domenica 2 luglio 2017

QUEL TRENINO COSIDDETTO “DE I FIJIOLI…”














(di  Ezio Morelli)




“OH MACCHINISTA, METTI IL CARBONE…

E ‘STO MACCHINONE… FALLO  MARCIAR…

 

FALLO MARCIARE,  COME UN DIRETTO,

CHE AL MIO DISTRETTO…  DEVO TORNAR!...”

 

Era questo il canto di Gaudio… o  per dir meglio – forse di incoscienza –

di quei Giovani nostri militari della prima Guerra Mondiale che partivano

per il Fronte,  e molti dei quali senza poi neanche tornare… 

 

Eppure… Eppure …

 

Tale e tanta era l’ Euforia… in una  smania a dir poco di sublimazione

collettiva… che tutti li permeava e tutti li permeava e li  irretiva…

 

Li chiamavano “i Fijioli” dalle nostre parti…  

 

Poveri Figli di Mamma, molti dei quali sarebbero poi destinati a morire

sul campo di battaglia, senza magari aver provato alcun piacere della Vita,

 l’ emozione dell’ Amore di una donna, ne’ il piacere di aver  avuto

per lo meno un Figlio…

 

Dalle nostre parti, molti di quei giovani partivano  proprio con quel

Trenino della  “Centrale Umbra” che dalla Stazione di Fossato di Vico,

via la Branca,  Gubbio – Campo Boaro, Umbertide, Citta’ di Castello  

e Sansepolcro…  giungeva poi ad Arezzo per cui il viaggio poteva poi
proseguire sulla Ferrovia principale, la  Roma-Firenze-Milano


Era quello un piccolo trenino a vapore, a scartamento ridotto, una

piccola ferrovia per cosi’ dire di montagna  che pero’ svolgeva assai bene

 il suo lavoro, servendo le necessita’ tipiche del trasporto locale.

 

Veniva usato principalmente dagli Emigranti e dai Soldati  nei loro

Spostamenti verso le  Caserme  dapprima e quindi verso il Fronte…


Generoso, anzi generosissimo nei tratti  pianeggianti, gli si impuntava

pero’ letteralmente il fiato… come lui cominciava a salire le montagne

dell’ Aretino… E cosi’ dei giovani baldanzosi….  eccoli saltar giu’

dal treno… inerpicarsi loro stessi su dei  viottoli sterrati su per la ripida

Montagna ed aspettare il trenino in cima, per poi  risalirvi e  proseguire

cosi’ il viaggio…

 

Io me lo ricordo assai bene quel trenino e quella ferrovia, distrutti

dai bombardamenti durante l’ ultima guerra…. Con le carrozze

sventrate e rovesciate, i binari divelti… i ponti crollati….  in un

impressionante scenario di distruzione e di morte…

 

Subito dopo la guerra vi fu un primo tentativo di riattivare la

Ferrovia, ma i costi erano ingenti ed i ritorni scarsi o inesistenti,

anche per le stesse ferite di guerra e cosi’ non se ne fece piu’ nulla,

salvo sostituire il servizio con una bella linea di Autobus, la CAT

di Firenze,  che per vari decenni ha svolto un ottimo servizio su quella

stessa Tratta per la Comunita’ locale…

 

Rivive pero’, con questo nostro racconto… il ricordo di quel

glorioso Trenino , che proprio affettuosamente e’ stato detto “dei Fjioli…”,

molti,  molti dei quali, come purtroppo gia’ detto…  non sarebbero poi

mai piu’ tronati, ma di cui vivo e memore rimane il ricordo…

 

In quella smania collettiva di vita e in quello stesso turbinio

di sentimenti e di passioni… che potente e prepotente emerge  anche

da quel  Famoso Canto…

 

“OH MACCHINISTA, METTI IL CARBONE…

E ‘STO MACCHINONE… FALLO MARCIAR…

 


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