Una Bella Storia Villante…
(di: Ezio Morelli)
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Suonava tutte le Mattine all’ Alba… o comunque poco dopo . Giorni di
Lavoro, Domeniche, Feste Nazionali e Feste Comandate. Tutti i Santi
Giorni, senza Eccezione…
Perche’ Tutti i Santi Giorni… le nostre Care Pecorelle dovevano mangiare.
senza eccezione… Il Santo Patrono, l’ Assunta, l’ Addolorata… anche in
Quei giorni li’, suonava regolarmente il Campano… perche’ anche in
Quei giorni li’… le nostre Care Pecorelle dovevano mangiare!...
Era, questo Campano… una grossa Campanella da Bovino, di produzione
grossolanamente artigianale, prodotto con una mescola di ferro e di ottone,
che mal si mescolavano tra loro, per cui restavano ben diverse e distinte,
anche per la diversita’ dei color… le parti in ferro da quelle in ottone.
Aveva un impugnatura abbondantemente ergonomica, per mezzo di un
anello di ferro appiattito, si’ da farvi entrare la mano di una persona anche
molto robusta…
All’ interno del Campano, in corrispondenza dell’ impugnatura, c’ era
l’ occhiello di ferro dove si agganciava il Battocco, bello spesso pure lui,
che sul Campano agitato molto energicamente dalla mano del Pastore…
produceva un suono molto grve, ma dalla tonalita’ indistinta…
Era quello il “Buongiorno” che veniva dato alle Pecore… e anche il
Loro invito al Pascolo!...
Dalla fine di Ottobre, e fino a tutto Marzo… le nostre Pecore restavano giu’
in Paese, come anche nei giorni di Pioggia o di Maltempo; per cui ogni
Padrone in quei giorni li’ se le teneva in Stalla, e le guernava con il Fieno,
l’ Erba, le Pendazze (che poi sarebbero i Tralci delle Viti, i residui della
Vendemmia… ma che ancora avevano attaccate su delle foglie… ormai
secchie ed avvizzite, ma pur sempre zuccherine e gustosissime.
Anche se erano ormai abbondantemente appassite, le foglie della Vite
erano in assoluto le piu’ gustose per le nostre Pecorelle, e delle quali esse
ne erano particolarmente ghiotte. All’ occorrenza, pero’, le Pecorelle
mangiavano il fogliame di ogni genere… di olmo, quercia, pioppo, e
di granturco.
Nel nostro Porcile delle Pecore, nell’ angolo tra il muro esterno e il
Cancelletto del Porcile… da un travo pendeva una cordicella che era
tutta unta e bisunta… e che puzzava fortissimamente di pecoreccio.
A questa cordicella venivano appese le “pendazze”… che erano cosi’
chiamate dal verbo appendere… proprio perche’ esse venivano appese.
E venivano appese ad una altezza di circa un metro dal “piangito”
(che poi sarebbe il Pavimento)… in modo che le Pecorelle tutte potessero
“scapezzarne” ben bene le foglie…
Sul “piangito” c’ erano sempre almeno qualche venti centimetri di
paglia, dove le Pecorelle potevano coricarsi e potevano dormire al
caldo durante la notte.
Le Pecorelle avevano sviluppato un intelligentissimo sistema di
AUTO-RISCALDAMENTO durante l’ inverno… tenendo
sistematicamente la loro testa vicino alla “Poccia” (cioe’ alla Mammella)
di un’ altra Pecora, che se da un lato e’ la parte dell’ Animale che e’ piu’
necessitevole di calore, dall’ altra parte e’ anche quella in assoluto piu’
calda e che quindi di piu’ riscalda l’ aria circostante, e quindi anche
quella stessa aria che la Pecorella andra’ poi a respirare…
Ma come per il riscaldamento d’ inverno, le Pecorelle avevano sviluppato
anche un altrettanto efficiente sistema per ripararsi dalla “calura” dell’
Estate… quando le Pecorelle stesse – che soffrono terribilmente il caldo --
si diceva che si “meriggiavano…” andandosi sempre a riparare -- laddove
possibile -- nei “frattoni” che abbondanti sorgevano e che tuttora sorgono
sulle nostre Montagne.
E cio’ specie in corrispondenza degli avvallamenti del terreno, dove
piu’ in abbondanza vi confluiva l’ Acqua… che e’ fonte di Vita… e non
solo per le Persone e gli Animali… ma anche per le stesse Piante, che da
essa traggono sia la loro stessa idratazione… e che costituisce altresi’ il
veicolo del loro nutrimento, con i Sali del terreno che l’ acqua discioglie e
che quindi ne consente il relativo assorbimento.
Quando invece capitava che le Pecore stesse -- per volonta’ del Pastore --
fossero lontane dai “frattoni” e quindi in zone prive di vegetazione arborea
esse -- sempre molto intelligentemente -- si riparavano dal caldo mettendo
la loro testa sempre sistematicamente all’ ombra, mettendola o sotto il collo
(e quindi appena davanti alle zampe anteriori) di un’ altra pecora… oppure
direttamente sotto la pancia dell’ altro Animale, ma appena dietro alle
Zampe Anteriori.
La Testa, essendo la parte dell’ Animale che e’ la piu’ sensibile alla
Calura Estiva… e’ quindi la parte che e’ maggiormente da proteggere…
Ma da proteggere, durante l’ estate, c’ era anche “la Poccia” , ovvero
ancora… la Mammella della Pecora…
E cosi’ se capitava che una di loro metteva il muso vicino alla
mammella di un’ altra… in cio’ liberandovi il suo caldo alito (che
in Villante si chiamerebbe “il fiato”) proprio in corrispondenza di quella
sensibilissima zona… ecco che la Pecora cosidetta “ospitante” scalciava
via, e vi si allontanava… in modo a volte anche assai brusco e repentino.
In Paese, alla Villa… c’ era un modo molto ingegnoso e razionale per
Condurre il Branco delle Pecore al Pascolo sulla Montagna.
Si cominciava con il formare, su un apposito quaderno, l’ Elenco delle
Famiglie che avevano le Pecore da associare al Pascolo; e accanto al
Nome del Capo-famiglia, si metteva anche un numero che indicava il
Numero delle Pecore che quella persona aveva. Quel Numero poi
Indicava anche il numero delle Volte che quella Persona, insieme ad
un’ altra, doveva condurre le Pecore al Pascolo, prima che si esaurisse
quel turno e che quindi si procedesse con quello successivo.
Di solito, in Paese, c’ era una Persona che si occupava di predisporre
Il turno delle Pecore.
Si procedeva poi alla conta dei giorni di durata del Turno, e che
Coincideva con il Numero totale delle Pecore da associare al Branco,
numero che veniva diviso pero’ per meta’… Si procedeva poi con
la formazione del Calendario… sempre su quel famoso quaderno…
La Persona che aveva il maggior numero di Pecore era sempre quella
con la quale cominciava ogni turno. Dopo di che si divideva il numero
dei giorni complessivi del turno (poniamo 50 per il numero delle pecore
di quella persona. Poniamo 10). Ebbene, quella persona nei 50 giorni
di durata del turno, doveva condurre le Pecore al pascolo per 10 volte.
E cioe’, in termini pratici… gli toccava una volta ogni 5 giorni…
Nel caso di Pioggia o di maltempo, le Pecore venivano tenute in
Paese, e quindi quel giorno, con gli stessi Pastori, veniva recuperato
direttamente alla fine del Turno, ed i relativi nominativi venivano aggiunti
sul quaderno seduta stante, in modo che poi tutti potessero controllare.
Dei due Pastori della giornata, solitamente quello piu’ giovane andava
in giro per il Paese “a sona’… ‘l Campano de le Pecore…” partendo
dalla propria Abitazione, in genere raggiungendo la Via Ettore Vivani,
quindi verso le ultime case del Paese… e risalendo poi da li’ verso
Piazza Padella, la Chiesa e l’ Oppiello fino alla propria Casa, dove
veniva deposto il Campano.
Come le Persone sentivano suonare il Campano, scendevano subito
in Stalla a lasciare le Pecore, che quindi venivano accompagnate
per un breve tratto lungo la vecchia Direttrice del Paese, che e’ ora
denominata Via Settimio Pambianco. Gli Abitanti del “Castello”
e quelli del “Ponte del Fosso” accompagnavano in genere le loro
Pecore fino all’ imbocco della Strada della Montagna. dove poi
Le prendevano in consegna i Pastori.
In corrispondenza dell’ incrocio con la Via Flaminia, c’ era sempre
l’ altro Pastore che aspettava che vi si raccogliesse il Branco, che poi
veniva indirizzato compatto verso la Montagna, in genere scegliendo
la via “de la Treggia” che era la piu’ agevole, rispetto al vecchio
Stradello de la Foce. Sul Passo del “Pezzolo” il nostro Branco
Raccoglieva anche le Pecore degli Abitanti di Pie’- la-Rocca, che
quindi venivano condotte in Montagna assieme alle nostre.
Una volta arrivate in localita’ “Serra”, cioe’ sul primo crinale che si
incontra salendo su in Montagna, il Pittoresco Branco de le Pecore
scollinava verso i due Fontanili dei “Trocchetti” dove le Pecorelle si
abbeveravano, facendo cosi’ una buona riserva di acqua per tutto il
giorno, e comunque fino a quando le Pecorelle stesse non si trovavano
a ripassare proprio da li’, dai Fontanili… sulla via del ritorno.
A quel punto, subito dopo la prima abbeverata mattutina, cominciava
il vero e proprio pascolo, per cui i Pastori, di comune accordo,
decidevano verso quale zona della Montagna dirigere il gregge…
Sulla destra verso i “Cotozzi”, in direzione quindi del Caprile…
oppure diritti… verso i “Buschetti”.
E qui, una volta attraversato il Fosso dei Buschetti -- che fosso era
pero’ solo per modo di dire… perche’ raccoglieva solo quella poca
acqua degli scrichi dei Fontanili -- erano possibili degli altri itinerari…
e cioe’ sulla destra, verso il “Moreto” (cosi’ chiamato per i suoi
numerosi frattoni di Rovi, che in estate producono anche delle squisitissime
“More”, con le quali fare poi delle ottime Marmellate…
D’ Estate, come cominciava a fare Caldo, le Pecore gia’ verso le dieci
di mattina smettevano di mangiare per andarsi a “meriggiare” nei frattoni
o nei gruppi da loro stesse formati… e qui loro restavano ferme e immobili
finche’ non cessava la Calura, e finche’ i Pastori non andavano la’ a
“smerigliarle”… colpendole con i loro bastoni, per smuoverle e farle
mangiare ancora…
E cosi’ d’ estate, mentre le Pecore erano “meriggiate” i Pastori…
Uomini o Donne che fossero… si dedicavano alle loro attivita’
preferite…
Le Donne, in genere o raccoglievano le More… o si facevano il loro
bel “fascio” raccogliendo legna da ardere da portare poi in Paese.
Gli Uomini, invece, in genere andavano in cerca di alberi abbattuti
dal vento, che poi venivano portati in Paese come “stragini”… dal
verbo villante “stragina’…” che italianamente vuol dire “trascinare”.
A seconda delle stagioni, poi, si poteva andare per funghi, o per carline,
e i cacciatori, invece, non disdegnavano di fare qualche battuta…
portandosi appresso anche il cane… e magari riportarsi poi a casa
anche un lepre, o un fagiano o qualche bella starna o una quaglia…
Dai “Buschetti”, altri percorsi alternativi dove condurre al pascolo le
Pecore erano verso i “Prati” e “Pian de Spille”, oppure verso “I Prati
De la Costa” e “Le Fagge”. Ogni Pastore, in genere, aveva le proprie
Preferenze, e cio’ anche per la scelta del proprio “Partner” con cui
Andare al Pascolo… Bastava solo dirlo a chi predisponeva il turno,
e questo solitamente cercava di accontentare un po’ tutti, ma dove
l’ accoppiamento preferito era costituito da un giovane e un adulto.
L’ esperienza dell’ adulto, in genere era di grande giovamento al
Giovane, che cosi’ apprendeva tante e tante belle cose… come ad
Esempio i posti di particolari tipi di funghi… o quelli delle Carline…
“-- che poi erano dei piccoli Cardi o Carciofi selvatici -- o anche
quelli delle Fragole, quando si era di stagione.
A mezzogiorno, ai rintocchi della Campana, che in genere bei nitidi
Venivano su dal Paese… i Pastori si preparavano il Pranzo, dopo ave
scelto accuratamente il luogo… e vi depongono tutto l’ armamentario…
primo tra tutti l’ immancabile Bastone, il Tascapane, la Balla e la
“Ronchetta” o il “Marraccio” che sono delle Roncole… piu’ piccola la
prima, e piu’ grosso, invece il secondo… ma che in Montagna fan
sempre molto comodo…
Assai spesso vi accendendo anche dei bei fuochi… dove loro fan fare
la brace, per cuocervi dei bei tocchi di formaggio… che da duro si
faceva nuovamente molle e gustosissimo da mangiare, finche’ era
ancora caldo… ma che poi, raffreddandosi… lui tornava ad indurirsi
ancora, come prima e anche piu’ di prima…
Altre volte, invece del Formaggio erano delle belle fette di “Salcicione”
sempre rigorosamente ben infilzate su una forchetta, che veniva di
solito appoggiata in bilico su una pietra, avendo pero’ cura di fermare
il manico, appoggiandovi su un bel sasso…
Alle volte, a fare da contorno al mangiare del Pastore… c’ era qualche
bel pomodoro, cetriolo, o anche cipolla o aglio… Altre volte, specie le
Famiglie piu’ povere… sempre davanti al fuoco… si facevano il
“Pancotto” o il Pan bollito… che poi altro non erano che delle piccole
variazioni, ma sullo stesso tema…
“Che si ‘nn’ e’ propio Pancotto… e’ Pan Bollito!...”
Cosi’ almeno recita… un Caro nostro Proverbio Villante…
Ma l’ energia e la Agilita’ del Giovane erano assai spesso di grande
giovamento allo stesso Adulto, perche’ erano quasi sempre i giovani …
“a gi’ a artorna’ da le Pecore…” a ripescare, cioe’, le punte piu’
avanzate del Gregge… onde evitare che le Pecore stesse andassero
poi troppo fuori zona… e a mescolarsi… con le punte altrettanto
avanzate degli altri greggi…
Capitava infatti con una certa frequenza che alcune delle nostre
Pecore andassero a finire tra quelle del “Caprile”, o di Coldagelli,
o della Costa e alle volte anche con quelle dei cosidetti “Marri”,
cioe’ con le Pecore dei Paesi delle Marche che si trovano a ridosso
dell’ Appennino, come Perticano, Coldepeccio, Coldellanoce ,
San Felice o altri…
Un forte, anzi fortissimo Senso del Dovese, unito ad un Rigorosissimo
Codice d’ Onore… faceva si’ che tutti i Popoli della Montagna si
aiutassero gli uni con gli altri e che collaborassero al massimo nella
ricerca, nella cura, nella ospitalita’ e nella restituzione della Pecora
smarrita… che quando la si trovava … non la si lasciava mai sola,
ma la si proteggeva, la si ospitava e la si governava assieme alle
proprie Pecore… spargendo pero’ in giro la voce che tra le proprie,
c’ era anche una pecora non sua…
Ancorche’ a volte anche Povere o Poverissime… le nostre Care Genti
dei nostri Luoghi… avevano pero’ altissimo il senso del Dovere e
dell’ Onore…
I Bambini, gli Anziani, le Persone indigenti o bisognose… venivano
nei fatti adottati da tutta la Comunita’… e questo valeva anche per
gli Animali… Qui abbiamo parlato delle Pecore… ma anche i Bovini
e anche i Cavalli… pure godevano dello stesso trattamento…
In tempi relativamente recenti, con il miglioramento della viabilita’
di Montagna, anche Camionabile… si e’ purtroppo appreso di furti di
Bestiame che si sono avuti anche dalle nostre parti… specie di notte,
che hanno riguardato pero’ i Bovini e gli Equini che anche di notte
venivano lasciati allo stato brado sulla Montagna…
Inquinamento culturale, e inquinamento dei Valori.. con i Ladri venuti
da fuori… con dei propri Furgoni, a prelevare e rubare… Bestiame
non suo!... Cose comunque, che non sarebbero mai state possibili…
se il Progresso… -- certamente pregevole e pregevolissimo sotto a
tanti altri aspetti -- non ci avesse dotato anche di piu’ efficienti strade…
che han favorito l’ accesso anche a tanta vagabonda gentaglia
inquinatrice e dissacratrice dei nostri Santi Luoghi…
Preferisco comunque chiudere questo racconto con l’ immagine dei
Pastori che a Sera, ridiscendono dalla Montagna con il loro Gregge,
portandosi semopre qualche cosa appresso… come se fosse un Trofeo
di Caccia o similare… il Canestro dei Funghi, o quello delle Carline,
delle More , o delle Fragole… oppure il “fascio” o anche “lo Stragino…”
e il Cacciatore, magari anche un bel Lepre, una Starna o altra Selvaggina,
e raramente anche niente…
In Ridiscesa dalla Montagna, ancora sui “Trocchetti” c’ e’ la penultima
Abbeverata, e dove la pecorella molcisce l’ arsura della giornata… Poi sul
“Pezzolo” le Pecore di Pie-la-Rocca lasciano il nostro Gregge e si dirigono
verso il loro Stradello, e quindi verso casa…
Dal Paese, alcune persone si raccolgono sull’ Oppiello per aspettare
il Branco che ritorna, e dove le Pecore in genere si dirigono senza
problemi verso le loro stalle… Non senza, pero’, l’ ultima abbeverata
alla “fonte laggiu”…
Ma c’ e’ sempre l’ agnella giovane, che ancora non riconosce la
strada di casa… e la Pecorella “svampita” che invece se ne va per
affari suoi, seguendo magari un’ altra pecora… e con il rischio di
magari andare a finire in qualche altra stalla…
Ma qui, in genere, interviene sempre qualcuno della Famiglia del
Proprietario, che intercetta la sua Bestiola e che la riavvia, magari
alle volte anche riluttante, verso la Propria Stalla…
Come rientra alla propria Casa, il Pastore che aveva il “Campano”
e il Quaderno del Turno, lo porta ad uno dei Pastori del giorno dopo,
mentre l’ altro Pastore, in genere, va ad avvertire il secondo Pastore
dell’ indomani…
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