domenica 29 maggio 2016

ALLA VILLA... QUANDO ANCORA SI TREBBIAVA CON I MOTORI A VAPORE ..




COME SI TREBBIAVA ANTICAMENTE ALLA VILLA…


Memorie Villanti…
di EZIO MORELLI



La Trebbiatura, tra le  faccende agricole… e’ sempre stata la piu’ faticosa, la piu’impegnativa, ma anche quella che ha sempre  dato  le piu’ forti e vivide soddisfazioni,   in senso assoluto…

Ed e’ proprio per questo… che  da sempre, e’ anche stata la piu’ bella, oltre ad essere anche la piu’ spettacolare e la piu’ avvincente..

Ma aveva anche lei i suoi bei rischi, specie per lo “mboccatore”… cioe’ il Macchinista
che, a turno, doveva alimentare il Battirore della Trebbia… con le gregne del grano che
erano state appena sciolte dai cosidetti “Tajiarini” i quali, posti ai lati della Trebbia,
provvedevano a tagliare, con un falcino o un coltello… il “balzi” cioe’ i legami delle gregne… rendendone piu’ agevole e regolare l’ alimentazione della Macchina.
 
E cosi’, il povero “mboccatore ” si ritrovava ogni tanto con una mano o un braccio
tagliato da uno dei “tajiarini” che magari, in appena un attimo di distrazione… non
riusciva a prevedere in tempo il movimento dello “mboccatore” che si girava verso di lui
per prendere il grano gia’ sciolto…
 
Ma quello, tutto sommato… non era neanche il rischio peggiore per il povero
“mboccatore…” che talvolta si ritrovava ad essere con una mano o con un intero
Ma quello, tutto sommato… non era neanche il rischio peggiore per il povero
“mboccatore…” che talvolta si ritrovava ad essere con una mano o con un intero
braccio tranciato di netto… quando non era lui stesso a finire risucchiato e spappolato…
all’ interno del Battitore, che se appena appena ti prende, tu puoi starne certo… che lui non ti perdona...
 
L Imboccatore, stante la pericolosita’ del suo lavoro…  era la Persona -- sempre e
comunque uno dei Macchinisti -- che imboccava materialmente la Trebbia… inserendo
materialmente il grano nel “Battitore” che e’ quindi la componente tecnica primaria ed
essenziale della Trebbia… dalla cui operativita’ poi tutto dipende….
 
Va con cio’ detto che, per poter operare, la Trebbia (detta anche “Trebbiatrice”, e nel
nostro Nobile Idioma Villante anche “Machina da Batte”)… riceve tutta l’ energia di
cui ha bisogno… da un Motore esterno che una volta era azionato dal Vapore fornito da
una caldaia, esattamente funzionante  secondo lo stesso principio della “Locomotiva” a vapore.
 
Dagli anni ’50 ma soprattutto dagli anni ’60… al Motore a Vapore subentro’
gradualmente quello a Benzina e quindi anche quello a Diesel… che tutti forniscono
energia alla trebbiatrice per mezzo di una grossa cintura di cuoio o di altro materiale
sintetico detto “Cinturone”, che quindi funziona come un grande trasmettitore di
energia.
 
 
Il Cinturone riceve la sua energia dalla Puleggia del Motore, che si innesta esattamente
come quella del cambio di trasmissione, per cui dall’ albero motore, mediante un
apposito ingranaggio e una presa di forza l’ energia del Motore viene convogliata alla
Puleggia. Dalla Puleggia del Motore, mediante il predetto “Cinturone” l’ energia
meccanica viene direttamente convogliata alla Puleggia della Trebbia, il cui asse e’
collegato rigidamente con il “Battitore”.
 
Questo “Battitore” e’ sostanzialmente una grande ruota girevole, sostanzialmente
simile a quelle dei grossi battelli fluviali del fiume Mississippi… dotata di elementi
modulari zigrinati trasversalmente per catturare dapprima le spighe del grano, e quindi
aprirle integralmente e far poi uscire tutti i chicchi del grano.
 
Questi vengono cosi’ separati sia dallo stelo, che poi diventera’ la paglia, e quindi anche
dalla buccia protettiva del chicco che viene soffiata materialmente via da delle poderose
ventole della Trebbia, dette i “soffiatori” e che diventera’ poi… la cosidetta “pula” .
 
La paglia e la pula vengono poi ammassate separatamente nel relativi Pajiari, per il loro
successivo uso nella stalla…
 
La paglia, primariamente, viene usata per costituire una sorta di pagliericcio dove si
coricano gli animali – soprattutto i Bovini -- su questo strato di paglia che viene
regolarmente sostituito ogni giorno e che isola gli animali dal freddo e a volte anche
dall’ umidita’ del pavimento della stalla.
 
Ancora la paglia, poi, mescolata questa volta assieme alla pula e al fieno diventera’ un
elemento essenziale nella preparazione del cosidetto “mestico”… che verra’ dato da
mangiare ai Bovini durante l’ inverno… quando essi sono sostanzialmente a riposo, e
possono quindi essere alimentati con un da mangiare molto piu’ povero, rispetto a
quando invece lavorano.
 
Durante le Operazioni di Trebbiatura… i Macchinisti (che in genere erano quattro, e alle
volte anche cinque) vigilavano sulla sicurezza… tenendo sempre alla lontana noi
ragazzi, che quindi non potevamo assolutamente avvicinarci al Cinturone in movimento perche’ quello… assolutamente innocuo da fermo… diventava invece pericolosissimo quando era in movimento… perche’ diventava tagliente come una spada, una falce…   o come un grosso coltello, tutti  affilatissimi!...
 
 Nei tempi pregressi, comunque, quando le Trebbie  ebbie erano azionate dai Motori a Vapore ,
gli incendi dei Barconi e delle aie erano piuttosto frequenti, e quando si verificavano
potevano provocare delle autentiche catastrofi e comportare la perdita anche dell’ intero
raccolto, oltre alla perdita, spesso e volentieri, anche di vite umane....
 
Va comunque detto che grazie alle rigide precauzioni e all’ attenzione primaria dei
cosidetti “FUOCHISTI”, ma anche a quella di tutto e dico tutto il personale dell’ aia…
molti degli incendi venivano tempestivamente estinti prima che riuscissero a fare un
qualche significativo danno.
 
Dalle nostre parti, nell’ Alta Umbria, fino a tutto il dopo guerra, i MOTORI che
azionavano le Trebbie erano ancora quasi tutti a Vapore. Non erano quindi dei trattori
essi stessi, perche' non trainavano assolutamente niente, ma quelli della prima o delle
prime generazioni… dovevano essere essi stessi trainati dai Bovi… fino sull' Aia.
 
Solo molto tempo piu’ tardi, con i Motori a Vapore delle generazioni successive, essi
erano dotati di dispositivi di locomozione autonoma, mediante un sistema di stantuffi, di
bielle e manovelle…
 
In pratica, mediante un congegno di deviazione, il vapore che normalmente alimentava il
puleggione del motore, e quindi il Cinturone… veniva deviato su di un altro circuito,
con un altro stantuffo, che collegato questa volta ad una delle ruote posteriori, sempre
con un apposito congegno di biella e manovella… consentiva al Motore di spostarsi
autonomamente su delle superfici sostanzialmente piane o con poca o meglio
pochissima pendenza….
 
Era questo gia’ un bel passo avanti, con il motore a vapore… capace anche di muoversi
in autonomia, ma ancora assolutamente incapace di trainare alcun significativo carico,
e tantomeno una trebbia... per la quale si richiedevano sempre… dei poderosi Bovi…
 
Erano, questi Motori a Vapore… proprio delle grosse Caldaie, come quelle delle
Locomotive a Vapore... dove c' era il camino – ovverosia una piccola fornace -- che
bruciava la legna o magari anche il carbone… e dove il calore prodotto dalla
combustione… faceva riscaldare l' acqua che quindi bolliva producendo vapore acqueo
sotto pressione...

Questo vapore, sempre  sotto  pressione, grazie a un sistema di stantuffo, biella e
manovella… andava ad azionare e quindi a muovere un grosso PULEGGIONE al quale
veniva poi collegato il Cinturone...
 
Questi Motori, azionati com’ erano a combustione di legna  o di carbone… avevano
degli alti camini, che erano dotati di elementi aggiungibili per riparare il piu' possibile l’
ambiente circostante dalle cosidette e micidiali “fiaruscole”, che erano non tanto delle
scintille… bensi’ dei veri e propri piccoli elementi incandescenti, residui della
combustione, che venivano quindi espulsi assieme al fumo.
 
Ma quando poi queste “fiaruscole” incandescenti, finivano prima o poi con il posarsi
immancabilmente in terra… e dove sulle aie erano onnipresenti sia le pagliuzze che le
paglie, le foglie ed altri elementi tutti incendi abilissimi… si puo’ assai ben capire…
come gli incendi fossero un pericolo assolutamente costante.
 
Per evitare, o comunque per contenere al massimo il pericolo rappresentato dalle
“fiaruscole”… era infatti assolutamente vietato il fuoco con il legno di Castagno che
scoppia mentre brucia, producendo anche molte fiariscole.
 
Inoltre, i Comignoli di questi Motori erano non solo relativamente alti, ma erano anche
dotati di “prolunghe” cioe’ di elementi aggiuntivi ad innesto che, una volta che il
Motore veniva “impiazzato” sull’ aia… e con le ruote stesse rigidamente bloccate da
appositi congegni a forma di cunei… questi elementi venivano aggiunti al camino per
maggiorarne l’ altezza, e quindi contenere al massimo l’ elemento pericolo.
 
Cio' nonostante qualche “fiaruscola” comunque usciva ogni tanto dal camino... e anche
se li' vicino c' erano i due FOCHISTI che da una parte mettevano la legna nella fornace
(che era un po' come una grossa stufa a legna) e dall' altra parte stavano attenti alle
“fiaruscole” e agli incendi, il pericolo non poteva mai essere del tutto eliminato.
 
C' erano, vicino al Motore… anche delle BOTTI E DELLE BIGONZE PIENE D'
ACQUA (almeno quattro o cinque) che oltre che per riboccare di acqua la caldaia ogni
tanto, per via del naturale consumo dovuto alla dispersione dal vapore acqueo…
dovevano servire anche per le prime necessita'.
 
In alcune case poi, anche nell’ ambito del Paese, si creavano delle cisterne di riserva
utilizzando i Canali delle Cantine, dove alla Vendemmia si pigiava l' uva... che quindi
costituivano delle riserve per cosi’ dire “strategiche”, specie d’ estate e in occasione
della trebbiatura… ed alle quali comunque attingere nel caso di bisogno.
 
 C' erano, vicino al Motore … anche delle BOTTI E DELLE BIGONZE PIENE D'
ACQUA (almeno quattro o cinque) che oltre che per riboccare di acqua la caldaia ogni
tanto, per via del naturale consumo dovuto alla dispersione dal vapore acqueo…
dovevano servire anche per le prime necessita'.
 
In alcune case poi, anche nell’ ambito del Paese, si creavano delle cisterne di riserva
utilizzando i Canali delle Cantine, dove alla Vendemmia si pigiava l' uva... che quindi
costituivano delle riserve per cosi’ dire “strategiche”, specie d’ estate e in occasione
della trebbiatura… ed alle quali comunque attingere nel caso di bisogno
 
Per mettere in moto  il MOTORE si cominciava dapprima con l’ accendere
materialmente il fuoco nel suo Camino… a far bollire l’ acqua e poi a portare la
caldaia a pressione, che era segnata da un apposito manometro a colonna.
 
Quando la pressione raggiungeva un determinato valore, allora due MACCHINISTI
belli robusti e assai ben addestrati... incrocindo le braccia sul PULEGGIONE… lo
facevano ruotare e quindi partire, grazie alla forza delle loro braccia... . Il primo mezzo
giro del puleggione  avveniva a mano... dopo di che subentrava automaticamente la forza del vapore...
 
 L' operazione era comunque molto pericolosa per le persone comuni, perche' se uno non
era piu' che attento a staccare le mani gia' al termine del primo quarto o del primo mezzo
giro... il PULEGGIONE GLI AVREBBE POI SPEZZATO LE BRACCIA...
 
Alla Villa a possedere la Trebbia, gia’ dagli Anni ’30… c’ era lo Zio Paoletto Morelli, il
figlio del Patron Claudio. Con tutta probabilita’ lui doveva avere anche il Motore a
Vapore, che doveva tenere giu’ nella sua Capanna, proprio accanto alla Trebbia.
 
Ma a possedere il primo Motore a Benzina, c' era invece NAZZARENO PELLEGRINI
(detto BRUNETTI) che gia' nell' immediato dopoguerra aveva un simpaticissimo
Trattore a ruote di marca FORDSO ... che era l’ autentica ammirazione di tutti noi Ragazzi…
 
 Si’ che quando esso veniva messo in moto  e tirato fuori da quel suo piccolo garage,
proprio li’ sotto casa… noi Ragazzi eravamo sempre li’ a goderci lo spettacolo…
facendo allora a gara per respirarci a pieni polmoni… l’ allora per noi gradevolissimo
odore dei suoi gas di scarico.
 
Si’ che quel bel “FORDSON” a noi Ragazzi ci affascinava molto ma molto piu’… che
se si fosse trattato di una Rombante Alfa Romeo per le “Mille Miglia” oppure di una
modernissima “Ferrari” da Frmula Uno…
 
Sotto la Scheggia, pero’, in localita' IL MONTE, proprio vicino al Pontabotte... fin
verso il 1955 si e' invece sempre trebbiato con un Motore a Vapore... che era di
proprieta’ di un Signore di Pontericcio’li… che aveva anche la Trebbia.
 
Di questo io stesso ho diretta e personale esperienza perche’ mia Nonna Caterina aveva
un grosso campo laggiu'… e quindi mio Padre , con il Biroccio… ci portava sempre
tutti gli anni, a me e alla Nonna… quando si trebbiava!...

Ma dalla meta’ degli anni ’50… la “Soccida” (ovvero sia Connubio) Morelli-Pellegrini
ebbe termine per la morte dapprima dello Zio Paoletto… e quindi per i figli di Brunetti
(e in particolar modo di Giuseppe -- detto Peppe -- e di Pasquale)… che se ne andarono
a lavorare a Carbonia, in Sardegna.
 
Di conseguenza, la vecchia Trebbia dello Zio Paoletto fu ben presto dismessa e quindi
demolita, mentre il Trattore di Brunetti fu pure venduto. Da allora in poi, e per almeno
un ventennio e passa… a trebbiare da noi alla Villa… vennero dei Signori Marchigiani,
di Pontericcio’li… peraltro molto ma molto affabili e simpaticissimi ne la loro tipica parlata  Cantianese.
 
“Machi’… Mali’…” dicevano loro, per indicare rispettivamente gli avverbi di luogo “qui” e “li’…”… 
 
Noi Villanti invece…  eravamo di loro molto ma molto piu’ elaborati se, per indicare ”li’…” avevamo addirittura ben cinque sinonimo, che nell’ ordine sono:  “li’…” , “toli’…”, “dettoli’…”, “tocoli’…”  e  “dettocoli’…”
 
Molto piu’ spartano, invece, il nostro Nobile Idioma Villante… era per l’ avverbio “qui…”, dove comunque esistevano ben tre sinonimi, che nell’ ordine sono… “qui…”, “toqui’…”, “dettoqui’…”
 
Ma poiche’ noi Villanti, in Casa nostra… siamo sempre stati i piu’ belli… i piu’ bravi… i
piu’ simpatici… e anche i piu’ avvincenti… e se proprio vogliamo… anche i piu’
“sportivi…” ecco che noi li deridevamo sempre a quei poveri Macchinisti
Marchigiani… per quei loro overi e semplici… “Machi’…” e “Mali’… “ che a noi
invero… non ci andavano proprio giu!...
 
Dalle nostre parti, poi… c' e' stato 'L Sor Vittorio (al secolo VITTORIO FANTOZZI) a
puntare tutto e dico tutto sui trattori... dotando il suo gran bel Podere di almeno cinque
se non forse sei trattori, per tutti gli usi… a cingoli (specie per i pesanti e i gravosi lavori
di aratura e di estirpazione degli alberi… o ltre che per il traino di pesanti carichi.
 
Su strada, invece, i piu’ veloci ed agili Trattori a Ruote consentivano una operativita’
molto piu’ agile e spigliata, visto che potevano andare in strada cosi’ com’ erano… senza
quindi doversi dotare delle necessarie “scarpe” per i trattori a cingoli, come veniva richiesto dalle norme del Codice della Strada, al fine della protezione del Manto  Stradale...
 
Il primo trattore di Fantozzi, di cui io abbia conoscenza, si  chiamava  “LA ROBUSTA”.
 
Non so di quale marca fosse… so comunque che era un Trattore a Cingoli,  che era azionato da un motore Diesel… che  per poterlo avviare era tutta una filosofia… e alle volte una vera e propria avventura!...
 
Il primo trattore di Fantozzi, di cui io abbia conoscenza, si chiamava “LA ROBUSTA”.
Non so di quale marca fosse… so comunque che era un Trattore a Cingoli, che era
azionato da un motore Diesel… che per poterlo avviare era tutta una filosofia… e alle
volte una vera e propria avventura!...
 
Si sa infatti che il gasolio non brucia come fanno invece il petrolio e la benzia. Il
gasolio invece esplode… in cio’ liberando molta piu’ energia, rispetto ad un
corrispondente motore a benzina. Ma il diesel esplode… solo quando e’ molto ben
compresso, e quindi polverizzato da parte dei suoi iniettori… con l’ esplosione che viene , detto “candeletta” che opera nell’ ambito di un ambiente debitamente riscaldato.
 
 Adesso, avviare un motore diesel… e’ proprio gioco da ragazzi… dove,
quando il motore e’ caldo… basta solo accendere il quadro… e quindi pigiare sull’
acceleratore, senza neanche operare sul motorino di avviamento. Ma all’ epoca era un’
operazione molto laboriosa, e a volte fin anche una vera e propria avventura, specie
quando l’ avviamento doveva avvenire in condizioni climatiche non ottimali (ad
esempio dopo un temporale) o peggio ancora in condizioni meteo avverse.
 
Proprio all’ indomani di un grosso temporale che si era abbattuto sulla Villa, e con
“LA ROBUSTA era stata lasciata proprio in una zona periferica del nostro Paese..
ho assistito un bel giorno io stesso… alla messa in moto di quel Trattore che ha
richiesto una mezza giornata di lavoro… e anche l’ assistenza di un secondo Trattore,
ancora dei Fantozzi, che e’ dovuto accorrere per prestare la necessaria assistenza…
 
Va con cio’ detto che “LA ROBUSTA aveva un muso molto strano e insolito… con
una grossa protuberanza di robusto acciaio, in basso sul davanti, a forma proboscide,
ma con la punta arrotondata, come se fosse di un grosso uovo… Questa “proboscide”
costituiva una bolla all' interno della quale c' era un liquido che una volta surriscaldato...
scaldava un dispositivo abbastanza simile alle attuali “ candelette”, con le quali -- e
previo l’ input dal “puleggione” -- si poteva poi avviare il motore.
 
Questa bolla era proprio esterna sul muso del trattore, e proprio sotto ad essa c' era una
specie di bacinella asportabile… dove ci si versava del petrolio e quindi ci si metteva
dentro uno straccio che si imbeveva di petrolio e al quale si dava poi fuoco. Anche in
questo caso, lateralmente, c' era un puleggione azionando il quale – proprio come nel
caso del Motore a Vapore -- era poi possibile avviare il motore...
 
 Ricordo che quella mattina e’ stata per tutti  un’ autentica avventura… con quel motore
che… proprio non ne voleva assolutamente sapere di partire…
 
Alla fine , fu poi chiamato a meta’ mattinata, un secondo trattore che dovette prestare
l’ assistenza elettrica con il cavallotto dalla batteria… finche’ “LA ROBUSTA che e’
rimasta nel frattempo ingolfata… comincio’ con qualche primo, timido scoppio…
emettendo delle vere e proprie folate di… un fumo nerissimo e puzzolentissimo…
 
Finche’ proprio al rintocco del Mezzogiorno… e dopo tanta pazienza e dopo ripetuti
tentativi… e anche dopo tante… tantissime Bestemmie... “LA ROBUSTA” finalmente
ando’ in moto… liberando nell’ aria una vera e propria nube di quel denso fumo nero…
che proprio non ne voleva sapere di liberarsi in cielo, almeno inizialmente… finche’ il
motore non fu sufficientemente caldo…
 
Ma “LA ROBUSTA” era comunque finalmente partita… con grande soddisfazione da
parte di tutti, e… tra il generale plauso!…
 
 
 
 
 
 
 
 

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