lunedì 27 marzo 2017

QUEI BEI GIORNI DE LA PACHANGA…






di : Ezio Morelli



Sono stato, nei primi anni ’60 anch’ io un Emigrante, assieme alla mia
Famiglia, in America… Ma a differenza di tanti e tanti altri nostri poveri
Connazionali ed Emigranti in genere… noi possiamo dire di essere stati
degli Emigranti veramente di lusso…
 
A richiederci negli Stati Uniti d’ America era stata infatti la affettuosissima
mia Zia Ubaldina Morelli, la piu’ grande delle Sorelle di mio Padre… che
aveva sposato lo zio Vito Filippini del vicino Paese di Costa San Savino,
pure Lui emigrato in America nei primissimi anni ’20…
 
Grazie al duro lavoro, gli Zii in 40 anni di vita in America si erano comprati
una grande e confortevole casa a quadrifamiliare nel quartiere di West
Brighton, a Staten Island, New York…
 
Ci fecero una grande Festa al nostro arrivo, e invitarono tutti i nostri
Connazionali, i loro Amici e Conoscenti, che abitavano li’ nella zona, dove gli
Zii erano non solo molto Conosciuti, ma anche altamente stimati e ben voluti.
 
Gli Zii ci misero a disposizione uno dei loro Appartamenti per alcuni mesi,
senza farci pagare niente di pigione Inoltre, ci arredarono ben bene la casa, e
ci fecero anche la Spesa, riempendoci fin anche il capiente Frigo… pieno e
ricolmo di ogni ben di Dio!...
 
“God Bless America…” / Dio Benedica l’ America!...
 
Nel vicinato si attivo’ subito una commovente Gara di Umana Solidarieta’…
 
Cominciarono dapprima i nostri vicini Uomini, che prontamente trovarono
un bel lavoro a mio Padre, nel settore delle Costruzioni, dove lui aveva gia’
avuto delle precedenti esperienza di lavoro qui in Italia… Poi le Donne,
qualche giorno dopo, trovarono lavoro a mia Madre come Sarta in una
Fabbrica di Confezioni, proprio li’ a due passi da Casa…
 
Nei primi giorni, subito dopo il mio arrivo negli USA, io ho voluto subito
familiarizzarmi con la Grande Mela, cercando di mettere a frutto quel
 poco inglese che io avevo appreso ancora qui in Italia, da autodidatta,
per Radio, con il corso del Professor Paul Roberts sul Terzo Programma…
rimettendo regolarmente la Sveglia alle sei di mattina, per tre giorni alla
settimana.
 
Con tanta grinta e anche con una buona dose di faccia tosta… io riuscivo
farmi capire dagli Americani gia’ abbastanza presto… E loro, in genere
generosissimi, mi aiutavano e mi correggevano nelle mie linguistiche
difficolta’… senza con cio’ mai farmelo pesare. E cosi’ la mattina da
Staten Island… Io prendevo il “Ferry Boat” per la “Grande Mela”.
 
In attesa del Ferry, gia’ quella prima mattina… io mi compro una cartina
di Manhattan, che comincio a sbirciare gia’ sul Traghetto…
 
Mi colpirono gia’ a prima vista, quelle Strade e quei Corsi tutti perfettamente
Regolari e in forma di perfetti rettangoli tutti regolarmente numerati…, per
cui io stesso, ben conoscitore della matematica e anche delle Coordinate
Cartesiane intuisco subito che mi sarei orientato gia’ fin da subito nella
“Grande Mela”, senza alcuna difficolta’.
 
In uscita dal Ferry, decido di risalire a piedi Broadway… tenendola poi
sempre come riferimento perche’ quella era la strada che, al ritorno, mi
avrebbe poi riportato con assoluta sicurezza verso il Ferry…
 
Il primo giorno arrivo a Canal Street… che me lo percorro in lungo e in
Largo nei due sensi, con ivi comprese tutte quelle stradine adiacenti… a
volte anche un po’ sporche e mal odoranti… ma comunque pur sempre
piene di grande fascino… Il fascino del tempo che fu… Al “Cinema Giglio”,
proprio a Canal Street, vedo che si proiettava “la Dolce Vita”, di Federico
Fellini.
 
Decido di andare a vedere quel film gia’ all’ indomani… dopo aver
avvertito a casa che sarei rientrato in serata, ma piu’ tardi del solito…
Arrivo poi su, fino a Mulberry Street, il cuore pulsante della “Little Italy”.
Poi li’ vicino passo davanti alla “Pasticceria Ferrara” a Grand Street…
 
Con la mia usuale sfacciataggine, entro e mi faccio un Bel “Baba’
al Rum… Grosso Grosso che mi pareva proprio un Onorevole… e che
sembrava che ben bene lui mi guardasse e che mi dicesse: “Eccomi qui,
per Te… Mangiami!…”.
 
Gli diedi subito retta, e con un bel Caffe’ Espresso… quel giorno io feci un
Pranzo proprio da Nababbo… Non mi ricordo esattamente quanto spesi,
ma con un Biglietto da cinque dollari… mi dettero una bella manciata di
monetine di resto…
 
Il giorno dopo, da Canal Street mi porto alla New York University…
E li’ mi si accende tutto il Cuore e l’ Anima… Poterla frequentare un
giorno, e laurearmi in ingegneria o in fisica… per poter un giorno diventare
qualcuno…
 
Mi porto sulla vicina 7th Avenue e su Sheridan Square… Resto veramente
affascinato dal mitico “Greenwhich Village” che tanta parte avra’ poi…
nella mia successiva Vita, proprio li’ a New York.
 
Per le stradine del “Village” poteva essere anche facile perdersi… perche’
quella e’ la parte vecchia di New York, dove le stradine sono tutte piccole
e strette… ma il riferimento, questa volta, era la 7th Avenue… e il rumore
assordante del “Subway”, cioe’ della metropolitana, che in caso di necessita’
mi avrebbe anche lei riportato verso il Ferry…
 
Ma comunque, io avevo pur sempre la mia bella cartina in tasca… e poi
avevo anche e soprattutto il mio bel Cavallo di San Francesco… che ubbidiente,
diligente e instancabile… mi portava sempre e comunque dappertutto…
 
Avevo allora 18 anni e una forza veramente da leone… che mi faceva
sentire veramente il Padrone del Mondo…
 
Verso Mezzogiorno, in una di quelle stradine del “Village”… vedo una
Pizzeria Italiana che si chiamava “Pizzeria Sorrento”… con sotto una
bella scritta in inglese…
 
“You have already tried the Rest…
 
Now, you’ll just try the Best”…
 
“Tu hai gia’ provato il Resto…
 
E adesso tu proverai il Meglio…”
 
Vedo quest’ altra insegna… “Pizza by the Slice…” che poi sarebbe
come a dire. “Pizza al Taglio…” e appena sotto quest’ altra scritta:
 
“Pizza & Coke” $1.65”
 
Decido di provarla… Tanto per quel che costava…
 
Ordino indicando il genere di pizza con il dito… Mi servono una bella
Fetta di Pizza Margherita, profumata, saporosa e bella fumante… Con un
bel gusto di una spezia… che solo poi, appresi essere l origano… Una
lunga mensola di appena una trentina di centimetri quasi ad altezza d’ uomo
lungo tutta la parete… e una decina di sgabelli che pero’ erano quasi tutti
occupati.
 
Decido di mangiare li’ all’ inpiedi. Proprio come i Cavalli.
 
Appoggio Pizza e Coke in un punto relativamente libero di quella mensola
e dal distributore li’ in parte vicino alla Cassa… recupero alcuni tovaglioli…
Piego quella fetta di pizza proprio ad angolo, lungo la mezzeria centrale…
in modo da poterla prendere meglio. La avvicino alla bocca, stando
particolarmente attento a non scottarmi… Era veramente buona!…
 
E poi… per quel che costava… E cosi’, ancora una vola…
 
“God Bless America…” / Dio Benedica l’ America!...
 
Questa e’ Veramente l’ America, dissi tra me e me… dove puoi anche
Mangiar bene e con poco… Sempre che, beninteso… tu non hai particolari
esigenze…
 
Dopo pranzo, gironzolo ancora per un bel tantino li’ nella zona, e poi
aiutandomi con la mia fedelissima cartina… torno giu’ verso Canal Street…
verso il “Cinema Giglio”.
 
“La Dolce Vita” era in bianco e nero… ma trovo quel film veramente
Stupendo… e vieppiu’ gran bello e affascinante lo era per me, che venendo
da un piccolo paese della Provincia Umbra… sbarco, quasi che fosse
d’ incanto… nella “Grande Mela…”
 
Con fiumi di Persone che camminavano diligentemente sui larghi
marciapiedi di Broadway… su due distinte file… quella che saliva e quella
che scendeva… da una parte e dall’ altra della Strada…
 
E poi… e poi il bello… Che li’ potevi fare tutto quel che ti pareva…
perche’ li’ non ti conosceva proprio nessuno… Non c’ era li’ la vicina
piuttosto ficcanasa e direi quasi Impertinente… a squadrarti a ogni passo
che facevi… e non c’ era poi neanche il Prete… pronto magari a farti il
“Predicozzo”… a ogni pie’ sospinto… se appena appena lui Ti vedeva che
guardavi con interesse a una Ragazza…
 
Che li’, nella “Grande Mela…” io mi sentivo, finalmente, veramente libero!
 
All’ indomani ancora, sempre immancabilmente risalendo la mia diletta
“Broadway…” io arrivo verso le 10 alle 14 Strade… Gia’ ancor prima di
arrivare, io vi ncontro, lungo la strada… diverse persone che parlavano in
Spagnolo…
 
Questa America, veramente… non finiva mai di stupirmi… e man mano
che io mi avvicinavo alle 14 Strade, non solo sento parlare… ma anche vedo
diverse insegne dei negozi in Spagnolo… Che questa “Grande Mela” non
finiva mai di stupirmi… con l’ Orizzonte e con il Paesaggio che proprio
ti cambiava ad ogni cento metri… Sempre nuovo, e sempre diverso!
 
Da un Grande Negozio di elettrodomestici e Hi-Fi… Musica latino-americana
a tutto volume… Arrivo cosi’ alle 14 Strade… il Quartiere latino- americano
per eccellenza… Al tempo le casette erano tutte basse… negozi e magazzini
al piano terra e le abitazioni ai piani superiori… Due o tre piani al massimo…
 
Che i Grattacieli erano altrove… Erano “Downtown”, giu’ verso il Ferry….
Nella zona di Wall Street, dove c’ erano le Grandi Banche, la Borsa, e il Cuore
Pulsante della Citta’…
 
Ma li’ alle 14 Strade… Musica latina e gente per lo piu’ Creola, di netta origine
Hispanica… o per dir meglio Latino- Americana… con Puerto Rico, Cuba e la
Repubblica Domenicana a farla da padroni…
 
Sento, ancora in lontananza un gran vociare… di gente allegra e spensierata
e sento della bella musica, e delle canzoni latine, molto ritmate e di grande
piacevolezza…
 
Come arrivo alle 14 Strade… un paio di ragazzotti latino-americani con due
Bei Sombreri in testa e dei fazzoletti rossi al collo… mi afferrano per ambo le
braccia mi trascinano con loro dicendomi…
 
“Vamos, Vamos Amigo…
 
Vamos a Bailar… la Pachanga”…
 
Parte l’ ennesima danza… e subito si forma un Carosello di persone sul
Marciapiede che ben presto si estende anche su parte della Strada….
 
Dal Negozio proprio li’ vicino, parte a tutto volume quella che poi apprendo
essere la Canzone latino-americana del momento…
 
“Senores… que PACHANGA…”
 
Il Carosello, in pochi brevi attimi… si fa sempre piu’ ampio e piu’ vivace
e piu’ coinvolgente… fino a occupare tutta la 14 esima Strada… Si blocca
il Traffico… e dei giovanotti allegri e risoluti, senza troppi complimenti…
aprono le portiere delle Auto, e tirano fuori a forza i loro occupanti…
 
Sospingendoli tutti… a “Bailar la Pachanga…”
 
Anche una Pattuglia della NY City Police, con due Poliziotti latino Americani
che ben volentieri si uniscono al Carosello… E poi altre persone, e fin anche
un Sacerdote Cattolico sulla sessantina, vestito non gia’ con la Tonaca ma in
“Clergy”… che si fa il segno della Croce… e che cio’ nonostante… viene
trascinato da un paio di prosperose Ragazze… e si unisce al Carosello pure lui…
 
Mi pareva tutto cosi’ irreale… e tutto cosi’ fuori dal comune… Si va avanti,
in allegria, per tutta la Canzone per alcuni minuti… Poi, come la musica si
affievolisce e volge al termine… il Carosello si scioglie… le persone ritornano
alle loro auto e alle loro cose… Si riavviano i motori… il traffico riparte… e
la vita riprende normalmente…
 
Incontro un Ragazzo italiano, di nome Alfonso, che era in compagnia di
due ragazze Cubane. Un trio, quello li’… che sembrava in grande Amicizia.
Lui cercava di farsi capire… ma parlava solo un Italiano piuttosto rotto per
farsi capire dalle due ragazzine , che potevano avere sui 16 -18 anni.
 
Mi dice che lui era da poco venuto dall’ Italia, da Napoli… e che era Ospite
dei suoi Zii, che abitavano alle 118 Strade e che le due Ragazzine erano delle
loro vicine di casa che quel giorno avevano voluto accompagnare Alfonso a
fare un giro nel Quartiere Latino, alle 14 Strade…
 
Loro mi invitano, e io mi unisco a loro, e facciamo amicizia…
 
Gironzoliamo per un bel tantino insieme e quindi ci accordiamo per
andare Sabato, da li’ a due giorni al “Palisades Amusement Park”,
dall’ altra parte dell Hudson River, nello Stato dl New Jersey… Saremmo
stati in 5 quel giorno… perche’ una loro Amica aveva l’ auto, e ci avrebbe
accompagnato in macchina… Ci scambiammo i numeri di telefono, e io
detti quello dei miei Cugini, che abitavano proprio sotto di noi…
 
E’ molto facile fare amicizia in certi ambienti, quando si e’ giovani…
E cosi’, soprattutto nei week-end noi ci davamo appuntamento anche alle
42 Strade e a Times Square o anche a Battery Park…
 
Ma il luogo nostro preferito erano pero’ e pur sempre le 14 Strade e il
Quartiere Latino, con quei bei Caroselli che li’ si ripetevano con una certa
regolare frequenza… tanto che io stesso quei giorni tuttora con immenso
piacere me li ricordo come…
 
QUEI BEI GIORNI… DE LA PACHANGA!...

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