio Bucciarelli (Senior) ovvero del di lui padre… e cosi’ la Elide… ci riferisce di questo curioso aneddoto… che poi andra’ a ripercuotersi anche sui suoi discendenti di Casa Bucciarelli. Ebbene, quando questo Bucciarelli (Antonio o il di lui Padre) andava a trovare la Sorella, se gli rispondeva Lei, bene… ma se invece a rispondergli era qualcun altro… lui gli faceva una grossa “scorreggia”… e se ne andava. E cosi’, in Paese tutti lo chiamavano “Bomba”… proprio per il fragore causato dalle sue scoregge… E cosi’, il figlio di Antonio, di nome Giuseppe… ebbe ad ereditare, per diritto di nascita, l’ appellativo di “Bomba”, per cui verra’ poi chiamato “Peppe de Bomba”… Del quale Nome d’ Arte, pero’… non solo Peppe… ma anche la sua Consorte… la Angeli Francesca (e nome d’ arte: La Checca de Bomba) ne andarono un po’ tutti… veramente orgogliosi, tanto da vantarsene apertamente… in ogni possibile occasione, specie quando lei si ritrovava in compagnia… a giocare a “scopa” con il suo celebre “quartetto”… di cui ben volentieri vi do anche la formazione, perche’ a farne parte… c’ era anche una Persona, veramente speciale e a me particolarmente cara, anzi carissima: Mia Madre… Ecco a Voi la formazione di questo mitico Quartetto: “1. La Checca de Bomba (alias: la Checcona), al secolo: la Francesca Angeli… “2. La Maria de Guido, al secolo la Maria Pierini… che poi era la Madre della Elide Morelli “3. La Schica, al secolo la Paciotti Antonia, dapprima domestica e quindi convivente del Poro Schico, che al secolo si chiamava Giuseppe Costanzi. “4. La Cicia de la Tozzolona (al secolo la Ciuferri Cecilia, ma Madre), che al secolo era figlia di mia Nonna, la Guidarelli Caterina… che era detta appunto “La Tozzolona” Orbene, chiusa questa simpatica digressione, la comprensibile necessita’ di poter disporre di nuove case, anche per la crescente Famiglia dei Bucciarelli… porto’ – nel tempo -- alla costruzione di altre tre case sul retro della loro casa primordiale, in cio’ finendo con lo spazzar via gli orti, che quindi vennero delocalizzati piu’ a valle, appena sotto la attuale Via Vivani, che pero’ al tempo non c’ era ancora; per cui la stessa, in quel tratto, fu realizzata proprio sulla proprieta’ dei Bucciarelli… E cosi’, mentre lo zio Bastiano ritenne la loro Casa atavica della Famiglia, i suoi cugini tutti, sia di primo che di secondo grado si trasferirono nelle nuove case, tutte e tre attaccate tra di loro, a sud della loro casa originale, e a questa pure attaccate. Nasce cosi’ l’ isolato dei Bucciarelli… nell’ ambito della mitica “Piazza Padella”… E non finisce neanche qui… se e’ vero che poi, alcuni anni piu’ tardi, Pietro Rughi (fratello di Mariano) entrambi figli di Filippo, dei Rughi di Piazza Padella, conduce in Sposa la Morelli Tomassa, sua vicina di Casa, e anch’ essa una nostra parente… per cui il fratello di Lei, Tomassino Morelli, dal suo gruppo di case di “Piazza Padella”, che nel frattempo aveva fatto costruire, li’ sulla destra della casa dei Rughi -- guardando la strada che scende verso i Campi -- scorporera’ dal suo isolato la casa che poi sara’ della Rughi Domenica (alias la Menca de Scandajia), mentre le restanti tre case andranno ai Figli di Tomassino, cioe’ ad Igino, Giambattista (‘l Zi Batisto) e ad Enrico (‘l Zi’ Rigo). Successivamente, comunque, saranno i figli dello Zio Batisto a rilevare anche la parte di Igino, nell’ ambito di quello stesso isolato. Viene cosi’ dimostrato come l’ abitato di “Piazza Padella” non pote’ costituire il nucleo originario delle abitazioni del Paese di Villa, perche’ l’ intera area era, gia’ tutta di proprieta’ Morelli, per divenire poi in parte di proprieta’ anche Rughi e quindi anche Bucciarelli… cioe’ di tre Famiglie che sono tutte e tre di chiara origine e provenienza dall’ Oppiello… Fu solo con la meta’ del XX secolo, (1950 circa) che la vera e propria “Holding” dei Morelli di Villa comincia lentamente a sgretolarsi: dapprima per la morte di Luigi Morelli (“B” - detto “Gigetto) che mori’ senza lasciare figli – dato che il suo unico figlio, Pio Federico Vincenzo, nato nel 1908 ebbe a premorirgli; per cui la sua proprieta’, alla morte della Vedova usufruttuaria, venne tutta frazionata in piu’ lotti, che vennero poi venduti separatamente a diversi acquirenti, da parte dei nepoti di Gigetto… i figli delle Sorelle.. Se noi ora facciamo un bel passo a ritroso nel tempo, nell’ arco di ben tre secoli, noi assistiamo, alla fine del ‘700 alla prima significativa migrazione di un primo Ceppo dei Morelli dall’ abitato di Villa, con quel Morelli Giuseppe che si trasferisce a Gubbio, portandosi appresso ben la meta’ del Patrimonio della Famiglia, con tutte le terre dalla localita’ de “i Colli” e fino alla Scheggia e a Gubbio… come meglio si vedra’ nel Capitolo 18 di questo stesso lavoro. Questa perdita e’ stata pero’ solo parzialmente compensata dalle successive acquisizioni di almeno cinque poderi, acquisizioni tutte intervenute nella seconda meta’ dell’ ottocento. Sono le acquisizioni dei poderi di Rubbiamo e della Villa entrambi acquistati da Tomassino per i figli Enrico, Batisto e Igino Morelli… il podere del Palazzo (parte ovest, ex-Baldarello) ad opera dei “Balducci” antenati di Gigetto Morelli, e quello di Coldepicchio da parte del Patron Peppe e del Patron Claudio… e infine il Podere di Termine, fatto acquistare da Nazzareno Morelli per la figlia Filomena, Podere che resta tuttora nella proprieta’ delle di lei nepoti. Sempre a decorrere dalla seconda meta’ del ‘900, a contribuire all’ ulteriore sfaldamento della “Holding” targata Morelli, vennero poi i flussi migratori sia verso l’ estero e le Americhe, che verso Roma e il Lazio, e anche verso altre parti d’ Italia, tra cui Pisa e la Toscana in genere, nonche’ verso la provincia di Alessandria, in Piemonte, e quindi la Lombardia… E’ ben vero, comunque, che Migrazioni dalla Villa ce ne erano gia’ state, e forse anche diverse… praticamente da sempre, con le migrazioni dei rami cadetti della Famiglia, man mano che questa cresceva … specie verso il Buranese e l’ Eugubino. Per il Buranese, noi ci riferiamo soprattutto a San Bartolomeo di Burano, dove quel Ramo Cadetto manterra’ comunque dei forti legami con la Famiglia di origine, come chiaramente attestano i nomi di “Bartolomeo” che sono ben ricorrenti nell’ ambito del ramo dei Morelli cosidetti “Balducci”, come si vedra’ meglio in seguito. Ma anche con l’ Eugubino, non siamo assolutamente da meno… e cio’ non solo per via del forte attaccamento dei Morelli al Patrono di Gubbio, Sant’ Ubaldo… con il nome di Ubaldo che pure si ripetera’ piu’ volte in seno alla Famiglia soprattutto dei “Balducci”; ma anche per via dei Nomi Storici di Famiglia… che i nostri Rami Cadetti conserveranno anche una volta trasferiti nei nuovi territori. Con il tempo, pero’, in questi territori si alterneranno dei nostri nomi storici di famiglia, con altri invece assolutamente nuovi per noi, e che con le nostre tradizioni di Famiglia non c’ entrano assolutamente niente. Cio’ e’ dovuto agli apporti soprattutto da parte delle Mogli dei Morelli… che spesso e volentieri per i loro figli… “ripescano” per cosi’ dire dei nomi… nell’ ambito delle loro stesse Famiglie di origine. Altre Migrazioni, poi, vi furono anche nel corso dell’ ‘800, ma queste ultime – quasi tutte verso le Americhe – avevano carattere in buona parte temporaneo, con tanta e tanta gente che guadagnato il suo bel gruzzolo… poi se ne tornava al Paese, e vi si faceva su la sua bella casa… oppure vi comprava delle terre… Le Migrazioni successive, invece, quelle che intervennero nel corso del ‘900 cominciarono ad avere un carattere di prevalente stabilita’… Tornando ora ai Morelli, ed alla loro Nuova che poi diventera’ l’ Atavica Casa di “Piazza Padella”, dobbiamo dire che questa doveva essere stata costruita gia’ da molto tempo… e quindi ben prima degli inizi del ‘700 se i Morelli poterono farsi promotori e finanziatori della costruzione della nuova Chiesa in Paese, donando essi stessi la Casa primordiale di loro proprieta’, facendola cosi’ abbattere, assieme a quella dei Coldagelli se non erro… e requisendo in permuta anche gli Orti – come gia’ detto – degli Angeli e dei Guidarelli. Va con cio’ detto che l’ ubicazione della nuova Casa dei Morelli in quella che poi diventera’ “Piazza Padella”… non fu certo casuale, ma attentamente studiata e valutata… posizionandola cosi’ proprio “a man de sole” qualche cento metri piu’ a sud della loro vecchia Casa, dove il terreno era praticamente in piano verso est, mentre sul retro restava piuttosto acclive, verso ovest, per via del locale torrente; o per meglio dire… de ‘l Fosso de le Piagge… A quel tempo – verso cioe’ la meta’ del settecento -- la Famiglia Morelli era rappresentata da quello che a tutti gli effetti noi possiamo considerare, da notizie storiche certe in nostro possesso… come il Capostipite della Famiglia. Parliamo del mio trisavolo, di ben sette generazioni… Luigi Morelli… Lo chiameremo cosi’ Luigi Morelli (“A” – Senior, Senior) per distinguerlo sia dai suoi discendenti omonimi sia del ramo principale, e sia da quelli di un nostro ramo cadetto che invece saranno identificati come (“B” e relative specificazioni). Altrimenti con una mezza dozzina di omonimi – tutti e dico tutti regolarmente eticchettati Luigi Morelli – la confusione sarebbe proprio massima, e quindi non ci si capirebbe piu’ proprio un bel niente!.. Orbene, la Casa del nostro Capostipite , in “Piazza Padella”, era quella che disponeva della piu’ grande Cantina e del piu’ grande Magazzino / Granaio dell’ intero abitato di Villa, per lo meno di allora. Posizionandosi nella “Piazza Padella”, e guardando la casa “Rotonda “ (o per cosi’ dire “La Ritonda” come fu poi ribattezzata)… la Casa originaria dei Morelli, con annessa Cantina e Granaio era quella sul lato destro, dove ora abita Baldino Fiorucci… che ebbe ad acquistarla, alcuni decenni or sono, da mio Zio Nazzareno (alias Nenetto) Morelli, che era uno dei Fratelli di mio Padre. Casa Padronale per eccellenza, e’ proprio da questa casa che, sul finire del ‘700 ebbe a partire, per trasferirsi a Gubbio… quel Giuseppe Morelli di cui abbiamo gia’ sopra accennato, il Fratello del mio Trisavolo. Sempre a proposito della Casa di Piazza Padella, dobbiamo dire che essa era dotata al piano terra, o meglio al seminterrato, di una grossa e fresca Cantina, con il canale, il pozzolo, il torchio e diverse botti delle piu’ svariate capienze e dimensioni… e poi bigonze, canestri, la ‘mbottatora, ‘l ramaiolo… ‘ l portarello, ‘l lume a petrojio e quanto altro…. e quant’ altro ancora… L’ uva veniva portata su dal campo nelle bigonze… gia’ smostata, come era in uso a quel tempo. L’ uva infatti, riversata dai canestri nelle bigonze… veniva qui pigiata con il “Pistarello” che era un bel bastone, della lunghezza di un metro o poco piu’… che terminava con una braca a tre punte di circa 6-7 cm cadauna… e che serviva “…pe’ sfracca’ l’ ua… ‘n te la bigonza”… si’ che il mosto delle uve piu’ mature andava a riempire gli spazi che altrimenti sarebbero rimasti vuoti, tra un chicco e l’ altro. Le bigonze cosi’ “smostate” venivano chiamate “bigonze pesole…” quando erano riempite nella giusta misura (in genere fino a circa 15 centimetri dall’ orlo), dove in preparazione della vendemmia, nelle bigonze nuove e nella loro parte interna, veniva piantata una “bulletta” cioe’ uno di quei chiodi a testa larga e semisferica… che allora si usavano per “…ferra’ i zoccaroni…” in funzione non solo antiscivolo… ma anche per prolungarne la durata, proteggendo il legno da una eccessiva usura. Queste bigonze, portate su dal campo sul “biroccio”… da una finestrella a sinistra della porta della nostra Cantina… venivano sversate direttamente nel Canale… che per l’ occasione veniva lavato, rilavato e ripassato ancora… finche’ l’ acqua, dal pozzolo, veniva tirata su limpida e pulita. Una volta sversata tutta l’ uva nel canale, alla Sera, per veglia e alla flebile luce del Lume a Petrojio (e solo molto piu’ tardi della piu’ vivida luce della “Lampa a Carburo”, ovvero sia della lampada ad acetilene)… l’ uva veniva pigiata rigorosamente a piedi scalzi da baldanzosi giovanotti che si tiravano su i calzoni fino al massimo possibile… e anche dalle ragazze… che per l’ occasione si arrotolavano su vesti… sottane… e sottovesti… rigorosamente poi tenendosele con le mani… affinche non andassero poi…a cader giu’…e ad intingersi nel dolce e appiccicosissimo mosto… Scherzi… Baldoria… e Allegria… anche in Cantina!… Divertimento nel divertimento… il tutto avveniva pubblicamente… sotto lo sguardo vigile delle Mamme e delle Comari… che ben volentieri assistevano, sedute come capitava “… a la pistata de l’ ua…” e alle quali non certo sfuggiva neanche il ben minimo ammiccamento tra un giovanotto e una ragazza… ed anche il benche’ minimo gesto appena appena percettibile… e comunque giudicato “sensibile”… Va comunque detto che questi Scherzi, pero’… nascevano giu’ nei campi, con le immancabili e micidiali “’ mmostate” tra i vendignatori… “…quanno a volte… se piava ‘n grosso capo d’ ua… fatto, fatto… e se sfraccava sul muso de qualcuno… o mejio de qualcuna… solitamente ragazza. La storica, titanica ‘mmostata che ‘l por Gigino nostro ha fatto da la Bruna… e’ quella che e’ poi passata negli Annali stessi della Tradizione Orale di Casa Morelli... in cio’ divenendone parte della sua illustre eppur nobile Storia!... L’ accesso alla nostra Casa atavica di “Piazza Padella” era con una scala esterna in muratura, che dava in un’ ampia Cucina con un grande focolare… e la nizza che era molto bassa. Questa nizza bassa aveva lo scopo di meglio far rotolare sul focolare i ciocchi, anche se il rovescio della medaglia era che…la nizza bassa non favoriva certo il tiraggio del camino. Questo tiraggio, pero’, una volta acceso il fuoco… veniva implementato con abbondante legna… e quindi la creazione di un gran bel fuoco che generava una buona corrente ascensionale… e un gran bel caldo davanti al camino…tanto da far dire alla gente… “Davanti me cocio… e ghietro’ nvece me strino!...” E dietro e’ certo che la gente – poretta -- se strinava… per gli abbondanti spifferi delle porte e delle finestre, dove gran poco potevano i cenci e gli stracci che in abbondanza vi si mettevano contro. Eppure un bel rimedio c’ era… e cosi’ le persone attorno al fuoco… quando davanti si cuocevano… regolarmente si giravano … per riscaldare cosi’ il loro di dietro infreddolito… Oltre la cucina, c’ era poi una camera… e quindi un grande stanzone detto “’l Cammerone de la Zi’ Teresa”, al quale – cosa invero stranissima – si accedeva anche dall’ esterno con un secondo ingresso indipendente. Questo immenso stanzone veniva utilizzato come granaio/ magazzino… per riporvi innanzi tutto il grano ad asciugare quando si trebbiava e dove vi si facevano anche le “salate” quando si ammazzavano i maiali… visto che il luogo era particolarmente fresco, asciutto, e soprattutto salutare.. Lo storico appellativo de “’l Cammerone de la Zi’ Teresa…” mi lascia presumere che subito dopo la morte del nostro Capostipite, la Casa dovette essere stata divisa tra i suoi quanto mai probabili due figli maschi, di cui non conosciamo il nome: da una parte verosimilmente Paolo ? (“A” Senior), cioe’ il mio trisavolo di sesta generazione, che sara’ il Padre sia di Francesco (A – Senior, Senior) e sia di Ubaldo (“B” Senior) che sara’ poi il Capostipite del ramo cadetto dei Morelli, e cioe’ quello dei cosidetti “Balducci”.. Dall’ altra parte, sempre molto verosimilmente, abbiamo Tomasso (o Tommaso) che sara’ il Padre di Carlo Morelli. Tomasso, con la sua figliolanza, sara’ il primo a lasciare la Casa Atavica di “Piazza Padella” per insediarsi dapprima – verosimilmente - nella casa piu’ a valle, quella che ora e’ di proprieta’ di Pietro di Capodacqua… per poi, cresciuta anche la famiglia di Carlo… trasferirsi nella nuova casa fatta costruire sul lato est della “Viarella”, la casa – cioe’ -- che sara’ poi quella di Apollinare, e che ancor oggi ha un aspetto veramente imponente, com del resto attesta la stessa Maesta’ dell’ ingresso che, a tutt’ oggi e’ senza dubbio la piu’ imponente di tutto il Paese. Ad ogni modo, lasciamo per ora da parte questo Carlo Morelli, con tuttta la sua nutrita figliolanza… che riprenderemo e svilupperemo piu’ avanti in un apposito capitolo, dal titolo………………… Tornando ora al ramo principale dei Morelli, quelli cioe’ ex-Paolo (?), dovremo dire che essi continuarono ad abitare nella Casa Atavica di Piazza Padella, dove comunque continuarono a vivere Francesco e la sua Famiglia. Per contro, i figli dell’ altro fratello, Ubaldo – meglio noti con il nome d’ arte di “Balducci” -- usciti anch’ essi dalla Casa atavica di “Piazza Padella” e cresciuti anche loro in numero e consistenza… ben presto si dividono in due principali tronconi che fanno capo, rispettivamente ad un primo figlio maschio di Ubaldo, e cioe’ a Bartolomeo (“B” – Senior) e quindi – a mia migliore informazione – a un secondo figlio maschio, sempre di Ubaldo, cioe’ al Prete Morelli, Ubaldo, comunque, dovette avere anche una figlia femmina, di nome Angela (o Mariangela), che avra’ una parte molto importante nella successiva storia della Famiglia, e che verra’ piu’ volte “arquistata”… Nella generazione successiva, poi, la famiglia di Bartolomeo si dividera’ ancora in due principali Famiglie e cioe’ quella di Ubaldo (“C” - alias Balduccio), e quella di Luigi (“B” alias Gigetto), ai quali si aggiungono anche ben sei figlie femmine. Il tutto e’ meglio graficamente rappresentato nelle Tavole genealogiche di cui ai Quadri A1- E - F. E cosi’, mentre dapprima Bartolomeo (“B” – Senior) si espande verso sud e rileva dagli altri Morelli quella casa, proprio attaccata al ”Cammerone” – (casa che - come gia’ detto - sara’ poi quella dove attualmente abita Pietro di Capodacqua) – e quindi costrisce, molto verosimilmente, anche quella bella Casa Padronale proprio li’ affianco e che sara’ per diversi decenni la casa della Morelli Angela (alias “l’ Eduina” o “la Lelletta”)… il figlio Ubaldo (“C” - alias Balduccio) per gli altri Membri della sua grande Famiglia… vi costruira’, proprio li’ affianco, anche le ultime due case proprio in fondo al Paese. Bartolomeo, intanto, assieme ai suoi Cugini Carlo e Pietro, costruisce la Casa che sara’ poi di Gigetto Morelli… mentre il Morelli Carlo, Pietro e il Prete Morelli costruiranno insieme le tre case immediatamente a nord di quella di Gigetto, e cioe’ le case che saranno poi di Apollinare, della sorella Elena e quella che sara’ poi di Schico. Gigetto invece, oltre a ritenere il mitico “Cammerone” in Piazza Padella… ampliera’ la Casa Padronale dall’ altra parte della “Viarella”, ad angolo con la attuale Via Vivani, dotandola della relativa Dependance agricola con aia, orto, stalle, cantine e magazzini. Dependance che poi, alla morte di Gigetto e della Vedova Usufruttuaria – la mia carissima Zia Teresa Scarinci -- verra’ alienata alla Famiglia Mugnini, che quindi la ristrutturera’ completamente trasformandola ad uso Abitazione. La mitica “Piazza Padella”, intanto… nei suoi tre nuclei originari di Famiglie… i Morelli, i Rughi e i Bucciarelli… non solo e’ gia’ tutta li’… ma come vedremo ancor meglio nei capitoli che seguono,, man mano che aumentano le famiglie… si aggiungono case ad altre case, a mo’ di un grosso mosaico, dove si aggiungono tessere ad altre tessere… come se fosse: a macchia di leopardo. La progressione, comunque e’ sempre la stessa… dal centro verso la periferia… E cosi’… se i Bucciarelli si espandono in direzione Sud… I Morelli si espandono dapprima verso sud e sud-ovest della Casa atavica… quindi ad Est con un intero nuovo isolato di massimo prestigio… dopodiche’ essi si estendono anche a ovest e a nord… fino a completare di costruzioni tutto il terreno attorno all’ asse urbano originario del Paese, almeno fino alla Chiesa. In questo processo di notevole espansione e costruzione, tanta, tanta tantissima parte l’ hanno avuta, tra i discendenti del Morelli Paolo i suoi figli Francesco e Ubaldo; mentre tra i discendenti di Tomasso (“C” – Senior) dovremo annoverare soprattutto il Figlio Carlo (“C”), con i suoi discendenti, tra i quali spicca il Tomasso (“C” – alias Tomassino). Di questo ramo della Famiglia, pero’ io ho sempre conosciuto piuttosto poco; e quello che ero inizialmente riuscito a ricostruire, in occasione della presente ricerca, lo dovevo in parte a Roberto Rughi (il figlio di Renzo…) e per altra parte alla mia carissima Congiunta e vicina di Casa… la Elide Morelli… che adesso pero’ vive nei pressi di Roma, e che quindi riesco a vedere per pochi giorni – e per giunta non sempre – solo d’ estate. Nepote lei stessa del Zi’ Batisto – per esserne la figlia del suo Figlio Guido -- Elide mi spiegava… che il suo Nonno Batisto… gia’ da quando lei era ragazzina… le aveva dato tante e tante notizie sulle lontane origini della Famiglia Morelli, tra cui quelle della loro origine dalla Toscana… che la Famiglia Morelli (e comunque dei Morelli di Villa) era gia’ vecchia dei luoghi sin dall’ anno mille… e che il primo insediamento dei Morelli alla Villa – o per meglio dire la loro abitazione – era sulla parte alta del Colle del Paese… piu’ o meno dove ora si trova l’ attuale Chiesa. Tutto il resto, dal colle in giu’… era comunque quasi tutto loro… ed era comunque tutta campagna… Mi riferiva, Elide… che il suo bisnonno, cioe’ il Padre dello zio Batisto… si chiamava Tomasso (detto pero’ Tomassino)… E mi diceva poi che questo aveva un Fratello che si chiamava Apollinare… il quale faceva il Carabiniere e che non si era mai sposato… e che poi c’ era anche un terzo fratello, di cui lei pero’ non conosceva il nome, e che io qui, in un primo momento, avevo chiamato come Morelli “Y” – Padre di Amedeo. Inoltre, Tomassino aveva anche una Sorella, la Morelli Tomassa… che poi sara’ quella che andra’ in sposa a Pietro Rughi… Recentemente, pero’, il buon Gian Carlo Morelli che vive in Francia e che e’ un pro-nipote dello Zio Enrico Morelli (detto Rigo - che era un Fratello dello Zio Batisto… e quindi anche lui un figlio di Tomassino)… mi ha detto che l’ altro fratello di Tomassino si chiamava Salvatore… e che era quindi lui il quanto mai probabile Padre dello Zio Amedeo (detto “Madeo”). Con una collaborazione che, a dir poco, e’ stata veramente esemplare… Gian Carlo mi ha poi portato personalmente, in un paio di occasioni, diversi documenti dei suoi nonni e bisnonni, che sono per me una preziosa miniera di dati, e non solo su questo ramo della Famiglia Morelli ma anche sul ramo cadetto dei “Balducci” al quale apparteneva la sua bis-nonna Concetta, mamma della sua nonna Bartolomea, detta Mea. 5. L’ Abitato di Villa cresce e si espande… Noi abbiamo gia’ visto, nel capitolo precedente, come su tutto il lato Sud del Paese i Balducci, dapprima ex-Ubaldo (“B” – Senior) e quindi quelli del di lui Figlio, Bartolomeo, nonche’ i loro Congiunti del Morelli Carlo e Pietro, come anche i Bucciarelli di piu’ generazioni, hanno praticamente costruito, tra la fine del Settecento e la prima meta’ dell’ Ottocento, tutta la fascia a Sud dell’ abitato di Villa, lungo quella che poi diventera’ la Via Ettore Vivani. Verosimilmente nella prima meta’ dell’ Ottocento, Tomassino Morelli dovette aver costruito il suo isolato a Nord-Ovest della Piazza Padella, mentre verso la meta’ dell’ Ottocento o comunque subito dopo verranno costruite le ultime case sul lato Est (con le case del Patron Peppe e del Patron Claudio Morelli) e quindi sul lato Nord-est le case dei Figli di Tomassino e cioe’ di Igino, di Gianbattista e di Enrico Morelli. Sul finire dell’ Ottocento, quindi, la nostra carissima e amatissima Piazza Padella aveva cosi’ gia’ assunto il suo aspetto attuale. Per quanto attiene al blocco di Sud-Est, noi vi troviamo in pratica ben quattro case, e cioe’: quella che poi sara’ di Gigetto Morelli, e poi due – cioe’ la seconda e la terza - che saranno del Morelli Carlo per i propri figli Salvatore, Tommaso (alias Tomassino) e Apollinare (Senior), e del Fratello Morelli Pietro. Quanto ad Apollinare, c’ e’ da dire che Lui era un Carabiniere, che a quanto pare non si era mai sposato; tanto e’ vero che lui – per tutta la vita - volle continuare a vivere nella sua Casa Paterna… e la sua proprieta’ andra’ poi per testamento al Nepote Amedeo, con l’ intendimento – pero’ - che se avesse avuto un figlio maschio avrebbe dovuto chiamarlo Apollinare; altrimenti il tutto, alla morte di Amedeo, sarebbe dovuto ritornare al ceppo della Famiglia, ma solo ai maschi. C’ e’ comunque un piccolo giallo a proposito di Amedeo che, con tutta probabilita’, doveva essere un figlio “illegittimo” di Apollinare il Carabiniere… se e’ vero che, all’ Anagrafe, Amedeo risulta essere figlio di madre “sconosciuta”, mentre il padre vi risultava essere Apollinare. La quarta casa, infine, costruita assieme alle altre due confinanti che al tempo furono l’ una di Carlo e l’ altra del fratello Pietro (e che poi saranno quella di Apollinare e quella della sorella Elena)… sara’ quella che andra’ al Prete Morelli, e della quale si parlera’ molto piu’ diffusamente qui appresso. Sta comunque di fatto che, tranne la casa di Gigetto Morelli, le altre tre sono state costruite tutte sulla stessa particella di terreno, la nr. 214 dello sviluppo urbano del Paese di Villa, per cui almeno in origine, esse dovevano non solo appartenere ad un unico proprietario… ma anche essere state costruite tutte e tre assieme, come denotano le caratteristiche costruttive generali… anche se la prova materiale della contemporaneita’ io l’ ho trovata solo sulle ultime due case come gia’ detto qui sopra. In ordine a quest’ ultima casa, quella del Prete Morelli (che era invece del ramo dei Balducci) alla morte del Prete, essa verra’ acquistata dalla Famiglia di mio Nonno Luigi Morelli (“A” – Senior) per darla in dote ad una delle sue Sorelle – la Zia Barbara -- che sposera’ il Giuseppe Costanzi (detto “Schico”)… per cui quella casa verra’ poi conosciuta come semplicemente “la Casa de Schico”. Sara’ utile comunque far presente che i due corpi di fabbrica confinanti con la Casa del Prete, sono in piu’ punti strettamente interconnessi, per cui torno a ribadire che, a mio avviso, le tre case devono essere state necessariamente costruite simultaneamente. Ne e’ la prova, innanzi tutto, un incavo realizzato sul lato est tra le due case – quella del Prete e quella che sara’ poi della Elena -- dove una grossa trave di quercia o di cerro costituiva l’ architrave della porta di accesso alla stalla e alla cantina di Schico; architrave che se da una parte appoggiava sul muro esterno di “Schico”, dall’ altra parte invece andava a conficcarsi e quindi appoggiava per un bel tratto nel muro della casa che e’ ora di Elena… Altra prova e’ la servitu’ di aria e di luce verso “Piazza Padella” realizzata per dare aria e luce al Magazzino di Schico, mentre una analoga apertura, piu’ in basso, e poi successivamente chiusa, doveva chiaramente servire per lo sversamento delle uve direttamente nel Canale della Cantina di “Schico”. Intanto, l’ altro Fratello del Carabiniere, Tomasso Morelli (detto pero’ Tomassino), e la sua Sorella Tomassa Morelli, avevano costruito – come gia’ visto – l’ intero isolato in quel di “Piazza Padella”, e per l’ esattezza quello proprio li’ sulla destra, scendendo dalla Chiesa verso la strada dei Campi cosidetti “lontani” (ora Via Bernabei), isolato che sara’ di ben quattro case… di cui tre resteranno ai Morelli (che sono quella di Torquato e quella ora della Elide, e infine quella di Gian Carlo Morelli), mentre, avendo la Morelli Tomassa sposato il Pietro Rughi l’ altra casa sul retro del blocco, andra’ invece ai Rughi. Per altra via, poi, sempre ai Rughi, ma questa volta a quelli del fratello di Pietro, Mariano… andra’ la casa che sara’ poi di Filippo, avendo Mariano sposato la Morelli Nazzarena, figlia del predetto Morelli Francesco, mio trisavolo… e Padre anche del mio bisnonno Giuseppe (alias ‘l Patron Peppe’), come anche del di lui fratello… ‘l Patron Claudio….. Di questi molteplici matrimoni (che saranno almeno quattro… di cui tre tra Maschi di Casa Rughi e Femmine di Casa Morelli) si parlera’ piu’ diffusamente in uno dei capitoli piu’ avanti, e per l’ esattezza al Cap. 12 dal titolo: “Le Donne di Casa Morelli… e i Rughi di Piazza Padella”… Debbo proprio dire, a questo punto, che il notevole incremento demografico soprattutto delle Famiglie Morelli – mentre molto piu’ contenuto e’ stato quello delle Famiglie dei Rughi e dei Bucciarelli -- ha portato ad un corrispondente analogo sviluppo nelle costruzioni di nuove abitazioni. E non finisce neanche qui… se e’ vero – come gia’ visto – che, nel secolo che va dalla fine del Settecento alla fine dell’ Ottocento, i soli Morelli costruiscono ancora … ancora… e ancora… circa una trentina di nuove abitazioni (mentre appena una mezza dozzina sono quelle delle altre Famiglie) e cio’ fino a saturare di costruzioni l’ intero abitato di Villa, dalla Chiesa in giu’, fino all’ imbocco della strada di “Fornibocca” e quindi dei campi cosidetti “lontani”. E cosi’, dopo i Morelli Carlo e Pietro… se i loro nepoti Giuseppe e Claudio Morelli costruiscono anche loro le due belle case appena a nord e attaccate a quella che sara’ poi la casa di “Schico”… verso Sud, i Balducci di almeno due generazioni costruiscono – come gia’ visto – e quindi ristrutturano e ingrandiscono la grossa e imponente Casa Padronale che sara’ poi di Luigi Morelli (“B” - alias Gigettoi…) con la antistante “dependance” agricola, cantina e magazzini. Sempre continuando per questa via dell’ espansione demografica, con la sua corrispondente espansione abitativa… ecco che uno dei figli del Morelli Carlo, e per l’ esattezza Tomassino Morelli… per i suoi Figli Enrico, Giambattista (cioe’ il mitico ‘Zi Batisto) e Igino… sempre abbattendo le stalle antistanti alle loro case di “Piazza Padella”, ivi compresa quella della nobile, leggiadra e soprattutto amatissima Cavalla… vi costruisce ancora le Case che saranno poi una dello Zio Enrico (e quindi del di lui figlio Carlo), l’ altra quella dello Zio Batisto (e quindi del suo figlio Guido, il Padre della Elide Morelli), e quindi anche una terza, pure ad esse attaccata, che – almeno nelle iniziali intenzioni -- sarebbe dovuta essere quella per l’ altro suo figlio maschio, cioe’ Igino, detto Gino. A come mi ha riferito la Elide Morelli, il suo bisnonno Tomassino… piu’ che di costruire le case era invece amante delle terre… se e’ vero che lui, prima di costruire il loro isolato di “Piazza Padella” (la casa che sara’ poi di Torquato, tanto per intenderci)… viveva ancora, in grande promiscuita’… in quell’ autentica specie di “Topaia Umana” che era la loro casa paterna… quella cioe’ del Morelli Carlo… dove al tempo potevano esserci stipate non meno di quindici se non forse addirittura venti persone. Parliamo della Casa che sara’ poi di Apollinare Morelli… dove la Elide stessa mi riferisce esserci nato anche il suo Nonno Batisto. Gia’ molto prolifico Carlo, con ben sei figli (tre maschi: Salvatore, Tomasso (alias Tomassino), e Apollinare) e tre femmine (la Morelli Tomassa, che – come gia’ visto - andra’ in Sposa a Rughi Pietro; la Morelli Maria, che invece andra’ in Sposa a Bucciarelli Angelo Mario; e la Morelli Francesca, che invece andra’ in Sposa a Coldagelli Secondo, vedovo della Morelli Faustina che lui stesso aveva sposato in prime nozze)… anche Tomassino, quanto a prolificita’… non fu certamente da meno. Infatti, oltre ai tre figli maschi di cui gia’ si e’ detto (e cioe’ Igino, Enrico e Batisto), aveva anche due femmine, una delle quali – se non vado errato – sposata verso Fossato di Vico, e l’ altra invece – la Morelli Carlotta – sposata alla Villa con Rughi Agostino. Ma dovendo poi lo Zio Batisto condurre in Sposa quella che poi sara’ la mia carissima Zia Carola… (al secolo la Bucciarelli Carolina)… i Fratelli di lei non vollero mandare la Carolina… in quell’ altra specie di “Topaia Umana” della casa – per quanto grande – di “Piazza Padella”, in promiscuita’ . quindi – con Enrico, Igno e le loro famiglie… e per giunta anche con le altre due figlie femmine che erano ancora da sposare… E cosi’ il buon Tomassino fu praticamente costretto, dai fatti e dagli eventi, a mettere nuovamente mano al portafoglio dei suoi bei Dollari, a fatica guadagnati in America… e a costruire le tre nuove case per i suoi tre figli maschi… si’ che Batisto ha dovuto aspettare alcuni mesi ancora… prima di poter condurre all’ Altare la sua Giovane Sposetta Bella… cioe’ la carissima ed anche amorevolissima… la Zia Carola. Ma Tomassino, per i suoi tre maschi volle anche comprare delle terre, o per dir meglio… dei veri e propri Poderi… E cosi’ per Enrico e Batisto lui compra il Podere di “Rubbiano”, che si trova vicino a Rancana… mentre per il piu’ grande, Igino, avuto dalla prima Moglie… lui compra, alla Villa, il Podere sopra la via Flaminia… che poi passera’ al figlio di Igino, Duilio… Podere che ora, dopo l’ acquisto nei primi anni ’60… e’ di proprieta’ dei Fratelli Berettoni, ex- Ubaldo. Ad ogni modo, poiche’ questo podere era dotato di un’ ampia e – per quei tempi – anche confortevole casa… la casa di Igino attaccata a quella dello Zio Batisto… fu posta in vendita piu’ di 70 anni fa, ed e’ tuttora la casa di vacanza della Famiglia di Bastianino Lupini… originario di Rancana e che viveva a Roma. In questa fervida attivita pro-creativa… dove i figli nascono quasi come i conigli… e le stesse case, poi… spuntano su per cosi’ dire da un giorno all’ altro… quasi come funghi… anche il mio bisnonno Giuseppe Morelli (alias ‘l Patron Peppe) non se ne sta di certo li’ a guardare… e se assieme al fratello Claudio aveva gia’ costruito le due case a nord di quella che sara’ poi la Casa di Schico… gli altri Figli di Giuseppe, cioe’ Nazzareno, Francesco (A – Senior) e Giovannino, sempre abbattendo le preesistenti stalle e casupole, vi costruiscono l’ altro intero isolato, che sara’ poi quello dei cosidetti “Romani” fino alla Chiesa… Un altro paio di abitazioni i Morelli le realizzano una appena dietro la Cliesa, molto verosimilmente su di un residuo lembo di terreno, gia’ di loro proprieta’, che forse – almeno nelle prime intenzioni - sarebbe dovuta diventare l’ Abitazione del Prete… ma che poi, trovando quest’ ultimo piu’ conveniente continuare a vivere a Costacciaro… la casa dovette restare di proprieta’ dei Morelli, per cui essa sara’ poi la casa della zia Filomena (o Nazzarena) per poi passare alla figlia Elisabetta, moglie di Peppe Rughi. L’ altra casa – molto grande e a due Famiglie -- sara’ quella lungo il vicino Vicolo del Forno, verosimilmente acquistata (o costruita) – al tempo - per tacitare, in via definitiva, i Coldagelli (e in ogni caso i danti causa degli Antenati di Celso, Maria, e Tomassa Coldagelli) per la cessione della loro casa ancestrale che era stata abbattuta per la costruzione della Chiesa. Ma i Coldagelli (o chi altri per loro…), che verosimilmente erano stati ospitati ormai per quasi un secolo in una sistemazione piuttosto provvisoria… trovandosi ora in posizione negoziale di assoluto favore, e quindi di forza, non dovettero trovare accettabile il perpetuarsi di quella situazione; e cosi’ il buon Nazzareno Morelli (“A” – Senior) – che a quanto ne so non aveva figli maschi – si e’ dovuto praticamente sacrificare ed accontentarsi della casa vicino al forno… che era peraltro da condividere, per quanto riguarda il secondo dei due appartamenti, anche con il Nepote, Giuseppe Morelli (“B” – Senior) il pronipote di Pietro Morelli, com’ egli ebbe a ritornare dalle Americhe. Nell’ ambito dei discendenti di Pietro Morelli, non tanto con il figlio Angelo, bensi’ con il figlio di questi Giovannino (B)… deve essere stato veramente tremendo il Trauma e lo Scompiglio che questo infauso Evento – cioe’ la perdita delle due case andate ai Coldagelli – deve aver chiaramente e comprensibilmente prodotto in seno alla Famiglia di Giovannino che, con i soldi faticosamente sudati in America… deve essere stato – assieme allo zio Nazzareno – il principale finanziatore delle due case poi andate ai Coldagelli. Ma se per il primo figlio di Giovannino (B) – cioe’ per Giuseppe (“B” – Senior) – nato quest’ ultimo nel 1883 dalla prima moglie Angela Rughi -- una soluzione comunque dignitosa si e’ poi pure trovata… per il fratello Secondo, nato nel 1888, sempre dalla affettuosissima Mamma Angela… il trauma deve essere stato ancor piu’ terribile… a causa della perdita sia della propria Madre, quando egli aveva appena due anni d’ eta’… con il Padre che poi si risposo’, nel 1900, con Mascolini Camilla e lui stesso, cresciuto senza piu’ l’ affetto della Mamma, e di fatto restato anche senza casa, lui… ancora in giovanissima eta’ deve essersi sentito abbandonato e tradito dalla sua Famiglia… Di conseguenza, deve essersi venuto a trovare nella disperazione piu’ profonda… E cosi’, lui giovanissimo volle seguire il fratello Giuseppe nelle lontane Americhe… Da li’ a poco, comunque, assieme alla sua Donna, la Anna Casagrande che l’ aveva cosi’ raggiunto dall’ italia, Secondo scomparve dalla circolazione e non dette piu’ a nessuno notizie di se’. Perduta la Casa davanti alla Chiesa… e praticamente costretti ad una coabitazione sotto lo stesso tetto nella casa vicino al forno… e dalla quale pero’ uno dei due fratelli (e verosimilmente il minore) prima o poi sarebbe dovuto sloggiare… Giuseppe e questo suo fratello partirono cosi’ per l’ America… Qui, pero’, Secondo… sentendosi molto probabilmente ferito nel suo orgoglio, e praticamente abbandonato anche dalla sua Famiglia… si trasferi’ altrove, assieme alla sua giovane Moglie Anna Casagrande… e praticamente scomparve dalla circolazione, senza poi dare piu’ notizie di se’… e quindi troncando ogni e qualsiasi legame con la propria Famiglia. Solo piu’ tardi si scopri’ che lui se ne era andato in California, dove ancora giovanissimo mori’ a Santa Cruz nel 1915, ad appena 27 anni d’ eta’… Anche Giuseppe, tornato poi in Italia, venne assalito da un terribile senso di colpa… per essere lui stato l’ involontaria causa della morte del Fratello, per cui ne resto’ particolarmente scosso…Si lego’ cosi’ alla propria Madre defunta con una sorta di attaccamento a dir poco morboso… mentre lui – Giuseppe -- ai suoi figli ed ai suoi nepoti…di questo fratello non ha mai voluto rivelarne neanche il nome… e non ne parlava mai volentieri, come meglio si vedra’ in uno dei capitoli successivi. Intanto, verso l’ estremo lato sud del Paese, i Balducci, Figli di Bartolomeo (“B” – Senior) completano – come gia’ visto - iI loro quartiere con la costruzione delle due ultime case proprio in fondo al Paese (quelle che poi verranno acquistate da mio Nonno Luigi per i Figli Giuseppe e Marco), sempre spostando piu’ in la’, verso la periferia o per dir meglio, verso i campi… stalle, aie, orti e fienili… Molto piu’ contenuto, invece, e’ lo sviluppo urbanistico dei Rughi, dove a loro – purtroppo – mancava il terreno necessario per costrure e quindi espandersi in loco. Di conseguenza, diversi Figli di Casa Rughi… dovettero o abbracciare la carriera ecclesiastica, oppure emigrare per lo piu’ verso l’ Eugubino… oppure addirittura in America. C’ e’ comunque qui da far presente che il loro Capostipite di cui noi non conosciamo il nome, a suo tempo ebbe a sposare quella Donna di Casa Morelli, che verra’ qui indicata come Sposetta Bella Nr.1 - Morelli… ed alla quale gli amorevolissimi Genitori costruiranno una casa proprio accanto alla loro in quella che poi diventera’ la “Piazza Padella”. Dopo la parentesi della Sposetta Bella nr. 2 – Morelli, che quindi sposera’ un Rampollo di Casa Bucciarelli, e alla quale i suoi Genitori, sempre amorevolissimi, costruiranno la “Casa Rotonda”… altre due Donne di Casa Morelli, in breve volgere di tempo, andranno in Spose a due fratelli Rughi. Si tratta della Morelli Tomassa (figlia di Carlo) e quindi sorella di Tomassino e altri… che noi qui indicheremo come Sposetta Bella nr. 3 – Morelli… che sposera’ Rughi Pietro di Filippo (vedovo di Generotti Maria), dal quale matrimonio nasceranno i figli Rughi Silvio (nato nel 1870) e Rughi Enrico. Questa, grazie alla dote ed ai conferimenti ricevuti dalla Famiglia, vi apporta nuova, anzi nuovissima linfa nell’ ambito della Famiglia Rughi… si’ che sul lato ovest di Piazza Padella, dove praticamente si chiude il cerchio delle case… delle quattro case che aveva fatto costruire il gia’ ricordato Tomassino Morelli, ovviamente per se’ e per i suoi Figli… tre abitazioni resteranno ai Morelli, ex-Tomassino, di cui due per i figli del mitico “Zi Batisto” -- e per l’ esattezza una andra’ a Guido e l’ altra a Torquato – piu’ una per Enrico, e ora in proprieta’ di Gian Carlo Morelli; ,mentre quella sul retro verra’ data in dote alla Sorella di Tomassino, la Morelli Tomassa… passando cosi’ ai Rughi, e diventando cosi’ la casa della Rughi Domenica (alias la Menca de Scandajia). Alcuni anni piu’ tardi, una Seconda Cugina della Tomassa Morelli, e cioe’ la Nazzarena Morelli – figlia del mio trisavolo Francesco Morelli – e che qui noi indicheremo come Sposetta Bella nr. 4 – Morelli sposera’ Mariano Rughi di Filippo, fratelo di Pietro… dal quale matrimonio nascera’ Rughi Saverio, che sara’ Padre – a sua volta – di Filippo, Domenica (alias la Menca de Scandajia) e di Lucia. Quest’ ultima andra’ quindi in sposa a mio zio Marco Morelli, per cui entrera’ in casa del Marito. peraltro proprio li’ a due passi… Lei quindi non intervenne in quella assegnazione in casa Rughi, almeno a titolo di case. Piu’ tardi, Filippo lascera’ la casa paterna alla sorella Domenica e si costruira’ li’ a nord… una sua bella casa… sul terreno dove doveva un tempo trovarsi la Cantina e la stalla primordiale di Tomassino. Sara’ utile al riguardo far notare come questo intero isolato, in parte Rughi e per l’ altra parte Morelli… sia in origine perfettamente riconducibile alla Famiglia dei Morelli, e per l’ esattezza a quella del Morelli Carlo; si’ che questa proprieta’ passera’ in parte alla Figlia Morelli Tomassa, moglie di Pietro Rughi – con tutta certezza a titolo di dote – per poi passare ai Rughi… mentre l’ altra parte della proprieta’ restera’ ai Morelli, e per l’ esattezza a Tomassino, il Padre del ‘Zi Batisto e del Zi’ Rigo. Intanto, Igino, l’ altro figlio di Tomassino, nato dalla prima moglie. avra’ tutto suo il Podere di Villa, con la relativa casa sopra la Flaminia, e quindi la sua proprieta’ in quel di Piazza Padella verra’ venduta al fratello Batisto… mentre la nuova Casa nel blocco Est… verra’ venduta alla famiglia di Bastianino Lupini di Rancana. Verosimilmente analogo, anche se molto prima nel tempo, sara’ pure stato il conferimento, sempre dei Morelli verso i Bucciarelli e sempre a titolo di dote… Si’ che uno spicchio di proprieta’ deve essere stato scorporato dalla restante proprieta’ Morelli che pur vi e’ tutta attorno… per la costruzione della Casa (che sara’ poi la “Rotonda” o la “Ritonda”)… con le relative stalle, ortaglie ed aia… dove poi, con le generazioni successive, verranno costruite le restanti case dei Bucciarelli, fino a saturare, nel tempo, l’ intero isolato. A sostegno di questa tesi, c’ e’ innanzitutto il fatto che la proprieta’ Bucciarelli e’ tuttora costituita da un triangolo per cosi’ dire “isoscele”, dove al vertice c’ e’ la casa rotonda che restera’ poi nell’ ambito del ramo principale dei Bucciarelli… e che quindi perverra’ allo Zio Sebastiano; mentre ad essa attaccate – e costruite chiaramente in epoca successiva – ci sono quelle dei Cugini dello Zio Bastiano… e cioe’ quelle di Giuseppe Bucciarelli (alias “Peppe de Bomba”) di Calistro e di Genesio sempre Bucciarelli… gli ultimi due, come gia’ detto… Fratelli tra di loro.. mentre Peppe era un loro cugino. Genesio, poi, finira’ con il vendere la sua casa ai Cinti (o ad eventuali loro precedenti danti causa)… visto che lui, Genesio, avendo sposato la Angela Morelli (alias la “Lelletta”, “Udovina” o “Leduina” che dir si voglia)… che era figlia di Balduccio Morelli… e che aveva ricevuto dal Padre una delle sue quattro case proprio li’ nella zona, vi continuo’ a vivere con il Marito Genesio fino a tutti gli anni ’60… da dove poi si trasferira’ dapprima nella Casa del Padre (cioe’ il Palazzo di Balduccio Morelli sulla Flaminia, dove tra l’ altro aveva la bottega con l’ annessa osteria)… e quindi nella nuova Casa di Famiglia, che nel frattempo era stata fatta costruire… dall’ altro lato della Via Flaminia, nel vecchio orto della Rosetta Pace…. A titolo di riprova per questa tesi dell’ Enclave Bucciarelli, che tra costruzioni e terreni aveva una consistenza di circa 2.500 metri quadrati, o forse neanche tanto… c’ e’ il fatto che questa Enclave, da tutti i lati… nessuno escluso… confina con quella della Piovra Morelli… cioe’ degli originari proprietari e colonizzatori di tutta l’ area a sud e ad ovest dell’ abitato di Villa… dalla attuale Chiesa in giu’.. Il quadro delle case di Piazza Padella, si completa, in un certo senso, con l’ isolato dei Bellucci (alias dei Menchella), degli Angeli e dei Pambianco ex-Giovanni (alias ex-Giovannetto); mentre all’ altezza della Chiesa, sempre sul lato Nord, c’ e’ l’ isolato dei Pambiano ex-Ferdinando… (alias “ex- Nannino”)… Sempre per completare il quadro delle Case che insistono nella mitica “Piazza Padella”, sara’ bene ricordare che tra la casa originaria dei Morelli… e quelle limitrofe, sempre dei Morelli, che pero’ sono state costruite tutte successivamente e ad est della Casa atavica… c’ e’ l’ isolato di proprieta’ delle Famiglie Bucciarelli, che invece vantano, come gia’ detto, la Casa in assoluto piu’ caratteristica della Piazza, con la famosa “Rotonda” o “Ritonda” che dir si voglia… Orbene, se noi ora consideriamo che tra la Casa atavica dei Morelli e la “Rotonda” o “Ritonda”… c’ e’ uno stretto vicolo, appena appena suffciente per il passaggio di un carretto neanche di medie dimensioni… e peraltro con un bel dente ad angolo che non ne favorisce affatto il transito, se non pedonale o con un animale da soma… dovremo verosimilmente arguire che pur di affacciare sulla “Piazza Padella” la casa Rotonda deve essere stata costruita dopo o magari anche molto dopo a quella atavica dei Morelli; mentre il blocco di case Morelli-Rughi piu’ a nord (ex-Tomassino, tanto per intenderci), essendo in pratica un unico corpo, deve essere stato costruito praticamente assieme, ma in epoca molto piu’ tarda rispetto alle restanti case dei Morelli dei Rughi e dei Bucciarelli che insistono su “Piazza Padella”. Per contro, nettamente piu’ recenti sono le case del Patron Peppe e del Patron Claudio sul lato Est di Piazza Padella, entrambi costruite verso il 1870, mentre molto piu’ antiche erano invece quelle piu’ a sud, cioe’ sul lato est della attuale Via……………. (e gia’ denominata “Viarella) che pero’ gia’ dall’ origine era larga a sufficienza per poter consentire il passaggio di un “biroccio”, ovvero sia di un carro agricolo… ed ora di un’ autovettura di piccole dimensioni. Per il passaggio, fino alla Piazza, di veicoli di maggiori dimensioni, bisognera’ attendere i primi Anni ’60, quando e’ stata aperta la nuova Via Francesco Petrarca… di cui l’ intera zona aveva ormai un urgente, anzi proprio direi… un disperato bisogno. Per completezza di informazione, a proposito della “Piazza Padella” dobbiamo dire che la sua formazione non e’ stata affatto casuale, bensi’ dettata da circostanze ed eventi storici precisi, e cioe’: 1. Il primissimo nucleo dell’ abitato di Villa, cioe’ l’ Oppiello era verosimilmente dotato di un’ unica strada centrale ad orientamento Est-Ovest che, verso Est, doveva intersecare quasi ad angolo retto con il vecchio tracciato della Via Flaminia, in un punto di qualche 20 / 30 metri piu’ a monte dell’ intersezione attuale. Da questo lato, la strada – ormai una semplice mulattiera - proseguiva verso la Fonte Vecchia, dove le antiche genti del luogo e in particolar modo le donne… andavano a rifornirsi di acqua potabile… e quindi proseguiva come Strada o Stradello della Foce, che saliva su verso la montagna. Verso Ovest, invece, la strada dapprima scollinava, dopo di che, cominciava la discesa e dopo circa 100 metri, la strada , divenuta ormai una vera e propria strada di campagna… subiva una biforcazione, ovverosia un bivio; con il suo braccio principale che curvava dapprima verso Nord, per poi raddrizzare e riprendere il suo andamento in direzione Ovest. Questo braccio proseguira’ poi verso la campagna, e la localita’ denominata “Fornibocca”, ed andra’ quindi a servire i campi cosidetti “lontani”. 2. L’ altro braccio, invece, detto “Viarella” proseguira’ sostanzialmente diritto, ed andra’ quindi a servire i campi “vicini” cioe’ quelli appena sotto la Villa. La presenza di questo bivio e’ poi stata determinante per la formazione della futura “Piazza Padella”… perche’ e’ proprio in prossimita’ di questo bivio – ovvero sia all’ interno della cosidetta “Braca” -- che verranno realizzate dapprima la nuova Casa Padronale dei Morelli, quindi ad essa attaccata quella (e poi quelle) dei Rughi… ed infine la casa “Rotonda” (o la Ritonda) che sara’ invece dei Bucciarelli. Possiamo quindi assai ben comprendere il futuro sviluppo della Zona… che si sviluppera’ dapprima all’ interno di questa “Braca”, fino al suo ragionevole esaurimento. Dopo di che, dapprima i Balducci -- quelli cioe’ ex-Ubaldo (“B” – Senior) e quindi quelli ex-Bartolomeo -- questi ultimi assieme ai loro Cugini Carlo e Pietro Morelli … porranno mano alla costruzione del nuovo isolato, proprio ad Est della “Viarella”, il cui primo tratto diventera’ poi strada urbana, fino ad assumere la sua attuale denominazione di Via………………… mentre il tratto dopo l’ intersezione con la Via Vivani proseguira’ verso i campi, sotto l’ abitato di Villa. conservando il suo vecchio nome di “Viarella”. 3. Solo molto piu’ tardi, verso il 1870, con il completamento dell’ isolato ad Est, e il nuovo blocco di case di Tomassino, la “Piazza Padella” verra’ ad assumere il suo attuale aspetto, dove l’ accesso originario dal lato Est, dapprima molto precario, e’ divenuto l’ accesso principale alla piazza solo nei primi Anni ’60. Passaggio sempre piuttosto precario e’ rimasto invece il vicolo – di cui gia’ si e’ detto -- che separa la Casa “Rotonda” dalla Casa Atavica della Famiglia Morelli, dove la presenza della fatidica “Braca” ha finito con il condizionare sia l’ ubicazione e sia la forma della Casa “Rotonda”, compressa com’ era tra la vicina Proprieta’ dei Morelli, ed il confine naturale che al tempo era rappresentato dalla “Viarella”. 6. Morelli Luigi (“A”- Senior, Senior) il Capostipite della Famiglia Morelli Come ci e’ stato tramandato dal gia’ ricordato Zio Batisto – la memoria per cosi’ dire “storica” della nostra Famiglia -- lui tra le altre cose ci riferisce, tramite la Elide, sua nepote… che anticamente i Morelli della Villa erano proprietari non solo di molte terre attorno al nostro Paese, ma anche di molte altre terre che si estendevano dalla localita’ de “i Colli” e da Rancana verso la Scheggia e Gubbio. Orbene, da almeno un paio di secoli a questa parte, di queste ultime terre verso la Scheggia e Gubbio, ai Morelli della Villa non e’ piu’ rimasto neanche un singolo appezzamento. Il confine naturale tra le proprieta’ che sono tuttora rimaste ai Morelli di Villa e’ rappresentato dalla linea retta che idealmente unisce la curva de “ i Colli” all’ abitato di Rancana. Fin qui l’ antefatto per cosi’ dire “pregresso”. Venendo ora alla storia vera e propria, dopo i due ceppi dei “Morelli” Membri dell’ Universita’ degli Uomini Originari di Costacciaro… ceppi che io ho poi ragionevolmente identificato l’ uno con i Morelli della Villa e l’ altro con quello dei ben piu’ modesti Morelli di Costacciaro, che tra l’ altro dovevano essere anche dei nostri lontani parenti, come si vedra’ meglio in seguito, nel capitolo a loro dedicato. Le successive notizie storiche che abbiamo ci portano alla meta’ del ‘700… quando venne edificata la nuova Chiesa della Villa… Qui, come gia’ sopra riferito, Promotore e principale Finanziatore dell’ Opera fu il mio Trisavolo di ben sette generazioni, tal Luigi Morelli. Si ha poi notizia di un certo Morelli Giuseppe, “…da Costacciaro”, nato nel 1764 che poi si trasferisce a Gubbio. Di lui si sa che prese due mogli, di cui dalla prima ebbe ben quattro figli maschi e una femmina, mentre dalla seconda ebbe una sola figlia Femmina. E’ da ritenersi praticamente certo che questo Morelli Giuseppe doveva essere il fratello minore del Morelli Luigi, mio trisavolo, come meglio si vedra’ nel successivo Capitolo 18. Per ora posso solo anticipare che all’ atto del suo trasferimento a Gubbio, la proprieta’ della Famiglia Morelli venne praticamente divisa, per cui egli dovette portarsi appresso tutta la proprieta’ della Famiglia, per la parte che andava da “i Colli” e da Rancana, verso la Scheggia e Gubbio… Si sa poi – come autorevolmente mi riferisce l’ amico Prof. Luca Baldelli di Gubbio -- che una tal Antonia Morelli, vissuta tra il 1760 e il 1824, era sposata a Santa Margherita di Burano, a un Giovane li’ del posto, di nome Marco Antonio Baldelli, un suo diretto ascendente. Sempre il Prof. Baldelli ci riferisce di altri Morelli vissuti a Villamagna attorno al 1920 e di altri Morelli ancora, vissuti nel contado di Gubbio, e sui quali lui stesso compira’ delle piu’ approfondite ricerche, e quindi mi fara’ sapere. Anche se le notizie su questi Morelli dell’ Eugubino sono ancora piuttosto scarse e frammentarie, io stesso comunque, da filologo e non certo da storico… potrei gia’ tentare una interessante ipotesi di lavoro che si articola nei seguenti punti: 1. Mi pare ormai assolutamente assodato il rapporto di fratelli che intercorreva tra il Morelli Luigi, mio trisavolo… e il Morelli Giuseppe poi emigrato a Gubbio verso la fine del ‘700, portando con se’ la proprieta’ delle terre della famiglia, come gia’ detto, verso la Scheggia e Gubbio. 2. Questa Morelli Antonia, a come ci riferisce il Prof. Baldelli, era figlia di Ubaldo Antonio Morelli e di Anelli Mariangela, una famiglia anch’ essa li’ del luogo. Si notino questi tre nomi… Ubaldo, Antonio, e Mariangela… Tre nomi che, come si vedra’ nei successivi capitoli, sono assolutamente storici della nostra Famiglia e, piu’ nello specifico sono dei nomi storici nel ramo a noi cadetto dei “Balducci”. Ben tre nomi su tre… scusate se e’ poco.. Come meglio si vedra’ al successivo Cap. 18, le due famiglie e cioe’ la nostra dei Morelli di Villa e la Famiglia della Morelli Antonia… dovevano aver avuto in comuune gli stessi identici Ascendenti… se e’ vero che i Morelli di Villa, e in particolar modo i “Balducci” sembrano restare molto ma molto bene… nell’ alveo della Tradizione di Famiglia, anche per quanto riguarda i nomi di Battesimo… e lo stesso attaccamento alla Religione Cattolica; che specie nel ramo dei cattolicissimi “Balducci” rappresenta proprio il “non plus ultra… “. 3.Essendo quindi palesemente accertata la presenza dei Morelli nell’ Eugubino, come meglio si vedra’ nel successivo Capitolo 18, e cio’ anche da diverse generazioni prima della emigrazione del Morelli Giuseppe… non e’ affatto da escludersi che i due Rami dei Morelli – della Villa e dell’ Eugubino – mantenessero vivacita’ di relazioni e frequenti contatti anche per la compravendita del loro bestiame e la commercializzazione dei loro prodotti. Questa vivacita’ di rapporti, magari alimentata anche dai rapporti di Parentela… debbono aver fatto si’ che il giovane Giuseppe Morelli, magari in occasione delle nozze della Antonia Morelli… possa aver conosciuto a Gubbio la sua futura Consorte… e che questa l’ abbia poi invogliato a trasferirsi lui stesso a Gubbio dove poi mise su Famiglia. 4.I Morelli che il Prof. Baldelli riferisce essere vissuti a Villamagna a cavallo dell’ anno 1920 sono certamente da ritenersi dei discendenti diretti di quel Morelli Giuseppe che ebbe ad emigrare verso Gubbio… portando seco la proprieta’ dei vasti terreni della Famiglia, da “i Colli” e da Rancana verso la Scheggia e Gubbio... e cosi’ disseminando, lungo il suo percorso di vita… degli altri Morellini in giro… a destra e a manca! Tutte ipotesi, queste, da verificare, ovviamente… Stupisce pero’ il fatto che questi elementi e soprattutto le molte, moltissime coincidenze… sembrano inserirsi proprio alla perfezione, nell’ ambito di un piu’ grande mosaico dove gia’ ben evidente traspare il disegno generale, e dove comunque pur sempre mancano molti tasselli e molti particolari… Tornando comunque al nostro ramo principale dei Morelli di Villa… c’ e’ da dire che verso la fine del ‘700 i Morelli della Villa – per quanto mi e’ stato possibile credibilmente ricostruire, sulla base di informazioni storiche o comunque attendibili -- erano costituiti da due Famiglie, ancora strettamente unite, perche’ imparentate a livello di Fratelli…-- entrambi Figli del Morelli Luigi (“A” – Senior, Senior). Si tratta delle Famiglie ex-Paolo ed ex-Tomasso Morelli, attorno alle quali con gli apporti anche di Donne da e verso altre Famiglie… si sviluppera’ poi tutto l’ abitato di Villa, almeno dalla Chiesa in giu’… Secondo quella che doveva essere una assai ben consolidata tradizione famigliare, anche tra queste due famiglie esisteva -- come del resto ancor oggi esiste e sussiste -- un forte vincolo di sangue… E cosi’, indipendentemente dalle divisioni delle proprieta’… il loro effettivo utilizzo possiamo dire che, anche allora, era largamente condiviso, a seconda delle necessita’… Le proprieta’, pertanto… specie le Cantine quando si vendemmiava, oppure le Aie quando si trebbiava… erano ancora unite tra di loro, quanto a condivisione d’ uso; dopo di che, a stagione finita, ciascuno tornava ad essere l’ utilizzatore unico ed esclusivo, almeno fino alla stagione successiva.. E cosi’ se il mio trisavolo ormai di settima generazione, Morelli Luigi (“A”, Senior, Senior) era, come gia’ detto, il Capostipite della Famiglia, e in assoluto l’ Uomo piu’ in vista del Paese… i suoi figli Paolo (?), e Tomasso, per buona parte del tempo, anche dopo sposati… dovettero continuare a vivere nella Casa atavica di Piazza Padella, assieme ai relativi Figli, almeno finche’ piccoli. Tomasso, verosimilmente il piu’ piccolo, dovette essere il primo a staccarsi, andando a vivere a sud della Casa Paterna, verosimilmente in quella che e’ oggi la casa di Pietro di Capodacqua… Sara’ solo in seguito, man mano che i figli crescevano e a loro volta si sposavano… e che si formavano le nuove famiglie… che queste per cosi’ dire “sciamavano” dalla Casa paterna… in modo – oserei dire - assai simile… a quanto avveniva e avviene per le api dall’ alveare. Ma, a differenza delle api… dove lo sciame era una divisione netta e definitiva, i Figli che se ne andavano a vivere con le rispettive Famiglie nelle nuove case – sempre e comunque messe a disposizione dalla Famiglia d’ Origine – mantenevano con quest’ ultima, ben forte e saldo – salvo rare eccezioni - un solido rapporto di frequentazione, nonche’ di massimo rispetto e di aiuto reciproco. Dalle ricerche dello Storico Professor Fabrizio Cece di Gubbio, che ha a lungo studiato -- per lo piu’ presso il locale Archivio Vescovile -- le vicende storiche della Villa, specie per quanto attiene alle sue varie Chiese… risulta che nel 1787, il suddetto mio trisavolo Morelli Luigi, a Capo di una Delegazione degli Abitanti di Villa, ebbe a consegnare al Vescovo ……. di Gubbio, le Chiavi della nuova Chiesa del Paese. La consegna, a titolo di affidamento fiduciario, non riguardava la proprieta’; bensi’ solo l’ Amministrazione e l’ uso del bene medesimo, a titolo di funzioni religiose e di culto. L’ affidamento fiduciario, infatti, e’ un semplice conferimento in fiducia, una specie di comodato d’ uso a titolo gratuito… e non gia’ a titolo di proprieta’… Quest’ ultima, infatti, per quanto riguarda la nostra Chiesa, e’ sempre stata, come resta tuttora, anche ai nostri giorni, di Proprieta’ privata, piena ed esclusiva, degli Abitanti di Villa. Luigi Morelli (“A”, Senior, Senior) oltre al Fratello Giuseppe, poi emigrato a Gubbio dovette aver avuto degli altri parenti piuttosto stretti in loco, come ad esempio la Famiglia della Morelli Antonia nel Buranese… che con tutta probabilita’ ebbe a costituire una importante Testa di Ponte della Famiglia Morelli nell’ Eugubino… Per contro, il Morelli Luigi o magari i suoi Genitori o i Nonni… dovettero aver avuto quella “Sposetta Bella nr. 1 – Morelli “ di cui si e’ gia’ detto – della quale noi non conosciamo il Nome… ma la cui testimonianza ci e’ ancor oggi viva e presente… per quella importante traccia che lei stessa ha lasciato… e cio’ a distanza ormai di ben quattro secoli, o giu’ di li’. Il suo Matrimonio, cioe’, con uno dei Rughi dell’ Oppiello… portandogli in Dote la Casa di Piazza Padella, proprio attaccata alla casa dei suoi genitori o per dir meglio del Fratello… con antistante aia, orto, ed appezzamento di terreno verso Le Piagge. Al predetto Luigi Morelli dovettero succedere due o piu’ figli… di cui uno -- verosimilmente il maggiore -- dal quanto mai probabile nome di Paolo (“A”, Senior, Senior) con il quale – molto verosimilmente - veniva “arquistato” il Padre di Luigi medesimo, stante una ben consolidata e soprattutto rispettatissima tradizione di famiglia, che avra’ poi piu’ e piu’ riprese, non solo in quello nostro, ma anche nel Ramo Eugubino della Famiglia… un segno quindi molto tangibile non solo della comune origine, ma anche della vetusta’ della Famiglia, dalle robuste e solide radici. Il secondo figlio, molto verosimilmente, doveva chiamarsi Tomasso… Mi autorizza a crederlo il fatto che Carlo Morelli, il suo figlio primogenito… alla sua figlia pure primogenita volle mettere il nome di Tomassa… cioe’ Tomasso al femminile… E non finisce neanche qui, se e’ vero che Carlo, al suo figlio quartogenito… mise ancora il nome di Tomasso (che poi sara’ il celebre Tomassino) e che, in assoluto, sara’ il rappresentante piu’ in vista del suo ramo della Famiglia. Il che la dice lunga sull’ affetto reverenziale che il buon Carlo dovette avere al tempo per quel nome che, con tutta certezza, gli derivava dal suo stesso Genitore… Poiche’ al tempo non esisteva ancora l’ Anagrafe… dobbiamo attendere ancora una o due generazioni, prima di poter mettere le mani sui primi documenti anagrafici, e portarci cosi’ alla fine del ‘700… quando – come se fosse uscendo… dalle sterminate nebbie… o dalle stesse sabbie mobili del tempo -- cominciano ad apparire i primi Morellini… che sembrano spuntare su proprio come funghi… gli uni dopo gli altri… e poi ancora altri… e quindi altri ancora… Cominciamo cosi’ a vedere i Capostipiti dei due principali Rami in cui verra’ a svilupparsi la Famiglia dei Morelli… tutti strettamente imparentati e interconnessi tra di loro, e comunque tutti direttamente discendenti dal loro Capostipite… quel Morelli Luigi di cui si e’ appena detto. 1. I Morelli ex- Paolo Si tratta di: A) - MORELLI FRANCESCO (A – Senior, Senior), Nato verosimilmente il 18 settembre 1791, a come ci riferiscene Gian Carlo Morelli, che pero’ fa seguire quella data da un punto interrogativo, come ad indicare difficolta’ di lettura dell’ atto di nascita originale. Doveva essere, questo Francesco… figlio del quanto mai probabile Paolo Morelli, figlio a sua volta del Morelli Luigi, di cui pure si e’ detto. Francesco sposa poi la Generotti Maria Santa, dalla quale avra’ tre figli: 1. Nazzarena (A – Senior), nata nel 1828, che poi sposera’ Rughi Mariano di Filippo (nato nel 1822 e morto il 18 settembre 1900). Nazzarena, della quale si e’ gia’ parlato piu’ sopra come la Sposetta Bella nr. 4 – Morelli morira’ il 25 settembre 1904. A quanto ci risulta, si tratta della terza Donna di Casa Morelli che andra’ poi Sposa a un Rughi. Di questa Donna si tornera’ comunque a parlare piu’ avanti, nel capitolo “Le Donne di Casa Morelli… e i Rughi di Piazza Padella”. 2. Giuseppe (A – Senior, Senior), nato attorno al 1830, che passera’ poi alla storia come il mitico “Patron Peppe”. Si tratta del mio Bisnonno, inquanto Padre di mio Nonno Luigi, il Padre di mio Padre. Sposato con …………. Lui comprera’, assieme al fratello Claudio, verso il 1860 il Podere di Coldepicchio, dove lui stesso si trasferira’ a vivere, fino alla sua morte, salvo le sue usuali discese al Paese, nell’ ultima o nella penultima domenica di ogni mese, per partecipare alle Riunioni dell’ Universita’ degli Uomini Originari di Costacciaro, dove si discuteva dei problemi e dell’ amministrazione della Montagna. 3. Claudio (A - Senior), nato nel 1833, che passera’ poi alla storia come il mitico “Patron Claudio”. Si tratta di mio zio, e del quale pure si dira’ piu’ avanti in un apposito capitolo. B) - MORELLI UBALDO (A - Senior). Doveva essere un Fratello carnale di Francesco, a quanto attesta – almeno - dapprima la condivisione, e quindi la divisione stessa della Casa Atavica di Piazza Padella. Ubaldo e’ invece il Capostipite del ramo a noi parallelo dei cosidetti “Balducci”. Ubaldo, nato nel…….. e coniugato con Coldagelli Catterina, dovette avere tre figli, come segue: 1. Bartolomeo (A – Senior), nato nel 1823 e morto nel 1894, ebbe a sposare la Righi Teresa (1842 – 1901) che era figlia di Rigo (alias Righi) Tomasso (1778 – 1868) e Piccinini Francesca. Era il figlio primogenito, e quindi quello che – in buona sostanza – ebbe ad ereditare l’ intero patrimonio della Famiglia. 2. Prete Morelli (alias Morelli Prete). Cambiano le parole, ma – come si suol dire – la musica e’ sempre la stessa. La musica cioe’ non cambia… Lo ricordiamo soprattutto per la sua casa… quella che sara’ poi di Schico… da sempre piena di un austero e reverenziale… misterico Fascino, ancorche’ di Paese, e molto saldamente ancorata al suo territorio. Quella casa aveva comunque una particolarita’ che a dir poco non e’ che la rendesse semplicemente insolita… ma che la rendeva addirittura unica, coe’ veramente unica nel suo genere. Vicino alla porta d’ ingresso all’ abitazione, c’ era sulla sinistra, entrando, il lavandino o come lo si chiamava allora… “’l Versatoro”… Vicino al “Versatoro” dal pavimento in mattoni di fornace…. ne mancava pero’ di proposito uno… che pero’ era stato sostituito con una tavoletta di legno, verosimilmente pioppo, stante la sua leggerezza. Ad un quarto della sua mezzeria centrale c’ era inchiodata ad arte una grappa metallica a due punte, ben piantata nel legno per tutta la sua interezza, si’ da risultare in pari con il legno stesso.… A questa grappa era legato un robusto spago, della lunghezza di una ventina di centimetri; con un nodo finale che ne impediva ogni sfilacciamento. Quando le persone dovevano andare al gabinetto per soddisfare alle loro esigenze “spirituali”… tirando quella cordicella, rimuovevano la tavoletta… e quindi da sopra provvedevano alle loro esigenze… con gli squallidi prodotti di risulta che, ben calibrati e nella giusta direzione… andavano a finire proprio sulla “stabbiara” sottostante. Quella stessa botola multifunzionale… serviva poi anche per lo svuotamento dell’ “orinale” e anche del “secchio da notte”… oltre ovviamente allo svuotamento dei vari recipienti (secchi, lavelloni, lavelle, pignatti, marmitte e caldari… con quanto altro… e con quant’ altro ancora…). Una comoda risorsa per… evitare di dover uscire di casa… e scendere giu’ ogni volta… nella stalla sottostante. 3.Angela (o Mariangela): (???) Qui ho messo dei punti interrogativi, ad indicare questo nome come altamente probabile… come del resto, altamente probabile lo era anche questa Creatura femminile… che quindi doveva essere la Sorella, sia di Bartolomeo che del Prete Morelli. Doveva essere, questa, la quanto mai probabile figura di Donna di Casa della Famiglia dei Balducci… Una Persona altamente di riguardo, e tenuta nel massimo rispetto… piu’ volte ispiratrice di diversi altri “arquisti” nell’ ambito della Famiglia dei Balducci… “arquisti” che comunque mai e poi mai sarebbero stati possibili, senza una forte e potente personalita’ di riferimento, come del resto, si vedra’ qui oltre nei capitoli che parlano dei cosidetti “Balducci”; cioe’ dei vari Membri di quella stessa Dinastia… E qui il nome femminile di Angela, ricorre insistentemente piu’ e piu’ volte… segno evidente che una Persona (o forse ancor meglio una Personalita’) di quel nome… deve aver lasciato una forte, anzi direi, proprio una fortissima impronta nella Storia della Famiglia. 2. I Morelli ex-Tomasso Si tratta di: A) - MORELLI CARLO (A - Senior) Era inveterata consuetudine, in casa dei Morelli, che anche piu’ famiglie vivessero – in grande promiscuita’ – sotto uno stesso tetto, o per dir meglio… dentro la stessa Casa. Tomasso dovette quindi vivere per diverso tempo nella casa dei Genitori, anche dopo sposato… per poi trasferirsi nella casa li’ accanto che era stata fatta costruire nel frattempo. Parliamo della casa dove ora abita Pietro di Capodacqua. Ma quando anche questa divenne insufficiente per la sua crescente Famiglia, fu giocoforza mettere la mano al portafoglio e costruire la nuova casa ad Est della Viarella, la casa che poi sara’ di Apollinare… Carlo, pertanto, dovette essere il primo a insediarsi nella nuova Casa o per dir meglio nel nuovo blocco di case sorto sulla mitica particella nr. 214 dove attualmente ancora vi insistono ben tre abitazioni. E cosi’ l’ altra casa, rimasta cosi’ libera, passera’ verosimilmente dapprima ad Ubaldo e quindi al figlio Bartolomeo (A – Senior). Si inaugura cosi’ quell’ autentico “swap” (o scambio) di case… che ricorrera’ piu’ e piu’ volte… nella avvincente storia… della mitica Famiglia Morelli. Carlo, nato verosimilmente negli ultimi anni del ‘700, ebbe a sposare Parroccini (o Parruccini) Battista… dalla quale ebbe ben sei figli… tre maschi e tre femmine, per cui – come si vede – non fece torto a nessuno. In ordine di nascita i figli furono i seguenti: 1. Tomassa: Era la piu’ grande, e nacque nel 1823. Di lei si e’ gia’ detto piu’ sopra, e cio’ a proposito della Sposetta Bella nr. 3 – Morelli. Sposo’ quindi Pietro Rughi, che era rimasto vedovo della sua prima moglie Generotti Maria. Dal loro matrimonio nacquero Silvio (alias Silvietto) ed Enrico Rughi (alias Righetto). Di questa famiglia si tornera’ ormai a parlare nel successivo Capitolo 12 dal titolo: “Le Donne di Casa Morelli… e i Rughi di Piazza Padella”. 2. Salvatore: Era il secondogenito, nato nel 1829. Sappiamo che contrasse matrimonio con Santi Marianna… ma non abbiamo altre notizie su di lui… 3. Maria: Nata nel 1831, sappiamo che mori’ il 23 ottobre del 1903. Sappiamo che contrasse matrimonio con Bucciarelli Angelo Mario, che era nato nel 1819… ma non abbiamo altre notizie su di lei. 4. Tomasso (alias Tomassino). Nato nel 1836 o forse nel 1838 e’ il figlio quartogenito, ma poi diventera’ il rappresentante di gran lunga piu’ in vista e piu’ importante della intera Famiglia. Si sposo’ due volte, e dalla prima moglie ebbe un figlio maschio, Igino, nato nel 1865. Dalla seconda moglie, Piccinini Benedetta, ebbe tre figli che in ordine di nascita sono: Enrico (alias ‘l Zi’ Rigo). Sappiamo che era nato nel 1873 e morto nel 1956/57); Gio Battisto (alias: ‘l Zi’ Batisto). Sappiamo che era nato nel 1876-77 (?) e che ebbe a sposare Bucciarelli Carolina (alias: La Zi’ Carola) in data 21 agosto 1904. Carlotta (nta nel 1880 (?)) la quale ebbe a sposare Rughi Agostino. Di Tomasso, come anche della sua nutrita figliolanza, si parlera’ piu’ diffusamente nel successivo capitolo 10. 5. Francesca: Sappiamo che era nata nel 1841 e che mori’ nel 1910, e ch contrasse matrimonio con Coldagelli Secondo, che era vedovo delle sue prime nozze con Morelli Faustina. 6. Apollinare: Non se ne conosce l’ anno esatto della sua nascita, forse il 1842 o forse il 1855. Sappiamo che era Carabiniere, e che pare che non si sia mai sposato, anche se da almeno un Atto d’ Anagrafe… risulta sposato con tal Bucciarelli Maddalena, nata nel 1848 e morta il 18.07.1909. Sempre da un Atto d’ anagrafe, risulta essere il padre di Amedeo, che pero’ stando allo stesso Atto… nacque da madre “ignota”. Trattandosi di un Carabiniere, doveva esserci, anche allora, il vincolo di non poter contrarre Matrimonio fino a una certa eta’… per cui la situazione di un Figlio, nato da madre “ignota”, deve ritenersi cosa altamente comprensibile. Anche di Apollinare – comunque - si tornera’ a parlare piu’ diffusamente piu’ avanti, nel successivo Capitolo 10. B) - MORELLI PIETRO (B) . Non abbiamo molte notizie su di lui, e non siamo neanche assolutamente certi del suo rapporto di Fratellanza con Carlo. La riteniamo comunque altamente probabile… dalla bella Casa che lui stesso ha lasciato… e che poi e’ diventata la casa della Elena Morelli. Doveva essere nato sul finire del settecento, e non conosciamo nemmeno l’ anno della sua morte. Sappiamo comunque che ebbe due figli: 1. Sante, nato nl 1826 e morto nel 1900; il quale ebbe a sposare Generotti Assunta (nata nel 1826 e morta nel 1904; e 2.Angelo , nato nel 1828 e morto nel 1901. Sposo’ Conti Catterina, e dal loro matrimonio nacquiero due figli: Giovanni e Maria Santa. Anche di Morelli Pietro e della sua Figliolanza si parlera’ piu’ diffusamente piu’ avanti, al successivo Capitolo 10. C) - MORELLI PAOLO (B) . Anche qui non abbiamo molte notizie su di lui, e anche qui non siamo neanche assolutamente certi certi, del suo rapporto di fratellanza con Carlo e Pietro. La riteniamo comunque altamente, dico altamente probabile... perche’ questa, degli ex-Tomasso e’ l’ unico ramo di Famiglia dove lui stesso, a mio prudente apprezzamento… poteva ragionevolmente inserirsi. Doveva essere nato agli inizi dell’ ottocento, e non conosciamo nemmeno l’ anno della sua morte. Sappiamo comunque che sposo’ Bucciarelli Elisabetta, dalla quale ebbe due figli: 1. Elvira, nata il 26 gennaio 1845 e che nel giugno 1868 sposo’ Rugo (forse Rughi) Ubaldo di Sigillo. Non conosciamo l’ anno della sua morte; e 2.Francesco , nato nel 1850 che sposo’ Mascolini Domenica in data 06 novembre 1894. Anche di Morelli Paolo e della sua Figliolanza si parlera’ piu’ diffusamente piu’ avanti, al successivo Capitolo 10. 7. I Fratelli Morelli, ex-Francesco: Giuseppe e Claudio, (alias ‘l Patron Peppe e ‘l Patron Claudio), Questi due fratelli Giuseppe e Claudio, legati da un forte vincolo di sangue… dovettero avere delle vite assolutamente parallele in tutto e per tutto, con le loro case attaccate proprio l’ una accanto all’ altra, costruite praticamente insieme verso il 1780, e le rispettive aie pure confinanti. Ancorche’ catastalmente divisa in due distinte particelle, i due condividevano pero’ l’ “ara mattonata” dove si trebbiava. Ma finita la trebbiatura, ognuno rientrava nel pieno possesso della propria parte, ed era libero di farne quello che voleva, almeno fino alla successiva stagione della mietitura… quando l’ aia veniva nuovamente sgombrata dalla benche’ minima cosa; veniva rimesso a nudo il pavimento in mattoni, in cotto di fornace… che quindi venivano spazzati a perfetta regola d’ arte, tanto che ci si poteva addirittura mangiare. In questo modo il grano che accidentalmente cadeva dalla trebbiatrice intanto restava pulito, nel senso che non si andava a mescolare con la terra… e poi lo si raccoglieva molto piu’ facilmente… L’ ara veniva cosi’ preparata per ricevere il grano da trebbiare… che veniva portato su dai campi su dei “birocci” colmi fino all’ inverosimile… e con le gregne del grano propriamente sistemate sul biroccio a perfetta regola d’ arte… e quindi legate con robuste funi di canapa. Per l’ esattezza la fune era soltanto una, che alla sua meta’ esatta veniva ancorata con una semplice “cappia” al timone del biroccio, per poi le due meta’ passare entrambi sopra le gregne del grano, ad almeno un metro di distanza l’ una dall’ altra… e quindi andare ad ancorarsi nella sala posteriore del biroccio… Questa era costituito da un robusto rullo posteriore girevole, in legno duro d’ albero o di sorbo… che azionato a forza con due belle leve di ferro, chiamate “timonelle”… che venivano operate in genere da due robusti e nerboruti giovanotti… Con questo semplice ma ingegnoso sistema venivano tense le due funi fino al massimo per assicurare fermamente il carico, e con una di queste leve che poi restava fissata nel proprio buco fino all’ arrivo del biroccio sull’ ara… Qui si faceva ‘l barcone o i barconi che, nelle aie, erano solitamente due o piu’… avendo cura di lasciare pero’ nella parte centrale dell’ aia… uno spazio sufficiente dove “impiazzare la machina da batte…” dove cioe’ si impiazzava la trebbia… Tornando ad ogni modo ai due fratelli Peppe e Claudio, dovremo dire che essi, inoltre, ebbero ad acquistare insieme il Podere di “Coldepicchio” e quindi restarono, nei fatti, particolarmente uniti, anche se divise (anche catastalmente) erano le loro terre e anche la casa poderale – dopo il suo ampliamento e la sua risistemazione – venne debitamente divisa in due famiglie, con entrate anch’ esse distinte e separate… come distinte e separate lo erano anche le stalle e le cantine, nonche’ la Corte tutta attorno alla Casa, fino alla Pozza… dove vi si raccoglieva l’ acqua piovana che, quando era pulita… serviva per abbeverare il bestiame… quando invece era sporca… serviva invece per far fare “troscia” ai maiali… E cosi’…” propio comme ‘n bel Par de Bovi Maremmani… ‘l Patron Peppe e ‘l Patron Claudio costituivano una coppia veramente affiatata e formidabile… sana… forte… brillante… e irresistibile!… Insieme, come gia’ detto… i due fratelli comprarono il Podere di Coldepicchio, che era confinante con quello del Palazzo che, se non erro, era gia’ in parte della Famiglia dei “Balducci”. Podere, quest’ ultimo, che – grazie anche all’ intervento (o magari allo zampino) del nostro lontano Congiunto di parte “Balducci”, il Prete Morelli… venne poi ereditato dallo zio Gigetto Morelli… Quest’ ultimo, verso la meta’ degli anni ’50… mori’ senza lasciare prole, per cui il podere e la restante proprieta’ una volta estinto l’ usufrutto a favore della Vedova, la Zia Teresa Scarinci, passarono a dei nepoti di Gigetto, che vivevano nelle Marche… che quindi frazionarono l’ intera proprieta’ in piu’ lotti… e quindi misero tutto in vendita. L’ acquisto del Podere di Coldepicchio da parte dei Fratelli Peppe e Claudio… non solo costitui’ un vero e proprio salto di qualita’ nell’ ambito della Famiglia Morelli… ma porto’ il Patron Peppe a trasferirsi lui stesso a vivere sul Podere dove poi mori’ in eta’ piuttosto avanzata, verso la fine dell’ ‘800. Intanto i due Fratelli, lavorando veramente di brutto muso… riadattarono e ampliarono la originale casetta colonica (che in origine era ad una sola famiglia), con l’ aggiunta di un nuovo corpo da ambo i lati, facendola cosi’ diventare a due Famiglie… con accessi autonomi e indipendenti con le relative cantine stalle, e pertinenze esterne… si’ da farne una comoda e capiente dimora per due famiglie, anche piuttosto numerose, come al tempo necessitavano per i lavori agricoli. Li’ loro “arcavarono ‘l Ranco”, disboscando delle nuove terre che si prestavano alla coltivazione, mentre il bosco regnava comunque sovrano nei terreni scomodi o comunque fortemente acclivi, specie verso il fiume Chiascio ed i torrenti suoi affluenti. I due fratelli scavarono poi un nuovo pozzo, proprio in prossimita’ dell’ ingresso nella proprieta’, verso il Palazzo… pozzo che pero’ ebbe una vita piuttosto breve e travagliata… per l’ esaurimento della vena, che verosimilmente era stata fraudolentemente manomessa piu’a monte… si’ che poi ben presto si esauri’. Un nuovo pozzo, comunque, venne poi scavato a sud della casa, in localita’ “la Cupa” pozzo che, interamente rifatto in muratura negli anni ’30, e’ tuttora esistente, anche se e’ stato messo debitamente in sicurezza da mio Padre e dai miei Cugini, prima che il Podere medesimo fosse rivenduto agli attuali proprietari. Con la Morte del mitico “Patron Peppe”, sul finire dell’ 800, si chiudeva cosi’ un’ intera epoca… quella dei vecchi Signori di Campagna… che un tutt’ uno erano con la loro Terra… la quale pure la loro Morte piangeva… se e’ vero che, quando mori’ ‘l Patron Peppe’ un loro Casengolo… un Ometto originario di Gubbio, che parlava solo l’ idioma locale… e che aiutava Peppe e Claudio nei lavori del Podere (una sorta di salariato agricolo dei nostri giorni)… scendendo da Coldepicchio e passando per il Palazzo, e quindi per Venara…per poi dirigersi verso l’ abitato di Villa… si racconta che piangesse veramente a dirotto… e per tutta la strada a gran voce lamentandosi con chiunque incontrava… e a loro tutti sempre ad alta voce implorando e gridando: “”Gente mia, currìte… currìte… E’ sucessa ‘nna grossa Disgrazia… E’ morto ‘l Patron Peppe… E e’ ‘rmasto ‘l Patron Cleudio… Che e’ tanto catìo!...” Anche se si tratta di un legame piuttosto labile, questo Casengolo di Gubbio doveva essere una persona molto ben conosciuta da parte dei nostri Congiunti, i Morelli di Gubbio, dove in generazioni precedenti si erano in piu’ riprese trasferiti i rami Cadetti della Famiglia. Questi, con tutta probabilita’ potrebbero aver fatto da tramite per l’ assunzione di questo Casengolo, perche’ altrimenti penso che sarebbe stato ben difficile per i fratelli Peppe e Claudio assumere un estraneo per lavorare le loro terre, per accudire al loro bestiame e soprattutto per vivere nella loro stessa Casa… Non si sa bene, comunque, se questo buon Casengolo, di cui io non ho mai conosciuto il nome… piangesse piu’ per la morte della Persona a lui cara… -- cioe’ il Patron Peppe -- oppure perche’, a sopravvivergli, era ora un tipo molto piu’ giovane, risoluto e sanguigno… quale era appunto ‘l Patron Cleudio… un osso, diremmo noi… veramente duro e anche quanto mai irascibile… Un tipo ben incazzoso o incazzosissimio, insomma… diremmo noi –molto civilmente – ai giorni nostri!... Ad ogni modo, chiusa questa necessaria parentesi… e tornando ora alle nostre vicende di “Piazza Padella” c’ e’ da osservare che gia’ con i Fratelli Morelli Giuseppe (“A” Senior, Senior) e Morelli Claudio (“A” Senior) la vecchia Casa ancestrale di Piazza Padella… non era piu’ assolutamente sufficiente. Serviva quindi del nuovo spazio e servivano soprattutto delle nuove case per poter decorosamente alloggiare i nuovi Membri della crescente Famiglia, che si veniva cosi’ sviluppando a macchia d’ olio o di leopardo, e che quindi cresceva in piu’ direzioni, in cio’ inglobando o comunque coinvolgendo anche altre Famiglie li’ della zona…. Dopo la divisione tra Paolo e Tomasso, con quest’ ultimo che se ne ando’ nella casa fatta costruire piu’ a sud di quella ancestrale… dovette essere la volta dei cosidetti “Balducci” a sloggiare dalla ancestrale Casa di Piazza Padella… e quindi a trasferirsi dapprima nella limitrofa casa dove ora abita Pietro di Capodacqua…. che nel frattempo era stata lasciata libera dai figli di Tomasso. Dopo di che, crescendo ancora la Famiglia, i Balducci - alla morte di Bartolomeo - si divideranno in due rami: quello di Ubaldo (B – alias Balduccio) e quello di Luigi (B – alias Gigetto)… e cio’ con anche diverse figlie femmine – come si vedra’ piu’ avanti – a fare da cornice… Dei due rami, pero’, solo quello di Bartolomeo crebbe e prolifero’ alla grande, in questo palesemente sostenuto e aiutato dal Fratello, il Prete Morelli. Quest’ ultimo, grazie al suo ruolo ed al suo buon inserimento nelle sfere ecclesiali… dovette favorire alla grande, tra l’ altro, anche l’ acquisizione del Podere del Palazzo da parte della Famiglia. Bartolomeo, per la sua crescente Famiglia, costruira’ dapprima la casa che sara’ poi di Gigetto Morelli, con l’ antistante dependance agricola, aia orto e quant’ altro… In un secondo momento, sempre questo ramo dei Balducci – assieme questa volta ai loro Cugini Carlo, Pietro e Paolo costruiranno insieme le tre case che saranno poi di Apollinare Morelli, della sorella Elena, e quindi anche una terza Casa, quella del Prete Morelli… il potente e forse anche intrigante Rampollo dei “Balducci”… casa che poi diventera’ quella di Schico… Per l’ esattezza, alla morte del Prete Morelli, la sua casa verra’ dapprima acquistata da mio Nonno Luigi Morelli (“A” – Senior) per darla in dote alla Sorella Barbara, moglie di Giuseppe Costanzi, detto “Schico”. Cosi’, il fratello del Prete, Bartolomeo, assieme alla sua schiera di figlie oltre ai suoi due maschi… restera’, quale unico proprietario, anche della Casa a sud… quella che sara’ poi del Figlio minore Luigi (C - alias lo Zio Gigetto). Intanto pero’ i Balducci, sempre del ramo principale, quello cioe’ ex-Bartolomeo – accanto alla Casa Paterna che restera’ di loro proprieta’ -- costruirono la casa che sara’ poi del figlio Balduccio Morelli… e quindi le due altre case in fondo al Paese, per poter dare una debita sistemazione anche alla nutrita prole femminile, sempre dei “Balducci” ex-Bartolomeo. Di essi comunque si riparlera’ piu’ approfonditamente nei successivi capitoli di questo lavoro, e per l’ esattezza ai Capitoli………………... Intanto, pero’, verso la meta’ dell’ 800, anche i Fratelli Giuseppe e Claudio Morelli (alias “’l Patron Peppe” e “’l Patron Claudio”), appena a nord della Casa del Prete… anch’ essi proprio rigorosamente “ a man de sole”… vi costruiscono le loro due nuove case… di cui una diventera’ la casa di mio Nonno, quindi di mio Padre e adesso mia… e l’ altra invece, quella del Patron Claudio… che passera’ dapprima al di lui figlio, Paolo (“B” Senior) alias lo Zio Paoletto… e che ora e’ dei suoi nepoti ed eredi. Al riguardo, se ‘l Patron Claudio fu praticamente il primo, li’ nella zona… a delocalizzare la stalla delle vacche, a sud verso l’ aia e gli orti (cioe’ nell’ area dove sorge adesso la casa che fino a poco tempo fa era dello Zio Claudino); le altre persone, in genere, sempre li’ nella zona…vi manterranno le loro stalle, al piano terra delle loro abitazioni… salvo comunque delocalizzarle quando c’ erano dei problemi di spazio o di opportunita’. Intanto Bartolomeo, in vista della futura divisione tra i figli, Ubaldo (“C” - alias Balduccio) e Luigi (“C” - alias Gigetto)… demolendo le stalle e le casupole che all’ occorrenza, in passato, erano sorte qua e la’… riqualifico’ tutta la zona antistante la sua abitazione, che venne quindi ampliata e innalzata, creandovi poi una vera e propria “dependance” agricola con magazzini, cantine, stalletti, fienili ecc… dove venivano riposti tutti i raccolti del loro Podere del Palazzo… con vacche e buoi che, specie alla trebbiatura, alla vendemmia, e alla stagione dei granoturchi… vi trasporteranno prodotti a non finire… con i birocci tutti pronti e in fila… in attesa di poter scaricare. Li’ vicino, intanto nel bel mezzo del prato di Schico… l’ ultima di queste casupole (o stalle) in muratura li’ nella zona, con ancora un muro pressoche’ integro (quello a confine con l’ orto dei Guidarelli), e un secondo muro (quello ad angolo sul lato nord, quest’ ultimo pero’ parzialmente crollato)… questa casupola, o per dir meglio questo rudere era ancora in essere agli inizi degli anni ’60… e fu poi demolito dalle ruspe del Comune di Costacciaro quando proprio li’, su quel posto… venne realizzata la attuale Via Francesco Petrarca. Il Paese veniva cosi’ assumendo una forma molto vicina a quella attuale, con le nuove Case Padronali che adesso erano tutte o quasi orientate verso Est e quindi verso Sud… sempre e comunque alla costante ricerca – ovviamente per quanto possibile -- del Sole… del Caldo… e della Luce… Ma se ‘l Patron Claudio ebbe verosimilmente un solo figlio maschio (Paolo, “B” Senior)… e forse anche appena una sola femmina… e quindi la sua nuova Casa di Piazza Padella dotata anch’ essa com’ era di cantina, magazzini, locali abitativi, ecc. era capiente piu’ che a sufficieza anche per i suoi Figli… ben diversa, invece, era la situazione del “Patron Peppe…”, il mio bisnonno… con tutta la sua nutrita schiera di Figlie e di Figli… e tutti o quasi, pure loro, altamente prolifici… 8. Le Figlie femmine del “Patron Peppe”… e il Rapporto di Parentela con la Famiglia dei Rosati di Costa San Savino Il Patron Peppe, dovette avere ben cinque figli, di cui tre maschi e almeno due femmine. Dico almeno due femmine perche’ a distanza di tanto e tanto tempo, non e’ sempre agevole seguire le tracce delle figlie femmine perche’ esse, sposandosi, cambiavano di cognome, per cui – a meno di fatti salienti intervenuti – e’ molto piu’ facile perdere di vista le femmine, rispetto ai maschi. Per quanto riguarda le Figlie Femmine del Patron Peppe, poi... si era per lungo tempo pensato (e per lungo tempo, qui… io intendo per ben oltre un secolo…) che le figlie femmine fossero state addirittura tre e cioe’ la Morelli Barbara (Senior, Senior), la Morelli Nazzarena (o Filomena) e infine quella “presunta Morelli, Sposa Rosati”. Dico “presunta”perche’ in seguito a piu’ accurate indagini e ad informazioni nel frattempo pervenute, mi e’ stato possibile appurare che la parentela di mio Padre (e con lui anche dei suoi Fratelli e Sorelle) con lo Zio Vincenzo Rosati di Costa San Savino si e’ prodotta non gia’ per via di una Morelli, sorella di mio Nonno Luigi, che sarebbe poi andata in Sposa ad un Rosati della Costa, bensi’ per via dei Filippini – sempre della Costa, cioe’ della Famiglia di mia Nonna Uttilia – dove una sua Zia paterna, sorella di suo Padre Paolo – aveva invece sposato un Rosati, ascendente dello Zio Vincenzo. La relativa problematica, comunque, sara’ trattata al punto nr. 3 che segue, dal titolo “Quella presunta Morelli, Sposa Rosati… e la Famiglia dei Rosati di Costa San Savino”. Cominciamo cosi’ dalle figlie femmine del mitico “Patron Peppe”, perche’ in assoluto sono le piu’ semplici ed anche le piu’ agevoli da gestire. Esse erano: 1. La Morelii Barbara (“A” Senior, Senior) Lei ando’ in Sposa a tal Giuseppe Costanzi detto “Schico”, verosimilmente originario di Costacciaro, e gli porto’ in dote non solo la Casa (che fu poi detta di Schico, e confinante con la mia casa natale) ma anche diverse terre, alcune delle quali pare che fossero state a suo tempo sottratte con l’ inganno a mio Nonno, facendo inserire nell’ atto di cessione dei numeri di mappali aggiuntivi… rispetto a quelli che invece erano stati legittimamente conferiti a titolo di dote. In quell’ infausta vicenda truffaldina, dove la povera Zia Barbara fu solo la Vittima e non certo la Complice (e men che meno l’ Artefice del raggiro…) una volta scoperto l’ inghippo… vi si innesto’ poi su una causa che duro’ alcuni decenni e che poi non venne piu’ coltivata, stanti gli esiti quanto mai incerti… mentre invece non solo certe… bensi’ certissime… erano le spese legali. Circa mezzo secolo dopo, comunque, quella infausta vicenda fini’ nel generale dimenticatoio… e quella casa e quelle terre furono riacquistate tutte da mio Padre… per cui anche se sotto altra forma e titolo… tutta quella proprieta’ che fu della Zia Barbara e’ poi tutta tornata, per cosi’ dire… “alla Casa del Padre…”. Se non vado errato, la Zia Barbara, al suo Sposo… gli porto’ anche in dote - come suo speciale dono di nozze - il Velocipede stesso del Patron Peppe… cioe’ quella sorta di vecchia bicicletta che aveva una grossa ruota davanti… ed appena un ruotino dietro… velocipede con il quale ‘l Patron Peppe, fin alle Nozze della figlia Barbara… era solito alla domenica quando c’ era riunione all’ Universita’ (se non erro una volta al mese) andare a Costacciaro per partecipare alle riunioni degli Uomini Originari e discutere degli affari della Montagna. Mi riferiva lo Zio Nenetto, il nostro valido intellettuale di Famiglia… che nella domenica di riunione, anche d’ inverno, il Patron Peppe – suo Nonno -- che stabilmente abitava sul Podere di Coldepicchio… era solito alzarsi molto presto, alle quattro del mattino… dar da mangiare ai Bovi… e quindi alle cinque attaccare la treggia… e con la treggia scendere alla Villa… passando in genere per Mazzone o per Venara… a seconda delle condizioni delle strade… e della portata del Chiascio. D’ inverno, in genere, si passava per Venara, dove il Chiascio essendo piuttosto vicino alle sue Sorgenti aveva sempre relativamente poca acqua… d’estate, invece, la strada per Mazzone era molto piu’ breve e non si doveva passare per la Flaminia. In Paese, giu’ l’ aia… lui staccava i bovi che portava nella vicina stalla, dove loro potevano ancora mangiare e riposarsi. Poi lui faceva toletta di tutto punto… si vestiva a festa nel suo impeccabile vestito di velluto nero… ed orologio a taschino… e… inforcato il Velocipede… eccolo dirigersi verso Costacciaro. Una volta arrivato a San Rocco, i figli del suo Amico, il Patron Pietro… qui lo attendevano… gli portavano il Velocipede… e dopo l’ immancabile “Palletta” a casa del Patron Pietro… si dirigevano assieme verso la Sede dell’ Universita’… Questo particolare del Velocipede, e di come esso fini’ nelle mani di Schico… me lo ha poi confermato la povera Zia Antonia… che aveva in casa un bel quadro con la foto del giovane Schico… Sposetto appena appena novello… vestito di tutto punto… e che aveva accanto il suo bel Velocipede…che era al tempo indice e segno di grande valenza e di distinzione sociale. La Zia Barbara mori’ abbastanza giovane; e alla sua morte il marito Giuseppe Costanzi (detto Schico) non si risposo’, ma prese a servizio una ragazza di Termine, di nome Paciotti Antonia… con la quale poi lui convisse “more uxorio” fino alla morte. La Zia Antonia, comunque, continuo’ a vivere in quella Casa per diversi decenni fino alla sua morte… e fu per noi una vicina davvero affettuosa, anzi direi davvero eccezionale… La zia Barbara, dal Costanzi ha avuto due figli: Luigi Costanzi (detto Schichetto) e Paolo Costanzi… Si noti, anche qui, quella che sara’ poi una costante nell’ ambito della Famiglia Morelli… e cioe’ la consuetudine di “arquista”’ le persone care. Anche qui, per quanto riguarda la zia Barbara, ‘l “arquisto”, con Luigi… fu non tanto e non solo del fratello Luigi (cioe’ mio nonno), ma soprattutto del suo stesso trisavolo Luigi (“A” Senior, Senior), cioe’ il Capostipite della Famiglia… l’ Astro, la Guida e il Nocchiero della Famiglia… e che a questa dava certezza di Vita e di Valori, Sicurezza, e Benessere, anche economico. Con Paolo Costanzi , invece, lei ha “arquistato” il suo bis-nonno Paolo, cioe’ il Nonno di suo Padre… Luigi Costanzi ha poi avuto sei figli, quattro maschi (Valentino, Guglielmo, Osvaldo, e Tullio) e due femmine (Anna ed Elena). Guglielmo – meglio noto a tutti come il celebre “Patazzi” – e’ stato lo storico guardaboschi dell’ Universita’ degli Uomini Originari di Costacciaro… Io proprio non lo so… se quel Sant’ Uomo di “Patazzi”… sia mai riuscito a fare una sola multa a qualcuno in vita sua… Sta di fatto che lui alle persone che andavano per “il fascio” e che spesso e volentieri tagliavano qualche arbusto o qualche pianticella di troppo… non gli faceva mai la caccia, evidentemente per non farle incespicare e cadere giu’ per i ripidi pendii della montagna… ma in cio’ guadagnandosi anche il curioso e quanto mai pittoresco appellativo di… “Patazzi… Chiappa ……………!...” Scusatemi tanto, Amiche ed Amici carissimi… ma qui per preservare la memoria di un Illustre Estinto… ho ritenuto opportuno far intervenire… la pesante Mannaia della censura!... A coniare comunque questa colorita, anzi coloritissima espressione e’ stata, a quanto mi risulta, la mia carissima zia Antonia Paciotti (detta la Pora Schica) perche’ quando lei andava per il fascio… riusciva sempre a fargliela in barba, a quel Por Patazzi… Certamente con il suo consenso, visto che la zia Antonia era una persona molto di riguardo… essendo divenuta, alla morte della moglie Barbara (che poi era la nonna buona anche di Patazzi)… la nuova Compagna del suo Nonno Schico!... Paolo Costanzi, invece si trasferi’ ben presto a Roma… Sposo’ la Angela Bernabei di Costacciaro (poi detta la Sora Angelina) ed ebbe un solo Figlio, di nome Edmondo. Durante l’ ultima Guerra, ad Edmondo che era militare… gli scoppio’ una bomba proprio vicino… e lui, per il forte spavento, ne resto’ permanentemente invalido, perdendo l’ uso di ogni sua facolta’ mentale. La mamma Angela, ormai avanti negli anni… soleva dire a tutti di aver chiesto al Signore una sola Grazia… quella di poter sopravvivere alla morte del suo stesso Figlio… per poterlo accudire fino alla di lui morte… Il Signore, almeno per i Credenti, dovette proprio esaudirla se e’ vero che Angelina mori’ poi vecchissima, quasi centenaria… appena qualche mese dopo la morte del Figlio… 2. La Morelli Nazzarena (o Filomena) Da quanto mi e’ stato possibile ricostruire, la seconda figlia del “Patron Peppe” (e quindi anch’ essa Sorella di Mio Nonno Luigi) dovette chiamarsi Filomena (o meno probabilmente Nazzarena). L’ un nome o l’ altro comunque abbreviato in Nena… Essa ando’ in Sposa a un certo Rughi dell’ Oppiello… che pare che la massacrasse di botte, specie per estorcere al fratello Luigi (cioe’ a mio Nonno) una bella fetta del Campo del Vignale… Sta di fatto che anche questa povera e sfortunatissima donna mori’ piuttosto giovane ed ebbe due sole figlie femmine… A. Elisabetta che poi ando’ in sposa allo Zio Peppe Rughi (affettuosamente conosciuto anche come “Peppe Duro” o “Peppe Teso”), e che ebbe, a sua volta, due figli maschi, chiamati 1. Paolo (in cio’ arcquistando il suo bisnonno materno, cioe’ il nonno di sua Madre) e 2. Nazzareno (in cio’ arcquistando verosimilmente la sua nonna materna… e in ogni caso anche uno dei Fratelli di sua Madre… A. Silvia L’ altra figlia della Morelli Filomena (o Nazzarena) si chiamava invece Silvia, che ando’ in Sposa allo Zio Bucciarelli Sebastiano (detto Bastiano), che era il proprietario della famosa casa detta “Rotonda” o “La Ritonda”. Gli zii Bastiano e Silvia hanno avuto due figli: 1. Archimede Era un nome, questo, che piaceva tantissimo allo Zio Bastiano… Ma Archimede, per via di forti dissidi con il Padre – almeno a quel che si raccontava al tempo -- emigro’ ben presto in Australia, ed io non l’ ho mai conosciuto. A quanto mi risulta, comunque… lui interruppe poi ogni legame e rapporto con la sua famiglia… e cio’ con tanta e tanta, tantissima tristezza e disperazione per la sua Mamma, la povera Zia Silvia….. Sia detto per inciso che, allo zio Bastiano… tanto e poi tanto piaceva il nome di Archimede… che lui, oltre che al Figlio… quel nome lo mise anche a piu’ di uno dei suoi diversi Cani… che nel tempo ha avuto, durante tutta la sua lunga e avventurosa vita di formidabile e astuto Cacciatore… E qui debbo dire che lo zio Bastiano fu proprio il primo… e il piu’ grande Cacciatore della Villa, in senso assoluto… Quello dal quale – nel bene o nel meno bene -- tutti gli altri Cacciatori hanno poi imparato in fatto di arte venatoria… Si che, lo Zio Bastiano… io da bambino me lo ricordo molto bene che preparava lui stesso molto accuratamente le sue cartucce… in casa, rigorosamente dosando “a occhio” sia la polvere da sparo… che il piombo e la stoppa per otturare; e lui stesso derideva poi alla grande, quei Cacciatori della nuova generazione… e di lui quindi molto piu’ giovani… che invece preparavano rigorosamente le loro cartucce ricorrendo a misurini e a bilancini… 2. Filomena (detta Nena) L’ altra Figlia della Zia Silvia si chiamava invece Filomena (o meno probabilmente anche lei Nazzarena) proprio come la sua Nonna. Sta comunque di fatto che, anche a lei, in Paese… tutti la chiamavano Nena; e io stesso l’ ho sempre conosciuta e l’ ho sempre chiamata come Nena. Era, Filomena… una ragazza mora, molto ma molto affabile e solare… che verosimilmente… proprio per la sua grande bellezza… ando’ in Sposa a Fossato, a un certo Lupi, un Alto Dirigente delle Ferrovie dello Stato. C’ e’ da notare come, anche in questo caso, la zia Silvia… a sua figlia… abbia voluto mettere il nome della sua stessa sventurata Madre (Filomena)… certamente con l’ auspicio di augurare per la sua Figliola… un’ esistenza molto, molto migliore… E certamente l’ auspicio si avvero’… perche’ Filomena fu sempre affettuosamente amata dal suo Marito, che sempre l’ accompagnava al Paese, quando Filomena faceva le sue frequenti visite ai suoi ormai anziani Genitori. Filomena ha avuto una sola Figlia, Desilva… una gran bella ragazza pure lei… mora come la Madre… e soprattutto affettuosissima… che faceva veramente girare la testa a noi tutti, i ragazzi del Paese… Ma noi stavamo tutti molto attenti ad avvicinarci a lei… per via dell’ astuto, vigile e guardingo suo Nonno…lo Zio Bastiano… Che un bel giorno, a Sergio… un nostro amico che a Desilva s’ era avvicinato forse un po’ troppo durante una festa da ballo… lo Zio Bastiano gli si mise alla posta… e quando gli capito’ per le mani… lo prese per un braccio a tu per tu… e cosi’ lo apostrofo’, molto schiettamente… “”Ohe’… Maschie’… vede che ‘ll’ ho manco da gi a cerca’ tanto lontano… perche’ propio giu’ la stalla de le vacche… c’ ho ‘nna bella frusta, proprio nova nova… che te lascia ‘n bel segno… ‘nnerto ‘n deto… giu’ le Chiappe del Culo… Ade’… sai avertito!... Ce semo capiti?... Debbo proprio dire, a questo punto… che quel messaggio del Zi’ Bastiano… colpi’ proprio nel segno… tanto e’ vero che il messaggio giunse ben bene a destinazione… si’ che Sergio, da allora… si teneva ben lontano da quel di Piazza Padella!... E noialtri Freghi, grazie allo Zio Bastiano… tanto ne gioivamo... perche’ noi, cosi’… in giro avevamo… un concorrente in meno!...| 3. Quella presunta Morelli… Sposa Rosati, e la Famiglia dei Rosati di Costa San Savino… Di quella presunta terza figlia femmina del Patron Peppe noi non ne conoscevamo, ne’ ne abbiamo mai conosciuto il nome… senonche’ – alla luce di quanto ebbe a riferirmi qualche mese fa l’ Amico Giuseppe Mariucci di Costacciaro – ho cominciato, gia’ da allora, ad avere io stesso qualche primo dubbio… che pero’ ritenevo di avere prontamente risolto pensando ad un banale errore, da parrte di Mariucci… verosimilmente dovuto ad uno di quegli scambi di persona, che assai spesso fisiologicamente e immancabilmente ricorrono in questo genere di lavori… Ne succedono di tutte e di piu’, in questa tipologia di ricerche… dove tu ti trovi con cognomi e nomi che – anche in breve volgere di tempo… si ripetono e si intrecciano… si uniscono e si accavallano, si congiungono e si disgiungono… proprio come le immagini di un caleidoscopio, per cui ci vuole proprio tanta certosina pazienza per cercare di evitare che si formino dei pastrocchi… che potrebbero poi mandare a monte la ricerca stessa, oppure minarla in qualche sua fondamentale parte. E cosi’, in un sistema di funivie a cavo portante e a cavo traente… a logorarsi e talvolta a spezzarsi e’ normalmente quest’ ultimo; la cui sostituzione, pero’, e’ un’ operazione abbastanza normale e prevedibile… Ma quando invece ti capita che a venir meno e a cedere… e’ proprio il cavo portante… ecco che allora ti collassa tutto e dico tutto l’ intero sistema… per cui anche il cavo traente, a quel punto, puoi starne certo, che non ti serve assolutamente piu’… Qualcosa invero di molto simile, e’ infatti avvenuto anche nella presente circostanza, con questa splendida Creatura di Casa Morelli… dapprima identificata con “ Quella Morelli… Sposa Rosati…” poi con “Quella probabile Morelli… Sposa Rosati…” e infine con… “Quella presunta Morelli… Sposa Rosati…” E’ cosi’ avvenuto che, in presenza di conti che non mi tornavano… perche’ quella Lucci Serafina, mamma dello Zio Vincenzo, di cui mi parlava Mariucci… mi aveva scombussolato non poco… io non ho voluto lasciare assolutamente nulla al caso, in cio’ decidendo di volerci vedere piu’ chiaro… si’ da poter fugare ogni e qualsiasi dubbio… E cosi’, per mero scrupolo, ho ritenuto di dover ripercorrere tutte le mie tappe, di interpellare nuovamente la mia fonte… e di compiere altresi’ una serie di approfondite indagini e riscontri per cui… se prima noi non avevamo nessuna certezza sul nome di quella Donna, adesso non abbiamo piu’ nessuna certezza neanche della sua stessa esistenza. Ma semmai… una piu’ che ragionevole certezza ormai noi ce l’ abbiamo… sul fatto che questa Creatura, alla prova dei fatti… non deve essere mai neanche realmente esistita, e dove la sua immagine deve essersi prodotta… in seguito a una circostanza che invece era gia’ viziata a monte… Procediamo comunque con ordine, e cio’ anche al fine di poter fornire delle buone basi di partenza a quanti riterranno di potersi cimentare in questa ulteriore ricerca che riguardera’ molto verosimilmente -- a questo, punto -- non tanto e non gia’ “Quella presunta Morelli… Sposa Rosati”, per me a questo punto, neanche mai nei fatti esistita… bensi’ quella splendida Famiglia stessa… dei Rosati di Costa San Savino. Stando alla testimonianza di mia Cugina, Vittoria Morelli, la Figlia dello Zio Nenetto che assai bene conosceva la Famiglia dello Zio Vincenzo Rosati… e cio’ non solo per il legame di parentela, che comunque era vivo e reale… ma anche e soprattutto perche’ lei ed i suoi Genitori erano dei vicini di casa e anche piuttosto intimi di Famiglia con i Rosati… per via – come si riteneva -- di questa nostra Congiunta Morelli… che sarebbe andata in Sposa ad un Rosati della Costa… e che sarebbe quindi la Mamma dello Zio Vincenzo, per cui quest’ ultimo sarebbe non solo un Primo Cugino di mio Padre, ma anche dello Zio Nenetto, il Padre di mia Cugina Vittoria. Sta comunque di fatto che lo Zio Vincenzo Rosati sposo’ poi la Caterina Pambianco (ex-Giovannetto) della Villa, e cio’ rafforzo’ notevolmente il vincolo di vicinanza, anche materiale, tra le nostre famiglie. La zia Caterina aveva la sua bella casa alla Villa, lasciatagli dal Padre, dove lei continuo’ a vivere anche da sposata, assieme a suo marito, lo Zio Vincenzo… I Coniugi Rosati si trasferirono poi ben presto a Roma, quartiere della Garbatella, mantenendo sempre la loro casa alla Villa, dove immancabilmente tutte le estati venivano a trascorrere le loro belle Ferie al Paese. Di piu’ allora non mi era dato sapere di questa mia presunta Zia, sposata Rosati. Senoche’, appena un paio di mesi or sono – e per l’ esattezza nell’ ottobre del 2015 – grazie a Facebook, entrai piuttosto fortunosamente in contatto con Giuseppe Mariucci di Costacciaro… che in un primo momento pensavo che potesse essere il Figlio o comunque un Parente di un altro Mariucci, pure di Costacciaro, e Amico di vecchia data sia di mio Padre come poi anche di me. Gli chiesi quindi della sua Famiglia, e lui mi disse che il suo era un altro ceppo dei Mariucci, sempre di Costacciaro, con suo Padre che si chiamava invece Nazzareno… mentre la Madre si chiamava Assunta Rosati, dicendomi altresi’ che lei era originaria della Costa… Al nome della Assunta Rosati, pero’… a me si drizzarono letteralmente le antenne… Perche’ a me quel nome non solo era molto familiare… ma la ritenevo essere una delle sorelle dello Zio Vincenzo Rosati… e la sapevo comunque essere sposata a Costacciaro, e della quale avevo conosciuto anche la casa… Riferisco questa notizia al Giuseppe Mariucci… dicendogli ovviamente che noi eravamo quindi parenti… anche se per la verita’ ormai piuttosto alla lontana… E cosi’ gli dissi anche che io stavo facendo una ricerca sulla Famiglia dei Morelli… dal titolo: “La Galassia dei Morelli… di Villa Col de’ Canali…” e che vista la nostra parentela con lo Zio Vincenzo Rosati… gli chiesi se mi poteva dare delle altre notizie su quest’ ultima famiglia… visto che ormai da tempo essa mi risultava estinta alla Costa… Giuseppe Mariucci – che io qui sentitamente e pubblicamente ringrazio – fu molto generoso e prodigo di notizie… Mi disse, intanto, che la Assunta Rosati non era la sorella dello Zio Vincenzo, bensi’ era una sua nepote, e per l’ esattezza era la figlia di uno dei fratelli dello zio… figlia cioe’ di Giuseppe Rosati, sempre della Costa. Per il beneficio di quanti dovessero essere interessati alla storia e alle vicende di questa Famiglia, ecco l’ autorevole Testimonianza di Giuseppe Mariucci… che testualmente mi scrive: “”… mia Madre Assunta non e' la sorella dello zio Vincenzo ma e' la nipote, in quanto lo zio Vincenzo e il padre di mia madre Assunta, Giuseppe erano fratelli,che a loro volta avevano altri 6 fratelli, 4 maschi e 2 femmine,le sorelle Giovanna e Clementina e i fratelli Giulio,Benedetto,Carlo e Ubaldo,di cui tre dei fratelli Carlo,Giulio e Benedetto sono andati negli States, e le due femmine una la Giovanna e' andata in sposa con Arcangelo Coldagelli e la Clementina e' andata in sposa con Balbinelli Giovanni a Costacciaro. Mentre il padre di tutti gli 8 fratelli si chiamava Francesco e la madre Lucci Serafina, lo zio Vincenzo e lo zio Ubaldo si trasferirono a Roma,mentre mio nonno Giuseppe e' rimasto alla Costa, la moglie dello zio Vincenzo si chiamava Caterina Pambianco e oltre a Otello,come hai detto aveva due figlie Vittoria e Margherita,mentre il Nonno Giuseppe aveva sposato Biccheri Teresa, la famiglia Biccheri era originaria di Gubbio…”” Sulla base della testimonianza di Giuseppe Mariucci – che a questo punto mi pare proprio che non faccia una piega -- io ho interpellato nuovamente la mia Cugina Vittoria chiedendole di verificare meglio le sue fonti… al che lei mi ha risposto di aver sempre saputo di questo rapporto di parentela diretto tra i Morelli e i Rosati, cosi’ come lei me lo aveva descritto… pero’ aggiungendomi di non essere proprio direttamente certa che quel rapporto fosse proprio al cento per cento nel senso da lei indicato, e come a suo tempo da lei appreso nell’ ambito della sua stessa Famiglia… Di conseguenza, sara’ qui opportuno fare una necessaria correzione di rotta, facendo dapprima mente locale a diversi fatti ed eventi che si sono succeduti nel tempo… e quindi cercare di rimettere assieme tutti i tasselli… fino a ricostruire uno scenario che fosse il piu’ possibilmente organico e completo. Comincio quindi dalle due ragazzine, Margherita e Vittoria, le Figlie dello Zio Vincenzo, di quando esse venivano alla Villa… che venivano sempre molto volentieri a casa nostra a giocare sul grano che, subito dopo la trebbiatura veniva portato nel nostro magazzino, e messo ad asciugare stratato sul pavimento… Ci mettevamo su una bella sottocoperta verde, del tipo militare, e noi vi giocavamo sopra, con la sottocoperta che ci riparava – ma solo in parte – dall’ umidita’ del grano che era stato appena trebbiato… Mi ricordo che queste due ragazzine, felici e contente quanto non mai… per la liberta’ di poter giocare sul grano… riferendosi in piu’ di una occasione alla nostra Casa – cioe’ per l’ esattezza a quella dei miei Genitori -- facevano spesso e volentieri riferimento alla casa della loro Zia (cioe’ di mia Nonna Uttilia)… e non gia’ invece alla casa del loro Zio (cioe’ mio Nonno Luigi)… come in vero molto piu’ giusto e logico io ritenevo che fosse – o che potesse essere nella circostanza… visto che dopo tutto quella era la Casa di Famiglia di mio Nonno... e dove mia Nonna vi era poi entrata, ma solo successivamente, da Giovane Sposa… Inoltre, a quanto mi ricordavo dalla mia Cara Mamma… io avevo sempre saputo che tra mio Padre e lo zio Vincenzo esisteva un rapporto di Secondi Cugini e non gia’ di Primi Cugini, come sarebbe stato il caso qualora fosse risultata vera la versione sostenuta da mia Cugina Vittoria… E inoltre, dato che mio Nonno Luigi aveva anche degli altri Fratelli e Sorelle… qualora la parentela dello Zio Vincenzo Rosati fosse stata direttamente con i Morelli… lo stesso rapporto di parentela sarebbe dovuto esistere e sussistere… anche con le famiglie degli altri suoi Fratelli e Sorelle… cosa che invece a me non risultava… A me risultava, infatti, solo la parentela dei Rosati con la famiglia di mio Padre e degli altri suoi Fratelli e Sorelle… Sono cosi’ pervenuto alla convinzione che la parentela con lo Zio Vincenzo, fosse non gia’ per parte dei Morelli… bensi’ per parte dei Filippini… per parte cioe’ della Famiglia di mia Nonna Uttilia… Mia Nonna, infatti era anch’ essa della Costa come la Famiglia dei Rosati… Senonche’ per questa via… mi si venne ben presto a ricostituire mirabilmente quel rapporto di Secondi Cugini tra mio Padre (e con lui anche con gli altri suoi Fratelli e Sorelle) e lo Zio Vincenzo Rosati… e con lui quindi anche gli altri suoi fratelli e sorelle. E poi, c’ erano pur sempre quelle due vivide e simpaticissime ragazzine… Margherita e Vittoria… che nella loro giovanile innocenza e spontaneita’… non perdevano mai l’ occasione… per andare a giocare sul grano, a casa della loro Zia… e cio’ anche quando lei – cioe’ la mia carissima e diletta Nonna paterna – era ormai morta da tempo… ma che ben sempre vivo e vivido era il ricordo che lei aveva lasciato di se’… nell’ Animo e nel Cuore di queste due Ragazzine. Era quindi, quello… forte e possente… il richiamo del Sangue!... Ho cosi’ formulato l’ ipotesi – che ancora al momento era pur sempre tutta da verificare -- che Francesco Rosati, il Padre dello Zio Vincenzo, e anche il Bis-nonno materno del Giuseppe Mariucci… doveva necessariamente essere un Primo Cugino di mia Nonna Uttilia… nel senso che il di lei Padre, Paolo Filippini (Senior, Senior) doveva aver avuto una sorella – della quale pero’ io non conoscevo ne’ tuttora conosco il nome -- andata poi in Sposa al Rosati padre di Francesco (e divenendo quindi Madre sia di Francesco che della sua quanto mai probabile Sorella Clementina… che andra’ poi in Sposa a quel Francesco Puletti di Villa, che sara’ poi il Nonno del compianto Dr. Ivo Puletti. Di questa Rosati Clementina di Costa San Savino, io ho notizia certa… da suo pro-nipote e mio Caro Amico, il Prof. Euro Puletti… il quale tempo fa ebbe a chiedermi Notizie – se ne avevo -- della Famiglia della sua Nonna Paterna, di nome Rosati Clementina – la nonna del Dr. Ivo Puletti, tanto per intenderci – che pure era della Costa. A questo punto, pero’… a legare questa Rosati Clementina, coniugata Puletti… alla famiglia del Rosati Francesco… c’ e’ proprio questa seconda Rosati Clementina fu Francesco… di cui ci parla Giuseppe Mariucci, e che ando’ poi in sposa al Balbinelli Giovanni di Costacciaro. E’ quindi ovvio, a questo punto… che con questa seconda Rosati Clementina, suo Padre Francesco abbia voluto riacquistare… la sua stessa sorella – di nome, come si e’ visto Rosati Clementina – cioe’ la Bis-nonna del Professor Euro Puletti. Per uno strano, anzi proprio direi stranissimo scherzo del caso… e’ cosi’ avvenuto che anche la Nonna (e quindi non solo la Bis-nonna) del Prof. Euro Puletti… si chiamasse anche lei Clementina o Crementina (al secolo Clemenza... ) il che in una prima stesura di questo mio lavoro… mi aveva portato a confondere queste due donne, per cui ho debitamente provveduto a fare la necessaria chiarezza e ad eliminare quelle ulteriori notizie sulla Famiglia Puletti, che a questo punto – pero’ – non erano piu’ pertinenti al nuovo contesto… Mi scuso vivamente, quindi, con l’ Amico Euro… al quale avevo comunque assicurato che avrei prontamente provveduto ad operare le necessarie rettifiche. Alla luce di tutto quanto sopra… dovro’ quindi concludere che quella “… presunta Morelli, andata in Sposa ad un Rosati della Costa…” non risulta, nei fatti, essere mai esistita… essendo stato qui sopra dimostrato che la nostra parentela con lo Zio Vincenzo Rosati si era prodotta non gia’ per parte dei Morelli – come si era ritenuto, ormai da oltre un secolo a questa parte -- bensi’ per parte dei Filippini… la Famiglia, cioe’, della mia Nonna Paterna… la Nonna Uttilia… 9. Il Fiore dei Morelli… che cresce, sboccia e si moltiplica: I Figli Maschi del “Patron Peppe” Oltre alle tre figlie femmine di cui abbiamo appena parlato, il Patron Peppe, il mio bisnonno… ebbe anche quattro figli maschi, piu’ un quanto mai probabile quinto figlio che sono: 1. Luigi (“A” Senior) mio Nonno 2. Francesco (A – Senior), un mio Zio… 3.Giovannino, altro mio Zio… 4. Nazzareno (“A” Senior), altro mio Zio… 5. Domenico (?) che pero’ viene qui indicato solo come altamente probabile, ma che pero’ potrebbe anche appartenere a un qualche ramo nostro collaterale. La crescita per cosi’ dire esponenziale, della famiglia Morelli nel suo complesso, specie per quanto riguarda la figliolanza del mitico “Patron Peppe”… e anche con quella del suo Zio Tomasso (…. Senior), con i relativi figli e nepoti… ha portato ben presto a degli altri problemi di capienza, con lo sviluppo e la riqualificazione di altri tre isolati nell’ ambito del Paese di Villa, tutti e tre di proprieta’ esclusiva o quasi esclusiva dei Morelli, ai quali si aggiunsero ben presto anche le Case di altre famiglie. Mi riferisco, qui, ai Cinti, ai Bellucci, ai Coldagelli e anche agli Angeli, tanto per restare alle case fino all’ altezza della Chiesa, a Sud e ad Ovest della stessa. Quello che invece non so… sono taluni dettagli su quando queste Famiglie si sono inserite… in anni comunque molto addietro… visto che si tratta comunque di famiglie, anche loro, tutte assai vecchie dei luoghi. Si tratta infatti di Famiglie anch’ esse storiche del Paese, che a quanto mi risulta sono tutte Membri dell’ Universita’ degli Uomini Originari di Costacciaro e quindi tutte Condomini nella proprieta’ della Montagna. Inoltre, per quanto riguarda almeno le Case dei Coldagelli, proprio davanti alla Chiesa… ritengo di poter formulare una ipotesi quanto mai interessante, come si potra’ meglio vedere nel successivo Capitolo 12. Ad ogni modo, vediamo ora di tracciare il quadro dei Figli di Giuseppe Morelli (“A” – Senior, Senior) – il mitico “Patron Peppe” -- collegandolo a quello che ritengo che possa essere stato il quanto mai probabile sviluppo del paese di Villa, almeno per quanto attiene al quartiere storico di “Piazza Padella” e delle altre case del Paese, fin davanti alla Chiesa. 1. Luigi Morelli (“A” – Senior) mio Nonno Se non erro, il piu’ giovane dei figli del Patron Peppe doveva essere Luigi (mio Nonno), nato nel 1861. Lui implemento’ e’ sviluppo’ definitivamente il quartiere ad est della “Piazza Padella”, andando poi a vivere lui stesso nella nuova Casa, dove poi mori’il 15 gennaio 1930. E’ quella la Casa dove lui stesso ando’ a vivere con la sua Sposa, la Ottilia Filippini di Costa San Savino, indubbiamente la Figlia della famiglia piu’ ricca e benestante della Costa. Lei, unica figlia femmina della Famiglia aveva pero’ tre validi e robusti Fratelli… che nell’ ordine erano Tomasso, Giacinto e Vincenzo… Alla Nonna Ottilia, i suoi Fratelli dettero in dote un grosso campo, appena sotto Coldagelli: il campo denominato la “Valle”… un unico corpo, seminativo e arborato, di circa un ettaro di superficie… La Casa che fu di mio Nonno Luigi Moreli e’ anche quella dove nacquero poi tutti i suoi Figli… l’ ultimo dei quali e’ stato mio Padre che vi visse fino alla primavera del 1961 quando noi della Famiglia ci trasferimmo tutti negli Stati Uniti, richiesti dalla Zia Ubaldina, una delle Sorelle di mio Padre che era sposata cola’ da prima dell’ ultima guerra. In quella stessa casa, sempre alla Villa, siamo poi nati anche io, mio Fratello e le mie due Sorelle. I Fratelli di mio Nonno, erano Francesco, Nazzareno, Giovannino e forse anche Domenico (?), tutti e tre o tutti e quattro piu’ grandi di lui e che quindi furono anche i primi a “sloggiare” dalla Casa atavica di Piazza Padella.… A differenza di mio Nonno che resto’ sulle terre di Famiglia, almeno i primi tre di questi suoi Fratelli fecero invece le valigie e si diressero essi stessi, da giovani… verso le lontane Americhe. Fecero abbastanza fortuna tutti e tre… e ritornarono poi al loro Paese da autentici Vincitori… Noi non abbiamo invece notizie certe di Domenico, che pare che abbia vissuto in quel di “Valbonosa”… per cui qui si rimane piuttosto in dubbio, anche se ci risulta che avesse anche una casa in Paese, sul tato est del blocco delle altre case dei Morelli, quelle ex-Tomassino, tanto per intenderci. 2. Francesco Morelli Nato nel 1850, era il piu’ grande dei Fratelli di mio Nonno. Valido e intraprendente Rampollo di Casa Morelli… pieno di entusiasmo, di vitalita’ e di giovanile vigore… lascio’ ben presto la Casa paterna per affrontare il Mondo e le sue Sfide… e cosi’ seguendo l’ esempio di molti altri suoi Parenti e Paesani… volle imbarcarsi anche lui per le lontane Americhe. Lui sposoì Masci Santa ed ebbe da lei un solo figlio, Alfredo. Francesco sviluppo’ un forte sodalizio con i fratelli, almeno con Giovannino e Nazzareno Morelli, che pure andarono anch’ essi in America… ed al loro ritorno costruirono il Quartiere che fu poi detto dei “Romani” , verosimilmente assieme ad un loro cugino, anch’ egli di nome Morelli Giovanni, ma quest’ ultimo era il figlio di Angelo Morelli (fu Pietro), dei Morelli ex-Tomasso. 3. Giovanni (alias Giovannino) Morelli In simil guisa, anche Giovannino Morelli, altro fratello di mio Nonno, prese anche lui la via delle lontane Americhe, sempre per lavorare in miniera. In America, oltre ai Fratelli Francesco e Nazzareno, c’ erano gia’ stati anche altri nostri Parenti, di progenie Morelli, come verosimilmente il Morelli Carlo fu Tomasso, e anche il suo Figlio Tomasso (alias: Tomassino), quest’ ultimo con tutta probabilita’ cosi’ chiamato per distinguerlo da suo nonno, che pure si chiamava Tomasso. Come si vedra’ nel prossimo capitolo, quest’ ultimo, per i suoi figli aveva gia’ riqualificato per intero l’ isolato di Piazza Padella, che si trova ad ovest (o meglio a nord-ovest) delle case dei Rughi; e quindi, sempre Tomassino, ancora per i suoi figli Enrico e Giambattista (il forte, il grande… il mitico “Zi Batisto”)… come anche per l’ altro suo figlio Igino… aveva anche riqualificato o ricostruito l’ isolato piu’ o meno ad esso difronte… e per l’ esattezza, quello sulla destra, uscendo da Piazza Padella, e salendo verso la Chiesa. Orbene, subito dopo questo isolato ex-Tomassino ed altri… i suoi Cugini, Giovannino, Alfredo e Nazzareno riqualificarono tutto il secondo isolato, ancora sulla destra, salendo verso la Chiesa… quello cosidetto “dei Romani” . E cosi’, per la meta’ dell’ ottocento… il paese di Villa – almeno nella parte dalla Chiesa in giu’ – aveva cosi’ assunto una fisionomia ormai pressoche’ definitiva, e quindi ancor piu’ vicina a quella attuale… Anche qui vennero abbattute le vecchie stalle e casupole, e vennero costruite delle capienti e capaci… solide e confortevoli case in muratura. Giovannino ebbe a sposare la Annunziata Pace dalla quale lui ebbe i figli Paolo e Clorinda. Ad ogni modo, stante un fortuito caso di omonimia con l’ altro Morelli Giovanni, pure affettuosamente chiamato Giovannino… era sembrato, in un primo momento, che questo Giovannino avesse avuto due mogli, dalla seconda delle quali ebbero a nascere i fratelli Morelli Giuseppe e Morelli Secondo… che, tanto per NON cambiare… ebbero a prendere pure loro la via delle lontane Americhe. Ad ogni modo, grazie alla passione, l’ impegno e la dedizione di Gian Carlo Morelli… il problema venne chiarito nel senso che ad avere due mogli fu il Morelli Giovanni padre di Giuseppe e di Secondo, e non gia’ l’ altro… La cosa, comunque, verra’ meglio chiarita nel successivo Capitolo 10, dove si parlera’ dei Morelli – ex Tomasso, e cioe’ di Carlo, Pietro, e Paolo. E qui da Pietro discendera’ Angelo, da Angelo discendera’ Giovanni, e da quest’ ultimo discenderanno sia Giuseppe che il fratello Secondo. 4. Nazzareno Morelli (“A” Senior, mio Zio) Lo zio Nazzareno non mi risulta che avesse dei figli maschi… Aveva pero’ ben quattro figlie femmine (Filomena, Assunta, Angela e Annunziata). Con i soldi guadagnati in America, Nazzareno compro’ Case, ma soprattutto terre per le sue Figlie. Per una di esse, Filomena (in Paese assai meglio conosciuta con il suo nome d’ arte… “La Bersagliera”) lui compro’ anche un Podere, in prossimita’ del Chiascio nei pressi di “Termine”, podere che e’ tuttora di proprieta’ di due sue Nepoti. Altra casa, molto grande e proprio sopra il Forno… Nazzareno la compro’ alla figlia Annunziata (nome d’ arte: “La Nunziatella”) dove lei poi visse con il Marito Rughi Santino (meglio noto con il nome d’ arte de “il Drulletto”), che quindi entro’ in Famiglia, nella casa della Moglie.. Essendo comunque quella casa molto grande, e gia’ dall’ origine a due famiglie, e dotata di ingressi indipendenti, in uno dei due appartamenti, vi ando’ poi a vivere Giuseppe Morelli (“B”- Senior), quando successe il “fattaccio” delle due case davanti alla Chiesa, che dovettero verosimilmente essere attribuite ai Coldagelli, a titolo di composizione stragiudiziale di un’ antica vicenda, di cui meglio si parlera’ nei capitoli successivi. 5. Domenico Morelli Non si ha nessuna certezza che possa effettivamente trattarsi di uno dei fratelli di mio Nonno Luigi. L’ anno della nascita 1855 si inquadra perfettamente in questa ottica, in linea con gli anni di nascita di Francesco, Giovannino e Nazzareno, ovvero sia appena prima oppure appena dopo di quest’ ultimo. In ogni caso, certamente prima di mio Nonno Luigi che, come gia’ visto qui sopra, e’ invece del 1861. Altro elemento di rilievo che ci lascia nettamente propendere per questa ipotesi e’ la sua casa, proprio di fronte alle Abitazioni dei Romani, anch’ essa ben incuneata nell’ ambito di altre proprieta’ Morelli, e per l’ esattezza quelle ex-Tomassino. Coniugato con Bianchi Carolina, Domenico ha avuto tre figli: Un maschio dal probabile nome di Basilide (?), Pastore, nato nel 1882, che mori’ ad appena 12 anni d’ eta’, folgorato da un fulmine sul Monte della Villa, mentre vi pascolava il suo gregge. Ma la prova per noi piu’ importante e’ la sua casa, che da lui e’ poi passata alla figlia Marianna sposata Guidubaldi, e che poi e’ passata a suo figlio Giuseppe e quindi alla Figlia di lui Iole. Anche l’ orticino, che si trova proprio vicino alla casa, e’ anch’ esso da tutte le parti confinanti con proprieta’ Morelli, o comunque con proprieta’ di loro danti causa e, nello specifico con gli orti di proprieta’ Guidarelli e Angeli. Ovviamente, la prova piu’ importante sara’ quella della testimonianza diretta, per cui mi riservo di chiedere maggiori lumi alla mia Gentile parentina, la Iole Guidubaldi, moglie di mio Cugino Adelmo Morelli. 10. I Fratelli Morelli, ex-Tomasso: Loro Figli ed Eredi Come abbiamo visto qui sopra, al precedente Capitolo 6, si tratta di: Carlo, Pietro e Paolo CARLO: Del Morelli Carlo, sposato con Parroccini (o Parruccini) Battista, abbiamo gia’ visto che ebbe i seguenti Figli e Figlie: 1. Tomassa, nata nel 1823; che ando’ poi Sposa a Rughi Pietro… e della quale si parlera’ piu’ ampiamente nel successivo Capitolo 12, dal titolo: “Le Donne di Casa Morelli… e i Rughi di Piazza Padella”. 2. Salvatore, nato nel 1829, che contrasse matrimonio con Santi Marianna. Lo si riteneva essere stato il Padre del Morelli Amedeo, che poi ha sviluppato un rapporto tutto particolare con lo Zio Carabiniere Morelli Apollinare, del quale ebbe poi ad ereditare per testamento tutti i beni, con lo specifico intendimento che, se Amedeo avesse poi avuto un figlio Maschio (cosa che poi avvenne) avrebbe dovuto chiamarlo “Apollinare” (cosa anche questa che regolarmente avvenne). Ove cosi’ non fosse stato, i suoi beni ereditati, sarebbero dovuti tutti ritornare – alla sua morte - al ceppo di famiglia, ma solo ai figli maschi. Ad ogni modo, poiche’ dai documenti anagrafici Amedeo risulta essere figlio del Morelli Apollinare (ancorche’ di madre “ignota”), noi qui lo considereremo a tutti gli effetti come figlio di Apollinare, punto e basta… Come si vede, quindi, anche del Padre dello Zio Amedeo (alias ‘l Zi Madeo) non abbiamo altre notizie, se non quelle poche gia’ fornite. Sappiamo comunque che Salvatore, assieme al fratello Apollinare (il Carabiniere) continuarono a vivere, praticamente, nella Casa Paterna. Successivamente, comunque, lo Zio Amedeo dovette acquistare anche La casa con lui confinante che, a mio avviso, doveva appartenere a Pietro o a Paolo Morelli e che poi, alla morte di Amedeo passo’ alla Figlia Elena. Sempre per quanto riguarda il Morelli Salvatore, noi supponiamo che anche lui, come il fratello Tomassino, sia stato in America per qualche tempo, ma non ne abbiamo certezza. E non sappiamo neanche se, oltre al probabile Amedeo egli avesse avuto degli altri figli… che al momento, non ci risultano, almeno a livello di Maschi…. 3. Maria, nata nel 1831, contrasse nozze con Bucciarelli Angelo Mario, e mori’ il 23 ottobre 1903. 4. Tomasso (alias Tomassino) Morelli Tomassino, nato nel 1836 (o forse 1838) e morto il 31.12.1908, era il quarto dei fratelli in ordine di nascita. Sono convinto che il diminutivo di “Tomassino” – che e’ un termine certamente affettivo – gli sia stato attribuito per distinguerlo dal Tomasso (senior)… cioe’ da suo Nonno, che con tutta probabilita’ pure aveva quel nome… Nome che tanto caro doveva essere al figlio Carlo… con il quale lui riacquista il proprio Padre in ben due circostanze; e cioe’ una prima volta con la figlia Tomassa e quindi con Tomassino. Sta di fatto che anche Tomassino, da giovane, emigro’ come il Padre in America. Inoltre, come il Padre ebbe finito di costruire la nuova Casa nel blocco est – quella che sara’ poi di Amedeo e quindi del figlio Apollinare – Tomassino vi ando’ a vivere con la sua Sposa… e qui nacquero tutti o quasi tutti i suoi figli, compreso ‘l Zi’ Batisto. Sta comunque di fatto che anche tutti gli altri familiari… convivevano tutti nella stessa casa: grandi e piccoli… femmine e maschi… in una sorta di grande promiscuita’. La situazione miglioro’, anche se di poco, quando Tomassino e la sua Famiglia si trasferirono nelle loro nuove case di Piazza Padella che, a causa della forte prolificita’ del bravo Tomassino e Company…anche queste altre tre loro case si rivelarono ben presto insufficienti. Fu solo quando uno dei suoi figli – e per l’ esattezza lo Zio Batisto -- stava per sposarsi… che la novella Sposa – la Carolina Bucciarelli (alias La Zi’ Carola) sarebbe anche lei dovuta entrare in Famiglia… al che, pero’, i Fratelli di lei vi si opposero… per cui Tomassino decise di abbattere le stalle di sua proprieta’, compresa quella della Bella Cavalla… che, con la relativa Cacciatora per gli spostamenti… costituiva un vero e proprio gioiello di Famiglia. Fu cosi’ che Tomassino decise di costruire la loro nuova casa trifamiliare appena a nord-est di quella del Patron Peppe e del Patron Claudio… casa molto ampia e comoda che poi sara’ dei suoi figli e miei zii Enrico, Batisto e Igino. E cosi’, Tomassino – come abbiamo gia’ visto in uno dei capitoli precedenti -- per non fare parzialita’, compro’ anche delle terre ai suoi Figli, e per l’ esattezza compro’ per i Figli Enrico e Batisto il Podere di “Rubbiano” nei pressi di Rancana, mentre per il Figlio Igino – nato dalla prima moglie – Tomassino alla Villa ed appena a nord della Via Flaminia, compro’ un comodo Podere composto da Casa colonica, un’ ampia ed assolata aia e anche diverse terre… dove dapprima Igino e quindi il Figlio Duilio andarono ad abitare, per cui la loro casa nel centro del paese di Villa risulto’ essere di troppo e quindi fu messa in vendita. Tomassino, inoltre, riqualifico’ – come gia’ visto - l’ intero blocco di case a nord di quelle dei Rughi… blocco che – come gia’ visto -- consta di quattro case… tre delle quali restarono di proprieta’ di Tomassino stesso, e che ora sono di proprieta’ dei suoi pronipoti, e per l’ esattezza una di Elide Morelli… una seconda di suo cugino Giambattista Morelli, (alias “Batisto Junior)…mentre la terza, adibita ad uso cantina e magazzino e’ ora di Gian Carlo Morelli, pronipote di Enrico. La quarta casa dell’ isolato, e per l’ esattezza quella verso nord-ovest venne invece data alla sorella Tomassa a titolo di dote. In quel periodo, pero’, anche un’ altra Sposetta Bella di Casa Morelli (che nell’ ordine sara’ la Sposetta Bella nr. 4 – Morelli – e cioe’ la Morelli Nazzarena, Sorella del Patron Peppe… convolera’ a nozze con il Rughi Mariano, fratello di Pietro ) per cui a lei dovette essere conferita, sempre a titolo di dote, l’ aia sul lato nord con relativa stalla e fienile, dove poi uno dei figli della Nazzarena… cioe’ Saverio Rughi… realizzera’ la casa per il figlio Filippo, mentre la casa paterna restera’ alla figlia Domenica (alias La Menca de Scandajia). In vecchiaia, si dice che Tomassino… fosse andato a vivere con il figlio Enrico (alias ‘l Zi’ Rigo…) che non pare – pero’ – che al Padre lo trattasse bene affatto…e men che meno – dopo i tanti sacrifici fatti -- che lo trattasse con il dovuto rispetto. “Fatto… rifece…” dice un vecchio Proverbio… se e’ vero che – a quel che diceva la gente… -- ad Enrico medesimo, in vecchiaia… sarebbe poi toccata la stessa identica sorte… Tomassino si sposo’ due volte: dalla prima moglie (di cui non conosciamo il nome) ebbe un solo figlio: Igino (nto nel 1865, e sposato con Calandrini Aloisa o Luigia). Igino ebbe sei figli, tra maschi e femmine, quattro dei quali morirono ancora infanti o appena bambini. Si tratta di: Felice (femmina), nata nel 1898 e morta il 03.08.1903; Secondo nato il 30.04.1900 e morto il 08.03.1909: Serafina nata il 04.08.1905 e morta il 16.08.1905; Serafina, Iolanda, Delfina nata il 26.11.1907 e morta il 19.05.1908 Altri due figli, entrambi maschi, pero’ gli sopravvissero, e cioe’: Duilio: nato il 08.08.1903 contrasse matrimonio nel 1925 con Morelli Giuseppa (detta Peppa), figlia di Morelli Paolo e Concetta. Dal loro matrimonio nacque un figlio maschio, di nome Secondo , sposato a Fossato di Vico e padre di due maschi e una femmina. Secondo; nato il 26.11.1910. Di lui pero’ non abbiamo altre notizie… dalla seconda moglie (di nome: Piccinini Benedetta) ebbe tre figli: due maschi e una femmina, che sono: Enrico (alias: ‘l Zi’ Rigo) nato nel 1873 e morto nel 1956 (o forse 1957). Ebbe a sposare Morelli Maria Santa, di Angelo. Enrico e Maria Santa ebbero la seguente discendenza: Nena (forse Nazzarena o Filomena) Era la piu’ grande, e aveva sposato Rughi Enrico (alias “Righetto”), dei Rughi di Piazza Padella. Quest’ ultimo emigro’ poi per lavoro in America, per cui la Nena (o meglio la “Bella Nena”, come veniva poi chiamata) inizio’ una convivenza con Guidubaldi G. dalla quale nacque poi Iole. Carlo (nato nel 1899 e morto nel 1964). Sposo’ la Morelli Bartolomea (alias La Zi’ Mea) che era figlia di Paolo e Concetta Morelli. Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Ines (che poi sposera’ Salvatore Cherubini, alias: Salvatore d’ Alfredo), dal quale nasceranno poi tre figli: Giuseppe, Alfredo, e Anna Maria. Federico (che sposera’ la Palmina Andreoli di Lanciafame) dal quale matrimonio nasceranno: Gian Carlo Morelli, il mio carissimo Parentino… oltre che validissimo Collaboratore in questa simpatica ed appassionante ricerca…) e ……… oltre ad una loro sorellina……… Iride (Sorellina gemella di Federico9 che pero’ mori’ a pochi mesi d’ eta’… ma il cui nome venne poi riacquistato dalla Sorella di Carlo, Palma (alias Palmina) che a sua figlia pure mettera’ il nome di Iride… questa volta con maggiore e con miglior Fortuna!... Palma (alias Palmina) era nata il 29.12.1901 e morta, se non erro, nel 1986… Era sposata Lisandrelli, e dal loro matrimonio nacque la bella e fortunata Iride, che poi andra’ in Sposa a Righi Luigi, meglio conosciuto con il suo autentico nome d’ arte di: Gigino de Chiodo… Rimasta Vedova ancora in giovane eta’, Palmina non volle mai risposarsi… Era una grandissima lavoratrice… che lei – quando la chiamavano – andava sempre ben volentieri ad opra con tutti, per quei pochi e a volte pochissimi soldi che le davano… Palmina era una donnetta molto affabile e garbata, sempre e immancabilmente con il suo bel Sorriso sulle labbra… e che lei – sempre molto affettuosamente -- trasmettera’ assolutamente intatto… prima alla Figlia, e quindi alle Nepoti… La chiamavamo affettuosamente “La Pennella”, forse per quel suo bel sorriso smagliante… che la rendeva Creatura assolutamente Unica e Irripetibile… anche quando lei – di nascosto, e badando assai bene a non farsi vedere dalla gente… – portava da mangiare al suo anziano e malandato Padre… lo zio Rigo… o per ancor meglio dirla …”a la Villante”… “’l… mitico Zi’ Rigo…” Anche lui mio Carissimo Vicino di Casa… e mio Parente, anche se ormai un po’ alla lontana… Angelo (nato il 23.04.1905 che pero’ visse neanche quattro mesi, e mori’ il 02.08 dello stesso anno) Angela (alias la Zi’ Angiola) nata il 17.06.1906 che sposo’ Rughi Tomasso dei Rughi del Castello. Dal loro matrimonio nacquero due figlie Femmine: Gisella (che poi andra’ in sposa a Cianfichi Vincenzo della Villa) e Giuseppa (alias: Peppina) che invece andra’ in Sposa al Purello. Catterina (nata il 01.01.1908) che invece andra’ in Sposa ad un tal Mariani di Sigillo. Gio Battisto (alias: ‘l Zi’ Batisto) nato nel 1876 o forse 1877. Ebbe a sposare Bucciarelli Carolina (alias: La Zi’ Carola). Gli Zii Batisto e Carola ebbero la seguente discendenza: Santina (visse neanche due settimane, essendo nata il 11.02.1905 e morta il giorno 24 dello stesso mese) Guido (nato il 01.02. 1906). Ebbe a sposare la Pierini Maria, dal quale matrimonio nacque la mia Parentina, Elide Morelli… di cui piu’ e piu’ volte si e’ parlato in questo lavoro, specie nei primi o primissimi capitoli. Tomasso (nato il 06.02.1908) Non si sposo’ mai, e continuo’ a vivere per tutta la sua vita nella Casa Paterna… Nazzarena (alias: Nena). Sposata a Sigillo ed ebbe un solo figlio Maschio: Morelli Nazzareno che, come si vede, prese il cognome della Madre. Donna anche lei affettuosissima, almeno quanto la madre Carola… mori’ purtroppo molto giovane, appena pochi anni dopo sposata… Ferdinando (nato il 21.07.1910). Non abbiamo altre notizie su di lui… Torquato: Era il piu’ giovane dei figli dello Zio Batisto. Giovane brillante, esuberante… e sempre magrissimo… Era Persona di grande, grande, grandissima simpatia… Molto capace e con uno spiccato senso degli affari, egli da giovane rilevo’ un’ Osteria alla Scheggia… nei locali dove ora c’ e’ il bar di Marietto… Nella sua Osteria, Torquato volle istallare un bel Radio-Grammofono, grosso come un piccolo armadio, che funzionava a valvole… Era un’ autentica attrazione per tutto il Paese di Scheggia… dove allora pero’ si bevevano soltanto “pallette”… bicchieri, cioe’ di quel beneamato “biscetto nostrano”… Ma di “pallette” ce ne volevano proprio gran tante per poter far andare sufficientemente bene quel locale… dove dalla mattina alla sera si faceva musica… con quei grossi dischi neri… a 33 giri!... e con tanto di “caricatore”. Qui ci si potevano caricare anche qualche cinque o sei dischi per volta, e cio’ molto tempo prima che, almeno qui in Italia… facessero la loro comparsa… i ben piu’ compatti e tecnologici Juke-box… a 45 giri!... Come dicevamo, era un’ autentica delizia per l’ intero paese… Sicche’ il locale era sempre pieno… pero’ purtroppo di vagabondi e di perditempo… di persone cioe’ che consumata la rituale “palletta”… se ne stavano li’ per ore e ore ad ascoltare la musica e a cazzeggiare… Dove pero’ a piangere era proprio e solo la Cassa… Per via dei limitati incassi… mentre a correre erano invece le spese: l’ affitto, la corrente... e anche uno o a volte nche due inservienti. Per cui l’ Osteria ebbe Purtroppo una vita piuttosto breve… Cio’ pero’ non impedi’ a Torquato di avere il suo grande e bellissimo Momento di Gloria… quando lui si compro’ quella bella Motocicletta con Sidecar (se ben ricordo, doveva essere una NORTON, di fabbricazione Inglese), usata si’… ma ben tenuta e perfettamente efficiente, che… quando lui passava per la Strada Nova (la attuale Via Ettore Vivani)… faceva girare tutti quanti i Paesani… con molti di loro che esclamavano… “E’ arrivato ‘l Sor Morelli…” Al che, lui… in quella sua naturale, caratteristica balbuzie, allegro e divertito rispondeva… “Io non me chiamo ‘l Sor Morelli… Io me chiamo solo Torquato…” Torquato poi, ualche anno piu’ tardi si sposo’ con Maria, una simpatica ed esuberante donna di Pontericcioli… che nel suo caratteristico linguaggio dei suoi luoghi… riusciva sempre e comunque a trasmetterti tanta ilarita’, gioia, e pienezza di vita… Dal loro matrimonio nacquero due figli: Giambattista e Carla, ora entrambi sposati e con Famiglia, che vivono in provincia di Pisa… Da Giambattista (alias Batisto Junior) abbiamo ora le sue due Figliole… le due nuovissime Stelle di Casa Morelli…che han nome l’ una RAMONA e l’ altra RACHELE MORELLI!... Carlotta nata nel 1880 (?) Ebbe a sposare Rughi Agostino (nato nel 1862) di Antonio (nato nel 1824) di Agostino. Carlotta e Agostino ebbero la seguente discendenza: Filomena (che pero’ mori’ all’ eta’ di appena due anni, essendo nata nel 1900 e morta nel 1902). Filomena (altra figlia dello stesso nome, che pero’ visse solo appena un paio di settimane, dal 15 al 30 marzo 1905). I gemelli Tarcisio e Agnese; entrambi nati il 22.07.1910 che vissero solo alcune settimane, e che poi morirono nel corso dello stesso anno. Giocondo (nato il 30.03.1902) E’ il Padre di Rughi Costantino, che ebbe a sposare la Coldagelli Erminia. Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Giocondo, Mina, e ……… “5. Francesca, nata nel 1841 e morta nel 1910. Contrasse nozze con Coldagelli Secondo, che era vedovo di prime nozze con Morelli Faustina. 6. Apollinare, nato nel 1842, Apollinare era il piu’ giovane dei figli di Carlo. Di lui sappiamo molto poco… forse perche era sempre vissuto lontano dal paese, ma soprattutto perche’ – a come ci riferisce la Elide Morelli – lui non si era mai sposato… e comunque non ha mai avuto prole. Sappiamo pero’ che era un Carabiniere, e che era molto legato a suo Nepote Amedeo Morelli, a sua volta figlio – a quanto pare – dell’ altro suo fratello, Salvatore.. Di questo Apollinare, il Nepote Amedeo e quindi gli eredi di quest’ ultimo, almeno fino ad alcuni anni fa… avevano una bella foto che lo ritraeva in divisa e in bicicletta. La nepote Elide Morelli riferisce che Apollinare e’ sempre voluto restare nella sua casa natale… casa che poi passo’ al Nepote Amedeo (alias ‘l Zi’ Madeo…) con l’ intendimento pero’ che se Amedeo avesse avuto un figlio Maschio avrebbe dovuto chiamarlo Apollinare; altrimenti la sua proprieta’ sarebbe ritornata al ceppo, in cio’ intendendosi dei soli maschi… Amedeo ebbe quindi il figlio maschio che chiamo’ Apollinare, per cui i beni dello Zio Carabiniere passarono cosi’ al suo “arquisto”. A proposito di questa foto del Carabiniere, il pronipote di Amedeo Morelli, il giovane Roberto Rughi (pronipote di Amedeo per via materna, secondo la sequenza: Amedeo— Maria (alias Mariuccia)-Renzo-Roberto) mi ha riferito che il suo bisnonno Amedeo era molto legato a questo Suo Zio, tanto e’ vero che lo stesso Amedeo volle “arquista’” poi questa persona… mettendo poi il nome di Apollinare al suo stesso Figlio. Come ben si puo’ vedere…. un esempio palese e lampante di famigliale affetto… non certo disgiunto da questioni di interesse. Ma l’ interesse, allora molto piu’ di ora… voleva dire a volte la sopravvivenza… per cui la mia osservazione non deve qui intendersi in funzione di biasimo… bensi’ di semplice costatazione. Sta comunque di fatto che agli atti d’ Anagrafe, Apollinare risulta non solo sposato, ma risulta anche essere il Padre di Amedeo, mentre la madre risulta essere “ignota” Amedeo – almeno agli Atti d’ Anagrafe - quindi - il suo unico figlio, pertanto, dovrebbe essere stato Amedeo… che sposo’ la Maria Cerquarelli di Perticano (o comunque dei “Marri”, tanto e’ vero che fu poi chiamata, come Nome d’ Arte…“La Marra”). La zia Maria, anche lei nostra vicina di casa… fu sposa molto affettuosa, che ebbe un solo figlio Maschio, chiamato Apollinare, in cio’ arquistando lo zio Carabiniere, di cui l’ Apollinare Jr., divenne, in pratica, il solo e unico beneficiario testamentale. Gli Zii Amedeo e Maria ebbero poi anche quattro femmine e cioe’: Elena, che sposo’ un signore di Roma, dal quale ebbe due figli maschi di cui il primo di nome Amedeo; Maria (detta Mariuccia) che sposo’ Rughi Ferdinando (detto Nando), e di cui lei era una seconda Cugina. Emilia, che sposo’ un Signore della Scirca, nei pressi di Costacciaro e dal quale ebbe due figli maschi, se non erro gemelli; Clara (detta pero’ Nena) che invece sposo’ Angelo Bianconi, anch’ egli della Villa… Per maggiori dettagli si veda gentilmente il quadro……. PIETRO: Anche di lui abbiamo piuttosto poche notizie, e quelle che abbiamo… le dobbiamo soprattutto alla grande diligenza di Gian Carlo Morelli, suo lontano nepote. Doveva essere nato – come gia’ detto nel precedente Capitolo 6 -- sul finire del settecento, e non conosciamo nemmeno l’ anno della sua morte. Sappiamo comunque che ebbe due figli: 1. Sante, nato nl 1826 e morto nel 1900; il quale ebbe a sposare Generotti Assunta (nata nel 1826 e morta nel 1904; e 2. Angelo, nato nel 1828 e morto nel 1901. Sappiamo che sposo’ la Conti Catterina, e dal loro matrimonio nacquiero due figli: Giovanni e Maria Santa. a) Giovanni: nato il 09.11.1857 e’ quindi quasi coetaneo con il suo Omonimo Morelli Giovanni (alias Giovannino) di Giuseppe (che invece era del 1852-53) e con il quale e’ stato per lungo tempo confuso. Il nostro Giovanni di Pietro, invece, e’ quello che ebbe a prendere due mogli: dalla prima Moglie: Rughi Angela (morta il 07.04.1890) Giovanni ha avuto due figli: Giuseppe (alias: *******) nato nel 1883 e che ando’ per ben tre volte in America. Sposo’ la Petrucci Antonia di Sassoferrato, e dalla loro unione nacquero i figli: 1. Agnese: che sposo’ un Mascolini e che ebbe una sola Figlia: Antonia. 2. Angelo: che sposo’ la Pace Laura e dalla quale unione nacquiro poi i figli: Giuseppe, che sara’ poi professore e futuro Sindaco di Costacciaro; e Antonia che invece sposera’ Guido Pandolfi, e dal quale avra’ un unico figlio: Pandolfi Pietro Antonio, che quindi ha ripreso il nome del suo nonno paterno. 3. Angela (alias: Angiola) che invece sposera’ Giuseppe Bellucci di “Venara”. Dal quale avra’ i figli: Cesare e Sestilio. Secondo: nato nel 1888. Rimase orfano di madre all’ eta’ di appena due anni, quando il padre si risposo’ subito dopo – il 19.04. 1900 con Mascolini Camilla, dalla quale non ebbe figli. Fu una vita molto travagliata quella di Giuseppe e Secondo che da bambini rispettivamente di sette e due anni rimasero entrambi orfani della loro Mamma, e con la loro Matrigna che pero’ – per quanto potesse essere amorevole – non riusci’ comunque mai a sostituirla. E cosi’ Giuseppe, all’ eta’ di ……………. Anni se ne ando’ una prima volta in America, a Hibbing, Minnesota a lavorare nelle miniere di carbone. Lo segui’ qualche anno dopo il fratello Secondo, che una volta in America contrasse matrimonio con la Anna Casagrande, che all’ eta’ di 21 anni, nel……………… lo raggiunse in America, imbarcandosi da Le Havre assieme ad altre tre donne pure delle nostre parti. E qui, le vite dei due Fratelli, assunsero percorsi completamente diversi, con Giuseppe che se ne torno’ per altre due volte in America, per poi tornare definitivamente in Italia, a lavorare nelle terre di sua Proprieta’ in quel di Valbonosa. Me lo ricordo quando, alla sera, al termine della sua intensa giornata di avoro, lui ritornava in Paese, a piccoli passi…allegro e contento, e con un’ andatura davvero maestosa, come quella di un vecchuo Patriarca… lieto e soddisfatto del suo lavoro e anche della sua Famiglia. Secondo, invece, dovette avere una vita molto piu’ travagliata e certamente anche molto piu’ dura e carica di problemi e preoccupazioni. A sostenerlo a spada tratta in tutte le sue decisioni e le sue scelte di vita… c’ era pero’ la sua Compagna, la Anna Casagrande che pero’ – a mia migliore informazione – in Paese dovevano chiamarla tutti Rosa, come attestano ancor oggi taluni suoi parenti, rimasti qui in Italia… che solo con quel nome la ricordano. I due dovettero da li’ a poco fare ritorno qui in Europa, per poi tornare in America, imbarcandosi entrambi da Cherburg con il piroscafo ………………… diretto a Santa Cruz, California, dove Secondo mori’ nel 1915, mentre Anna mori’ anch’ essa qualche anno dopo. Parlavamo della vita tribolata di Giuseppe e Secondo, e non solo per essere rimasti orfani di Madre quando erano ancora bambini… ma anche per le loro tristi esperienze di vita… come emigranti in America… e sentendosi essi stessi abbandonati dalla loro Famiglia. Cio’ fu vero soprattutto per Secondo che, a un certo punto in America spari’ letteralmente dalla circolazione. Di quest’ ultimo figlio, comunque – forse a causa di quel noto fattaccio, che in pratica lo lascio’ senza casa in Italia – non si seppe piu’ nulla perche’ taglio’ deliberatamente ogni tipo di raporto con la sua Famiglia… tanto e’ vero che neanche il fratello Giuseppe ha poi saputo piu’ nulla, ne’ ne ha mai piu’ parlato volentieri... Sta di fatto, comunque, che quando i Romani ex Giovannino posero mano alla costruzione del loro nuovo isolato appena sotto la Chiesa, nel loro isolato, oltre alle case di Giovannino e Francesco… logica vuole che nell’ isolato avrebbero dovuto esserci pure le case di Nazzareno e del Giovanni ex-Angelo, con i soldi di loro tutti guadagnati con immenso sacrificio in America… e in cio’ riqualificando ben bene l’ intero isolato, che al tempo era ancora tutto di proprieta’ Morelli. In particolare la casa allora bifamiliare proprio davanti alla Chiesa (poi ceduta ai Coldagelli) con il suo bel balcone esterno e scala in muratura… era proprio l’ esatta trasposizione della nuova Casa Padronale di Luigi Morelli (mio Nonno)… stesso identico balcone esterno in muratura… stesso orientamento della scala verso nord… stessa identica esposizione della Casa, ancora verso est… e ancora lo stesso orientamento “a man de sole”… In piu’, qui… c’ era davanti ormai proprio la Chiesa… di abbastanza recente costruzione… Dovette insorgere, pero’ a quel punto… un problema o forse addirittura un grosso problema con la Famiglia o le Famiglie dei Coldagelli… che circa un secolo prima dovettero verosimilmente aver perso la loro Casa per far posto alla Costruzione della nuova Chiesa… e della quale il gia’ ricordato mio trisavolo Luigi Morelli (“A” Senior, Senior)… era stato non solo il promotore, ma anche il principale finanziatore. In un apposito, successivo capitolo… dal titolo appunto “I Coldagelli… e la nuova Chiesa della Villa…” io formulero’ una interessante ipotesi, secondo cui per accontentare e indennizzare debitamente i Coldagelli… Giovannino e Fratelli si videro costretti – loro malgrado – a dover mollare le due Case proprio davanti alla Chiesa, con una corrispondente bella fetta di terreno in favore dei Coldagelli… e in piu’ si trovarono anche a dover mollare una gran bella servitu’ di passaggio… dall’ aia dei “Romani”, chiaramente scorporando, per cessione, quella proprieta’ dalla restante proprieta’ dei Morelli… Una sorta di cessione per cosi’ dire “capestro”, quindi… alla quale i Morelli devono essersi trovati costretti…perche’ altrimenti mai e poi mai essi avrebbero accettato delle condizioni cosi’ tanto onerose… e comunque esse stesse quanto mai lesive del Prestigio della Famiglia. E cosi’ sia il Nazzareno Morelli, come anche i figli di Giovanni-ex Angelo, e per l’ esattezza Giuseppe e il Fratello Secondo … dovettero per cosi’ dire “sloggiare”… e ripiegare verso altre soluzioni. Ma se per Nazzareno e Giuseppe c’ erano pur sempre le case nel vicolo del forno, certamente anch’ esse abbastanza comode quanto a spazio disponibile… anche se non altrettanto di prestigio… Secondo, invece, si ritrovo’ solo e senza casa… sentendosi cosi’ di fatto abbandonato dalla sua stessa Famiglia, con la quale taglio’ poi ogni rapporto. Potrebbe essere questa, a mio avviso… la quanto mai probabile causa della “defezione” dalla Famiglia da parte di Secondo… che, una volta giunto in America assieme al fratello… se ne ando’ via altrove, senza piu’ dare a nessuno notizie di se’… Giuseppe, infatti…che normalmente abitava nella Casetta di Valbonosa, che fu a lui sempre tanto ma tanto cara… ebbe cosi’ la sua Casa in Paese vicino al forno, proprio accanto a quella della sua Congiunta, la Morelli Annunziata (alias la “Zi’ Nunziatella”), una delle figlie del Nazzareno Morelli. Fu una soluzione di ripiego, questa, si’ certamente… che lascio’ molto male, e con l’ amaro in bocca, anche Giuseppe… Ma in Casa Morelli… le risorse si trovano sempre… e con un po’ di buona volonta’… le soluzioni pure!... dalla seconda Moglie: Mascolini Camilla (sposata il 19.04.1900) Giovanni non ha avuto altri figli: b) Maria Santai: che ebbe a sposare Morelli Enrico di Tomasso (alias: Tomassino), e della cui figliolanza si e’ gia’ parlato qui sopra, in questo stesso Capitolo. C) - MORELLI PAOLO (B) . Anche qui – come gia’ detto nel precedente Capitolo 6 – noi non abbiamo molte notizie su di lui. Doveva essere nato agli inizi dell’ ottocento, e non conosciamo nemmeno l’ anno della sua morte. Sappiamo comunque che sposo’ Bucciarelli Elisabetta, Sorella di Antonio Bucciarelli (Senior) dalla quale ha avuto due figli: “1. Elvira, nata il 26 gennaio 1845 e che nel giugno 1868 sposo’ Rugo (forse Rughi) Ubaldo di Sigillo. Non conosciamo l’ anno della sua morte; e “2. Francesco , nato nel 1850 che sposo’ Mascolini Domenica in data 06 novembre 1894. Omonimo e coetaneo dell’ altro Morelli Francesco (di Giuseppe), che invece sara’ il padre di Alfredo, e quindi il nonno di Sante Morelli (alias: Santino), e nome d’ Arte “Ciunfete”…             

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