sabato 25 febbraio 2017

QUEL BATOCCO… DE ‘L PRETE…






Una Storia Vera…


(di:    Ezio  Morelli)




La Comar Gigia Braccini (al secolo Luigia Braccini) era una Donna
molto affabile di Campitello di Scheggia… che aveva sposato un
Brunori di Costa San Savino, vicino al mio Paese natale di Villa
Col de’ Canali.
 
Lei era la Sorella di Don Carlo Braccini, di Campitello pure lui… ma
che per tanti Anni e’ stato Cancelliere al Vescovado di Gubbio, e
quindi in pratica era il Segretario e anche il Braccio Destro del Vescovo.
Don Carlo veniva spesso alla Costa a far visita alla sua Carissima e
Amata Sorella… con la quale, quando era libero, si intratteneva ben
volentieri a parlare, anche del piu’ e del meno… si’ che tra i due c’ e’
sempre stato un ottimo Dialogo, e soprattutto gran tanto Amore e
Affabilita’... Pare che i due, tra l’ altro fossero addirittura Gemelli,
ma al momento questo non saprei proprio dirlo con certezza…
La Comar Gigia e il Brunori avevano avuto tre Figli Maschi, che
nell’ Ordine erano: Pietro, Josafat (detto “Giosa”), mentre il piu’
piccolo era Alessandro, in Paese alla Costa detto pero’ “Lisandro…”
Se non erro, avevano anche avuto una o piu’ figlie femmine… ma
questo non e’ per noi rilevante…
 
“Lisandro” aveva sposato una mia Seconda Cugina, la Ada Capponi
-- anch’ essa di Costa San Savino -- il cui Nonno materno, Tommaso
Filippini… era uno dei Fratelli della mia Nonna Paterna, Ottilia .
 
Vicino alla Casa dei Brunori, e quindi anche della mia Parentina Ada
ci abitava Felice Angeletti, un Primo Cugino di quest’ ultima… dato
che le loro rispettive madri, Leonilde (detta “Nilda”) che era la madre
di Felice… e Maria, la madre di Ada erano Sorelle. Loro, peraltro,
eran conosciute in Paese come “Le Fornare”… perche’ erano le
Proprietarie del Vecchio Forno della Costa.
 
Tra queste due Famiglie, quella dei Brunori e quella degli Angeletti
c’ era non solo la vicinanza di Casa, oltre alla Parentela… ma cosa
ancor piu’ importante… c’ era anche un Ottimo Rapporto di
Comparato e di Comarato… che al tempo, nei nostri Paesi… era
molto vivo e molto sentito… alle volte fin anche piu’ della stessa
Parentela di Sangue…
 
Infatti il Compar “Giosa” e la Sua Gentile Consorte… la Assunta
Filippini, che tanto per non cambiare… era pure lei una nostra Parente,
avevano tenuto a Battesimo la Antonietta Angeletti, la Figlia di Felice…
e nella circostanza… anche la mia futura Consorte…
 
Tutto cio’ per dire che io nelle Case dei Brunori e degli Angeletti,
vi ero praticamente di casa, anzi molto di casa… perche’ in pratica,
io li’ ci avevo la mia Ragazzina… e quindi, neanche a dirlo, quando
io mi trovavo ad essere libero… io ero in pratica sempre li’…
 
Fu cosi’ che un giorno, mentre con Lisandro e Felice si chiacchierava
tranquillamente del piu’ e del meno… il discorso cadde su certe
Parentele e su certi nostri conoscenti dei Luoghi… che avevano scelto
la Vita Monastica… o come Clero regolare nei Conventi, oppure come Preti, tra la Gente.
 
Vita non certo bella neanche quella del Prete, per tanti e tanti motivi,
dove pero’ si diceva… che tanti Genitori consigliavano vivamente ai
loro Figli di abbracciare la Vita Monastica…
 
“… perche’ almeno a la Sera… ‘n te la Casa del Prete…
o ‘n te ‘l Convento de Frate… ‘n mancava mai ‘n Piatto de Pastaciutta…
co ‘nna bella Salciciola… e ‘n po’ de Giransole, comme contorno!...”
 
E cosi’ in Casa Braccini, a Campitello… anche un Nepote di Don Carlo
e della Comar Gigia… un tal Don Ubaldo Braccini (classe anno 1928)
abbraccia pure lui la Carriera Ecclesiale… Si fa cosi’ Prete pure lui…
e viene destinato alla Parrocchia di Torre de’ Calzolari, tra Gubbio e
l’ Osteria del Gatto.
 
Li’ vicino, poi, nella Parrocchia della Branca… c’ era il Regno di
Don Noe’ Cherubini, Villante Puro Sangue… che con i suoi due Fratelli
Alfredo e Mario… entrambi della Villa pure loro… costituivano proprio
Un Gran Bel Trio…
 
Erano per cosi’ dire “Gli Intoccabili…”
 
E cio’ NON proprio che loro dettassero legge… ma… anche a causa
del loro stretto legame parentelare con i Coldagelli di Villa… a loro
NON li toccava proprio nessuno… E poi, li’ nella loro combriccola…
a proteggerli e a dar loro manforte… c’ era anche Don Sante Cherubini,
che era Figlio di Alfredo… e quindi anche Nepote di Don Noe’…
 
E poi… e poi… Don Sante… Lui stava a Roma, ed era un alto
Dignitario alla Segreteria di Stato del Vaticano…
 
Per gli altri Pretacchiotti e Fratacchiotti… lui diventera’ ben presto
Monsignore, ma per noi Villanti… -- Figlio come lui era ed e’ della
nostra Terra – a noi quel titolo di “Monsignore” non solo ci andava
molto stretto… ma ci pareva, allora, una vera e propria “Presa per i
Fondelli… “ per cui, per Noi… Lui e’ rimasto sempre il nostro…
 
Caro Don Sante…
 
Ma anche lui voleva bene al suo Paese e alla sua Terra… che lui
Riposa nella Tomba di Famiglia nel Cimitero di Costacciaro, assieme
ai suoi Genitori Alfredo e Maria (detta “la Marietta d’ Alfredo”) e al
Fratello Salvatore, con la sua Diletta Consorte… ,la nostra Carissima
Parentina… la Ines Morelli, di “Piazza Padella”…
 
Ma anche questo nostro Don Ubaldo Braccini capitava assai spesso alla
Villa, dove aveva una Zia in “Piazza Padella”… che era la Caterina
Mascolini, la Moglie di Pietro Rughi… che in Paese era meglio conosciuta
come “La Cattarina de Scandajia…”. 
 
Io proprio non lo so… com’ e’ che questi due -- il Prete e la Cattarina –
fossero Parenti… e a quanto pare… Parenti anche molto stretti…
 
So comunque che questi Rughi di Piazza Padella avevano degli stretti
legami parentelari con i “Campetelesi” – gli Abitanti cioe’ di Campitello…
che erano dei grandi Produttori di Patate (specie quelle Rosse)… che essi
in grandi quantita’ barattavano poi con noi Villanti, in cambio soprattutto
del Granturco…
 
Sta comunque di fatto che quando Don Ubaldo (alla Villa meglio noto
come “Don Baldo”) capitava in Paese…-- e il Paese per lui voleva dire
“Piazza Padella”, dove c’ era a ppunto la Casa di Sua Zia… --
in Paese c’ era Festa Grande…
 
Festa grande, soprattutto perche’ Alvaro Rughi, il figlio terzogenito
di Caterina… era orgogliosissimo del suo Zio Don Baldo… e gli
serviva sempre la Messa… e soprattutto quando arrivava il suo Zio,
lui andata in giro per le Case e le Vie di Piazza Padella… gridando,
proprio come se si trattava di un’ Autentica Celebrita’
 
”C’ e’ Don Baldo… C’ e’ Don Baldo!...”
 
E cosi’ Alvaro… che e’ di qualche anno piu’ grande di me… lui mi
veniva a chiamare, perche’ anch’ io servissi la Messa assieme a Lui…
perche’ poi Don Baldo, generosissimo… ci dava sempre Venti Lire
per uno… che al tempo erano veramente dei Bei Soldi, ove si consideri
che il Prete allora – eravamo appena verso la meta’ degli Anni ’50 –
prendeva appena Cento lire per dire una Messa…
 
Delle quali Cento lire, poi Lui… Don Baldo… quaranta… lui le ridava
ai suoi Chierichetti…
 
E noi gli volevamo bene a questo Don Baldo, perche’ lo consideravamo
Non solo un Paesano, ma di “Piazza Padella” pure lui… e cioe’…
Uno dei Nostri…
 
E poi noi gli volevamo bene perche’ lui in assoluto era il piu’ generoso
di tutti gli altri Preti… E cosi’ anche Don Sante, che prima a noi
Chierichetti ci dava dieci lire a testa… prese a darcene Venti pure lui…
 
Ma Don Noe’, che pure veniva ogni tanto alla Villa a trovare i Fratelli,
come anche una Sua Cugina, e che era il piu’ anziano dei tre Sacerdoti…
 
Lui e’ sempre stato il “Braccino Corto…” quello che in genere ci dava
solo Cinque lire… Piu’ la immancabile “Regolizia…” cioe’ la liquirizia…
per cui noi… pur di prendere qualcosa…. Noi Eravamo ugualmente
contenti…
 
Quel giorno alla Costa, comunque… mentre io mi trovavo assieme al
Mio futuro Suocero Felice Angeletti… e parlavamo di questi nostri
Preti li’ del posto… Felice si rivolge a Lisandro e gli fa…
 
“Ade’, Lisa’… arcontejie da Ezio…
 
De quel giorno che Don Baldo e’ gito a Caccia…
 
E de quel Contadino… e del Batocchio su la Testa!…”
 
“Perche’… -- gli fece Lisandro --
 
Perche’ quella Ezio ancora ‘lla sa?...”
 
“No -- gli feci io, stupito… --
 
Perche?... Che era Sucesso?...”
 
Al che Lisandro, guardandomi… con un Bel Sorriso… cosi’ prese
a raccontare…
 
Mbe’… Sto Don Baldo… se sa…
Che Lu’ c’ ha sempre ‘auto la Passione pe La Caccia…
E quanno lu’ giva a Caccia…
 
Lu se piava la Doppietta e le Cartucce…
E ‘mboccava la Strada dei Campi…
 
Arrivato ‘n pezzo ‘n giu’… do’ ‘llo vedeva nisciuno…
 
Lu se cavava la Tonnica… la metteva sempre ghietro al sollito Sterpo…
e giva a Caccia… vestito comme tutti nialtri Omini…
 
E cosci’… ‘nna Domennica
Lu’… prima da parti’… chiama da ‘l Patre je fa…
‘Mbe’, Ba’… quann’ enno le nove e ‘mmezza…
 
Te cominceme a sona’ la Messa…
Che io quanno sento la Campana…
m’ arvengo per di’ la Messa…
Va Bene?...’
 
‘Va Bene… ‘ -- Je fa ‘l Patre…
 
E cosi’, ‘sto’ Don Baldo…
Parte e va a Caccia comme al sollito…
 
Ambocca comme al sollito la Strada dei Campi…
e Ghietro a quel sollito Sterpo… lu se cambia
e ‘nnisconde la Tonnica…
 
‘Ppo’ se mette la Centura de le Cartucce,
pijia la Doppietta e parte…
 
Quann’ enno le Nove e ‘mmezzo…
‘sto’ Don Baldo sente a sona’ la Campana…
 
E a lora lu’, per fa prima…
Pia a traverso pe i Campi…
 
Per argisse… a arcotina’ la Tonnica…
 
Doppo ‘n po’… arsona la Campana n’ antra volta,
co sto Cacciatore -- Don Baldo -- che passa proprio vecino a n’ Arboro
do c’ era su ‘n Contadino che potava le vitie…
 
E alora, comme sente a sona’ la Campana…
‘l Contadino smette da pota’…
 
Se volta verso sto’ Cacciatore, e jie fa…
 
“Arsentelo la’… quel Vagabondo…
 
Comme arsona!...
 
Che je podesse cade…
su la Testa da ‘l Prete,
Quel Batocchio!...”
 
Al che ‘l Cacciatore, sgrulla le Spalle e ride…
Senza pero’ fasse arconosce…
 
Che ‘l Prete, anchi si senza la Tonnica… era proprio Lu’!...
 
 
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Questa e’ una Storia Vera, che alla Comar Gigia e’ stata riferita
direttamente, da suo Fratello, Don Carlo… che deve averla appresa
proprio dallo stesso diretto interessato,
il suo Nepote, Don Ubaldo Braccini…
 
Certo, io qui… come titolo di questo mio Racconto avrei forse
dovuto mettere…
 
“Quando e’ proprio la Tonaca… a fare il Prete…”
 
Ma non l’ ho fatto… perche’ in tal caso io avrei dovuto chiedere a Voi…
una cosa che ritenevo… e che ritengo tuttora alquanto impraticabile…
 
Di chiederVi cioe’… di leggere tutta questa bella Storia a ritroso…
Partendo, cioe’… proprio dalla Fine…
 
E, nello specifico…
proprio dall’ ultima Parola… dell’ ultima Riga!...
 

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