giovedì 2 marzo 2017

QUEI DUE GRANDI AMICI VILLANTI, PRIGIONIERI DI GUERRA… CHE SI INCONTRANO IN ALBANIA…








(Un Racconto Verita’… di  Ezio Morelli)





Lo zio Rodolfo Cinti , Nome d’ Arte “Bazzoli” e Grande Invalido
nell’ Ultima Guerra… aveva partecipato, come volontario, anche alla
Guerra d’ Africa.
 
Durante l’ ultima guerra… lui fu poi fatto prigioniero in Albania, ma se
la cavo’ solo con una bella stretta di culo… Tanta… e tanta… tantissima
paura, insomma, e nulla piu’… e per giunta, vi fu poi anche un gran bel
finale, a sorpresa…
 
Gli dissero, i Tedeschi, al momento della cattura… che gia’ all’ indomani
a lui e a tutti gli altri prigionieri li avrebbero fucilati… e invece… E invece
avvenne qualcosa che ha proprio dell’ incredibile… e che quindi merita
di essere debitamente riferito…
 
Lo storico incontro e l’ abbraccio, gia’ all’ indomani… con un altro
prigioniero, anche lui italiano… e per giunta Villante pure lui…
l’ incontro, in terra d’ Albania… e l’ abbraccio con Settimio (detto
“Mimmo”) Pambianco… E qui… e’ proprio Mimmo Pambianco
uno dei due protagonisti -- a riferirci di questo storico e quanto mai
incredibile incontro, come si e’ detto in Albania, alla fine dell’ ultima
guerra…
 
Con Mimmo, prima della sua malattia… noi ci trovavamo regolarmente
a Roma, Lungotevere Testaccio… al Sabato sera… per le nostre memorabili
e storiche partitissime di Ramino, e cio’ assieme alla nostra bella combriccola
di Villanti, ormai trapiantati anch’ essi nella Capitale… Orbene, una sera,
durante una pausa tra una partita e l’ altra… ci mettemmo a parlare del
piu’ e del meno… e il discorso cadde sulla sua Prigionia in Albania, durante
l’ ultima guerra.
 
Cosi’ esordisce Mimmo Pambianco:
 
“Eravamo una quarantina di soldati… solo quel che restava di una
intera Compagnia… Gli altri erano ormai tutti morti… o feriti… oppure
fatti prigionieri.
 
Noi dovevamo difendere una posizione… Durante un’ operazione di
attacco da parte dei Tedeschi… noi restammo tagliati fuori dalle
linee di rifornimento… per cui finimmo le munizioni, e fummo cosi’
catturati dai Tedeschi…
 
Loro ci disarmarono, e con le mani alzate e ben in vista supra la
testa, ci fecero marciare per piu’ di un paio d’ ore e ci condussero
all’ interno di un grande magazzino agricolo… che aveva due grosse
porte : l’ una sul davanti e l’ altra invece sul retro.
 
Appena arrivati in quello squallido magazzino, ci fecero mettere tutti
sull’ attenti e ci dissero di cominciare a recitare le nostre preghiere
e di raccomandare le nostre squallide anime al Signore… perche’ da li’
a poco… ci avrebbero tutti fucilati.
 
Cosi’ noi vivevamo tutti, muti e impauriti… tra una palpitazione e
l’ altra, specie ad ogni singolo rumore che temevamo che fosse quello
del Plotone di esecuzione… che magari stava venendo a prenderci.
 
Alla sera, pero’, la tanto temuta fucilazione proprio non ci fu… per cui,
almeno per quel giorno… noi l’ avevamo scampata… e cosi’ tirammo
tutti un sospiro di sollievo… nel timore, pero’, che la partita potesse
essere solo rinviata… E cosi’, presi dalla stanchezza, chi prima e chi
dopo… ci mettemmo tutti a dormire, coricati per terra, un po’ alla
bell’ e meglio…
 
All’ indomani, verso la meta’ mattina… l’ altra porta di quell’ immenso
stanzone si apri’… ed ecco entrarvi … tutti alla spicciolata… almeno
una trentina di soldati, tutti nostri Connazionali… catturati anch’ essi nel
corso di un’ altra operazione, sempre da parte dei Tedeschi… Erano
anch’ essi tutti spauriti, tremanti… e in attesa anch’ essi della tanto
temuta fucilazione...
 
A un certo punto, tra quelli del nuovo gruppo… ne scorsi uno che mi
sembrava che mi guardasse, come se lui mi conoscesse… Incuriosito,
presi cosi’ a guardarlo anch’ io… e quindi a fare qualche timido passo
verso di lui…
 
Ma lui prese poi a fare altrettanto… dapprima con qualche timido, piccolo
passo… E cosi’ anch’ io, incuriosito quanto non mai… presi a fare lo
stesso… perche’ anch’ io – a quel punto – anch’ io a lui… mi pareva
proprio di conoscerlo… pero’ sul momento… io avevo difficolta’ a
connettere… Che tutto, dico tutto… mi pareva cosi’ strano e irreale!
 
A un certo punto, quello la’ fece un grosso salto verso di me e prese a
corrermi incontroe a gridarmi, proprio con quanto fiato aveva in gola:
 
“Mim—mmmmoooo!...”
 
Al che lo riconobbi anch’ io prontamente e proprio dalla voce… e
quindi presi a corrergli incontro pure io… e -- sempre con quanto fiato
io avevo in gola… io gli gridai… “Ba--zzo—ooli!...”
 
Ci scontrammo cosi’ letteralmente e ci unimmo in un lungo e caloroso
abbraccio, e dopo i primi stupiti convenevoli, e le belle nostre manate
sulle spalle… prendemmo a riferirci le fasi delle nostre ultime operazioni
e delle nostre concitate catture da parte dei Tedeschi…
 
Tra il generale e dapprima incredulo sgomento di tutti i nostri
Camerati… scoppio’ ben presto un lungo e fragoroso applauso…
 
perche’ ormai tutti… anche gli altri soldati… presero tutti a fraternizzare
con noi e a condividre la nostra stessa grande, grande, grandissima gioia…
Perche’ a quel punto… noi non avevamo paura piu’… neanche della
Fucilazione…
 
Perche’ ormai non solo noi due… ma anche tutti gli altri… noi saremmo
tutti morti contenti… in una sorta di comune gaudio, se non di allegria…
Si’ che noi ormai… non avvertivamo piu’ neanche lo stimolo della fame
che ormai da qualche giorno ci stava letteralmente consumando.
 
Finche’ all’ indomani del secondo giorno, per quanto possa apparire
strano… non si videro piu’ tedeschi in giro… Apprendemmo poi… che
se ne erano tutti andati durante la notte… e cosi’ gia’ nel pomeriggio…
arrivarono gli Alleati, e ci liberarono…”
 
 

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